la Repubblica, 16 novembre 2024
Il museo dei sassi e il museo delle terre
Caro Merlo, a Facen di Pedavena (Feltre, Belluno) c’è la Comunità Incontro, retta da Aldo Bertelle, dove vivono ragazzi e persone che hanno qualche conto aperto con la vita (soli, orfani, assegnati dal tribunale, psichiatrici). Un posto comunque magico. Tra le mille iniziative, anche di musei, strani e straordinari, come ad esempio “il museo dei sassi” (pezzi di “materia” che raccontano la nostra storia: un pezzo del guardrail arroventato di Capaci, un mattone del Muro di Berlino, un piattino di sassolini con lettera autografata di Rudolph Giuliani: “È la richiesta più strana che ho ricevuto nella vita, vi dono questo pugno di sassi e pietrisco, di nascosto, perché anche le macerie appartengono all’associazione vittime dell’11 settembre”). O il “museo delle terre”, che provo a spiegare meglio. I paesi riconosciuti dall’Onu sono 193. Aldo ha chiesto ad amici vari, di riportare un sacchetto di terra da ognuno di quegli stati. Poi ha versato il contenuto in una grande boccia di vetro, che sta in mezzo al museo. Quindi ha impastato e cotto 193 mattoni, spediti a 193 presidenti, con una lettera che diceva: “Questo mattone contiene le terre di tutto il mondo, Non sapreste riconoscere la vostra da quella del vostro ‘nemico’, ma in suo nome combattete da anni e la impregnate con sangue innocente. La terra è una soltanto, per tutti”. Da brividi.Luca Cardinalini – Marsciano (Perugia)Oscurata dall’Italia che, acida e arrabbiata, domina la politica e il giornalismo televisivo, c’è un’Italia fuori mano e fuori norma che sorprende l’Italia.