La Stampa, 16 novembre 2024
I negozi del centro di Torino per gli Atp finals
Tra scarpe, cappelli, maglioni e profumi. L’accessorio universale, tra le vetrine del centro di Torino, è uno solo: la pallina da tennis. Da Porta Nuova a piazza Vittorio passando per via Roma, via Po e via Pietro Micca, le passeggiate dei torinesi si sono colorate di giallo e di blu: i colori delle Atp Finals. Ma anche di racchette, gadget e poster dei migliori otto tennisti al mondo. Si contano sulle dita di una mano i negozi del centro che non hanno cavalcato la Sinner mania. «Ed è pieno di clienti stranieri»: il tennis, da giorni, fa da volano all’economia torinese.L’effetto Finals è ben fotografato dalla presidente di Ascom Confcommercio Maria Luisa Coppa: «Se da un lato vediamo un incremento immediato per settori come la ristorazione e l’ospitalità – racconta – dall’altro crediamo che un evento come questo contribuisca a consolidare un’immagine di Torino come destinazione di eccellenza, attraente per turisti e visitatori sia italiani sia internazionali». Dai ristoranti agli hotel, Torino è piena di turisti. Quest’anno, grazie all’ascesa di Sinner, «si nota in particolare una crescita delle presenze italiane» conclude Coppa. Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino, aggiunge: «C’è stata un’ottima pressione dei flussi turistici sugli hotel cittadini generati dalle Finals. Molti appassionati stanno già chiedendo informazioni per prenotare in vista dell’edizione del prossimo anno». E tutti sperano di poter contare su altri anni di Finals in città.Intanto, Torino si gode il tennis in vetrina. La piadineria Al Passatore in via Barbaroux vince il premio originalità. Alle palline che compongono la scritta «Atp Finals» in vetrina sono affiancate quattro racchette di legno. Sono quelle di William Pari, 70 anni, storico titolare del locale nato nel 1995. Ed ex tennista: «Sono stato anche campione piemontese over 60 in doppio qualche anno fa, sa? Si giocava al Club Green Park. Il grande ospite era un giovane Sonego, quando ancora era numero 150 Atp». Le sue piadine vanno per la maggiore tra i turisti: «È un trend che noto da dopo il Covid: il centro è invaso di turisti stranieri. Eventi così fanno il bene della città».E il volano all’economia locale non si nota solo in centro. Nell’area intorno all’Inalpi Arena c’è chi ha deciso di fare l’orario continuato o, almeno, di estendere il pranzo fino alle 16. Un modo per adeguarsi ai ritmi dei match in calendario. Un esempio su tutti è quello del ristorante L’Oca di Pulcinella di corso Agnelli: «Partiamo dalla mattina presto per la preparazione del pranzo per arrivare alla notte, capita spesso di avere gente a cena alle 23 – racconta il titolare Sandro Sanna – Abbiamo dovuto adeguarci a livello organizzativo del personale, ma è giusto garantire un servizio. Gli incassi? Rispetto a quelli di una settimana ordinaria sono il doppio».Famiglie, coppie, comitive. Sono diverse le tipologie di clienti che si affacciano ai tavoli dei ristoranti, dal centro a piazza d’Armi e ritorno. «Si lavora parecchio: quando finiscono le Finals?», scherza Michela, cameriera. Che si affretta a dire: «Se mi sentisse il capo...». I piatti più richiesti? «Vitello tonnato e battuta di fassona, ovviamente».