Il Messaggero, 16 novembre 2024
Intervista a Celeste Della Porta
Sensuale e insieme innocente, sempre libera e assetata di vita fino alla spregiudicatezza, Parthenope ha conquistato il pubblico: con oltre sei milioni e mezzo di euro incassati finora, il film di Paolo Sorrentino è il maggior successo italiano della stagione, all’inseguimento del risultato (7,3 milioni) di La Grande Bellezza che dieci anni fa vinse l’Oscar. Ora Parthenope, ambientato tra Napoli e Capri, colpisce, incanta, fa discutere. E ha consacrato una nuova stella: Celeste Dalla Porta che interpreta la protagonista da giovanissima e da adulta (mentre nell’età avanzata ha il fascino senza tempo di Stefania Sandrelli) nell’arco di una vita costellata di incontri, amori, baci, felicità, dolori, emozioni immancabilmente forti. Ma chi è, da dove viene e dove vuole arrivare Celeste, fino a ieri una perfetta sconosciuta e oggi esponente di punta del nuovo star system? Milanese ormai residente a Roma, 26 anni, famiglia di artisti (fotografi la madre e il nonno, il celebre Ugo Mulas, contrabbassista il padre) e studi al Centro Sperimentale, lunghi capelli e lineamenti delicati, l’attrice è stata scelta da Sorrentino che l’aveva conosciuta come comparsa sul set di È stata la mano di Dio: la sua scena venne poi tagliata, ma il maestro rimase colpito e la richiamò per Parthenope mettendo tutto il film sulle sue spalle. Dov’è ancora: con Sorrentino, Celeste continua il tour promozionale in giro per l’Italia tra bagni di folla, applausi, dibattiti.Cosa l’ha colpita di più in questo viaggio nelle sale?«L’energia degli spettatori, sempre potente: c’è chi arriva prevenuto e lascia poi la proiezione conquistato, ma tutti sono molto presi dal film. E anche se per la prima volta viaggio per lavoro e non posso visitare le varie città, la cultura e le tradizioni locali mi arrivano ugualmente».Qual è la domanda più frequente che le rivolgono gli spettatori?«Vogliono sapere come sono arrivata a fare la protagonista di un film di Sorrentino».Come ci è arrivata?«Affrontando molti provini e studiando come una matta. È stata una full immersion: ho imparato a memoria il copione, non ho tralasciato alcun dettaglio».Sorrentino le ha spiegato perché ha scelto proprio lei?«Non direttamente, ma nelle interviste dice che ero molto preparata e credibile nelle diverse età del personaggio».Chi è, secondo lei, Parthenope?«Una donna senza tempo, antica e contemporanea, comunque rivoluzionaria. Cerca la libertà e la felicità in tutte le fasi della vita».Le somiglia?«All’inizio pensavo di no, poi ho capito di avere in comune con lei una certa malinconia che lambisce perfino le cose belle e la curiosità per le persone, anche quelle apparentemente senza fascino. Parthenope ha un rapporto simbiotico con il fratello e con il primo fidanzato: è l’aspetto sentimentale del personaggio, il simbolo dei legami forti d’amore che tutti noi stabiliamo nella vita».E lei ha un amore in questo momento?«No. Attraverso una fase particolare, di grande cambiamento. Sto esplorando me stessa».Ha provato imbarazzo nel girare la scena più forte del film, quella in cui si concede in chiesa all’arcivescovo Tesorone (il magnifico e inquietante Peppe Lanzetta)?«No, l’avevamo provata tanto e poi mi sono sentita a mio agio sul set dove c’era anche un Intimacy Coordinator. Quella scena è importantissima perché Parthenope, coperta solo dai gioielli di San Gennaro che le conferiscono l’energia del potere, diventa una donna: andando a cercare consapevolmente il proprio piacere in chiesa, raggiunge l’emancipazione».Lei si sente libera e spregiudicata come Parthenope?«Sempre di più grazie al mio personaggio che apparentemente non ha paure. Anch’io sto cercando di non averne, di non farmi condizionare dal giudizio degli altri».Al di fuori del cinema chi è Celeste?«Una ragazza normale che sta vivendo un sogno, un privilegio arrivato senza che avessi troppe esperienze alle spalle. Amo la natura, gli amici, la famiglia, il ballo».È una under 30 impegnata o rassegnata ai guasti della società?«Sono una via di mezzo tra il desiderio di difendere il mondo perché sia sempre migliore e la disillusione politica tipica della mia generazione. Senza estremismi».Che tipo di rapporto ha con i social?«Stretto, come purtroppo lo abbiamo tutti. Dopo Parthenope ho intensificato i post centrandoli però sul mio lavoro. Prima erano più... contaminati dalla mia vita privata».È entrata nel cinema dalla porta principale: ha un piano B qualora la sua carriera incontrasse qualche intoppo?«Ce l’ho, come tutti, ma preferisco non rivelarlo. Per ora non ho progetti, le proposte che arrivano vengono selezionate a monte dal mio agente. Preferisco concentrarmi sul tour promozionale del film per concluderlo al meglio, poi vedremo. Voglio essere un’attrice seria, sempre connessa con il mio istinto».Come definirebbe questo periodo della sua vita?«Di crescita. Mirabolante».