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 2024  novembre 15 Venerdì calendario

Reportage da Chiomonte, 900 abitanti e un neonato

Grande notizia a Chiomonte: il 2 novembre è nato Liam Boeru, figlio di Alexandra e Stephan Boeru, migranti romeni partiti da Bacau, lavoratori e cittadini italiani, arrivati in val di Susa nel 2011. È una grande notizia perché tutti i borghi si stanno spopolando, così come i paesi e persino le città.I morti sopravanzano i nuovi nati, di migliaia e migliaia. L’Italia invecchia, le culle sono vuote. «Noi siamo felici di stare qui a mezza montagna», dice la madre dell’ultimo bambino nato a Chiomonte. «I prezzi sono più ragionevoli di quelli dell’alta valle. Ed è molto comodo per il lavoro di mio marito».Erano 2 mila abitanti all’inizio del secolo scorso, poi scesi drasticamente nel Dopoguerra e risaliti a 1.100 nel momento d’oro dello sci – gli Anni Settanta – quando la neve c’era davvero e la piccola stazione del Pian del Frais funzionava a pieno regime. È cambiato tutto, con una costante: l’invecchiamento della popolazione. Alle ultime elezioni comunali gli aventi diritto al voto erano 779, su 865 residenti. Il calcolo è presto fatto, tolti pochi abitanti di origini straniere che ancora non possono votare, ecco i giovani. Un’ottantina di minorenni, per arrivare fino al piccolo Liam. «Incredibile, la nascita di quel bimbo! Per noi è davvero una bella notizia. Capita sempre più di rado. La gente non fa più figli. Questo paese sta invecchiando a vista d’occhio», dice l’imprenditore Franco Riccardino. In tutta la Val di Susa e la Val Sangone nel 2023 sono nati 580 bambini, su una popolazione di 118.280 residenti. Minimo storico.Eppure questo, che si chiama Chiomonte, è il paese dove passerà il treno del futuro. C’è il cantiere della linea ad alta velocità Torino-Lione. Opera grandiosa e strategica per qualcuno, immane spreco di soldi e devastazione ambientale per qualcun altro. Adesso stanno costruendo lo svincolo autostradale necessario per fare arrivare i mezzi per lo scavo. Il cantiere durerà vent’anni. Nessuno sa dire cosa sarà di questi luoghi quando il primo treno veloce passerà dentro la montagna. Fatto sta che oggi a Chiomonte è in vendita la gastronomia, è in vendita il negozio di ferramenta, ci sono cartelli su molte case: «Vendesi». E anche il negozio della parrucchiera ha i giorni contati. «Sono qui dal 1981 e credo di avere diritto di riposare un po’», dice Donatella la pettinatrice. «Noi di cose ne facciamo eccome per cercare di attrarre gente, alla sagra delle frittelle abbiamo lavorato come matti. Ma è difficile trovare persone che vogliano venire a trasferirsi qui per mettere su famiglia». Un’altra bambina: un’altra coppia di romeni. C’è poi una famiglia, con il cognome tipico locale, che ha quattro figli. Alla scuola elementare vanno 27 bambini, sono tutti i bambini della zona: Gravere, Exilles, borgate, frazioni. «Da cinque aule, siamo passati a due. Ma vediamo segni incoraggianti» dice il maestro Matteo Ghiotto. Il piano è stato questo: puntare tutto sul cosiddetto «progetto del polo scolastico». Dare un servizio continuativo da 0 a 11 anni. E inventarsi una scuola moderna, sul modello toscano della scuola senza zaino: «Dove i libri restano in classe e ci sono spazi di formazione più liberi e più condivisi».«I nuovi nati arrivano soprattutto per questo motivo», dice il sindaco Roberto Garbati. «Perché cerchiamo di dare un servizio ai genitori, aiutando anche le coppie con tanti figli. Un’altra ragione è il prezzo delle case, che qui è molto più competitivo rispetto ai posti del turismo di alta montagna. Poi è chiaro: la diagnosi infausta sulla denatalità è un dato di fatto. Ci riguarda, come riguarda l’Italia».Così come c’è la periferia delle grandi città troppo care e escludenti, c’è anche la periferia dei luoghi del turismo di massa. Ed è lì che, qualche volta, scelgono di andare coppie di lavoratori giovani.A casa della famiglia Boeru si festeggia: «Questo è un posto tranquillo, va benissimo per crescere dei bambini piccoli», dice la mamma dell’ultimo nato. Fra i residenti arrivati da lontano, c’è anche il caso di un consigliere comunale che si è trasferito con la moglie da Bari a Chiomonte. Si chiama Francesco Labianca: «Per me è una sfida. Ho le deleghe alla cura del patrimonio e ai fondi strutturali. Insomma, devo cercare di immaginarmi il futuro di questo posto. C’è pochissima gente giovane, e questo è un problema. Dobbiamo ristrutturare il patrimonio immobiliare, visto che molti alloggi sono fermi agli anni Settanta. Ma più di tutto dobbiamo ristrutturare una rete sociale, dando servizi e attirando nuove coppie».Ovunque si guardi questa storia, anche da un paese di mezza montagna, la sfida del futuro è sempre la stessa: case nuove ecologiche, scuole per i figli, servizi per i genitori, stipendi adeguati alla vita. C’è un dato che pochi ricordano: tutto è iniziato nel 2009. La grande crisi della denatalità in Italia coincide perfettamente con la grande crisi economica ancora in corso.