la Repubblica, 16 novembre 2024
I guadagni della TikToker Strazzer
Oltre 2,5 milioni di follower, 7 di fatturato nel 2023 e un brand di gioielli, Amabile, lanciato nel 2019 con 300 euro, che oggi impiega 35 persone (età media 26 anni). Martina Strazzer, 24enne modenese, la mente dietro Amabile, è un’imprenditrice e creator digitale che Forbes ha inserito l’anno scorso tra i 30 Under 30 da tenere d’occhio [è emerso che si paga per entrare in questa classifica, non è attendibile! nde]. Sta facendo crescere il suo marchio anche grazie a un percorso molto personale sui social. Ha uno stile spontaneo e ironico che alterna aneddoti personali ai post di promozione dei suoi gioielli: soprattutto orecchini (il più venduto è il saliscendi Lovli ), ma anche anelli, collane e bracciali per un pubblico giovane. «Non mi ispiro agli altri influencer», spiega a chi la accosta a Chiara Ferragni. La strada l’ha trovata da sola. All’inizio, durante la pandemia, faceva sketch divertenti su TikTok, si presentava come un personaggio comedy ai suoi 14 followers. «Sì, erano davvero 14. Nel frattempo però avevo aperto il mio piccolissimo business, perciò c’era una separazione tra il mio alter ego social e la mia vita. Non mi identificavo davvero nei contenuti che pubblicavo. Così ho cambiato rotta e ho cominciato a raccontare la mia impresa: successi e fallimenti, idee azzeccate ed errori, in totale trasparenza».Dopo aver puntato sull’intrattenimento, Martina si sposta gradualmente su una comunicazione più commerciale (adesso anche come testimonial per altri marchi) mantenendo la sua spontaneità. In altre parole, mettendoci la faccia. Da quel momento i fan crescono in modo esponenziale. Il segreto del successo? «Fare della community la testimone diretta della mia crescita». E non mostrarsi diversa da com’è: una ragazza di 24 anni determinata ad aumentare il suo fatturato e il suo seguito social, ma soddisfatta di una quotidianità normale in una città di provincia, «in cui il lavoro non fagociti la vita privata». Si rispecchia nelle sue clienti-tipo: donne tra i 20 e i 35 anni che studiano e lavorano. E la seguono sui social attratte non solo dal suo carisma leggermente understated, ma anche dal messaggio di emancipazione che incarna. A nemmeno 20 anni ha annunciato ai suoi che avrebbe lasciato l’università per lanciare la sua start up. Non ha avuto approvazione né aiuti materiali, eppure è andata avanti. Oggi anche i genitori sono coinvolti nel progetto. Adesso è appena tornata dalle Maldive, un viaggio di piacere e di lavoro. Da due anni infatti regala a quattro fortunate followers il Golden Ticket, un biglietto per gli atolli tropicali. È lei stessa a farsi carico dei costi e ad accompagnare le vincitrici: «Per me è un modo per cementare il rapporto con la community». Pochi giorni di vacanza che servono a gettare le basi di un’interazione reale, «oltre a fornirmi in presa diretta l’identikit delle mie clienti». Se la generazione precedente a quella di Martina comunicava soprattutto attraverso articoli e blog, «per noi cresciuti con TikTok e con le storie di Instagram, la condivisione immediata della quotidianità sui social è naturale, ha infiltrato la vita, senza soluzione di continuità tra reale e virtuale». Il virtuale non basta, però. Per cementare la fiducia, c’è bisogno della prova di realtà. Occorre essere autentici per continuare a vendere online e per mantenere una buona reputazione aziendale. Nella visione di Martina significa, oltre a proporre prodotti di qualità, cambiare la cultura tossica della performance. «Per me è fondamentale rendere l’ambiente di lavoro più positivo promuovendo il confronto, accettando l’errore e la distrazione, per correggerli e per migliorare». Serve a progredire in modo sano, concedendosi al tempo stesso di allargare gli orizzonti. «I miei progetti non si fermano. Nel 2025 l’obiettivo principale è aprire negozi che non siano solo pop up temporanei. Poi, aggiungere altre linee di gioielli per target diversi e, più il là, espanderci fuori dall’Italia». Non mancano le idee, e nemmeno l’entusiasmo. L’unica paura, dice, «è affidarmi alle persone sbagliate. Sono giovane, ancora inesperta». Un timore umanissimo, normale. Proprio come Martina.