la Repubblica, 16 novembre 2024
Spettatori del film su Berlinguer insultati
Sabato 9 novembre, cinema multisala di via Tuscolana, Roma. Ultima proiezione del film su Berlinguer, La grande ambizione. A film iniziato quattro ragazzi giovanissimi, incappucciati, iniziano a camminare davanti allo schermo, parlano ad alta voce, illuminano il pubblico con luci, sputano a terra. Erano probabilmente già in sala, o in una sala attigua. Aprono le porte del cinema per far entrare altri ragazzi, diventano in totale una decina, uno col monopattino.Urlano al pubblico «comunisti di merda», insultano una ragazza straniera, sputano ancora. La proiezione viene interrotta su richiesta del pubblico, intervengono due dipendenti del cinema, una signora ha nel frattempo chiamato il 112. I ragazzi scappano.È la prima volta che accade una cosa del genere in questo cinema, dice il personale. Arrivano i carabinieri, redigono un verbale.Dicono «sono solo ragazzate», a quel che riferiscono i testimoni.Nessuno viene identificato (i ragazzi del resto all’arrivo dei carabinieri non c’erano più).Poco o niente, dicono i commenti sui social, al confronto di quello che è successo ieri in trenta città italiane durante le manifestazioni studentesche.Cori, slogan contro il governo, in un caso un fantoccio del ministro Valditara bruciato, in altri casi foto della premier Meloni stracciate. Cartelli coi volti degli esponenti politici coperti da mani insanguinate, tra i molti anche quello della segretaria del Pd Elly Schlein.Atti di vandalismo, lancio di sostanze urticanti, bandiera italiana imbrattata di vernice.Azioni violente inammissibili e difatti: cariche della polizia, identificazioni, arresti. «Zecche rosse», ha detto Salvini. «Spero che certa politica smetta di proteggere o giustificare queste violenze e si unisca senza ambiguità alla condanna». La condanna è difatti unanime. Non sono ragazzate, quando l’aggressione è personale e diretta. Non è una questione numerica, volumetrica. Non lo sono mai.