Corriere della Sera, 15 novembre 2024
Zapping tra Sinner e la Nazionale
Un derby così, in casa Rai, forse non si era mai visto: Rai1 contro Rai2, la Nazionale di calcio contro Jannik Sinner. La vittoria televisiva si misura solo in ascolti e questa mattina molti tifosi non resisteranno dal consultare i dati Auditel. Calcio contro tennis. Fino all’esplosione di Sinner non ci sarebbe stata partita: il calcio è lo sport nazionale, specie quando gioca la Nazionale; il tennis invece è ancora elitario e l’Atp Finals, nonostante il ricco montepremi, è un torneo a metà tra i Masters 1000 e gli Slam. Ma noi italiani siamo fatti così: quando qualcuno vince (vela, sci, ciclismo, persino il curling) abbiamo la tendenza a immedesimarci, a salire sul carro. Zapping frenetico, pollice sotto pressione, gioco speculare su entrambi i fronti, ma l’Italia segna subito e attrae più dei lunghi palleggi da fondo campo. Ma anche Sinner non scherza. Due sport a confronto: quello più popolare su una rete, quello più esclusivo sull’altra. Ma anche due modelli di narrazione sia nelle riprese che nelle telecronache. Il calcio ha bisogno di molte telecamere (a volte per la Var non bastano) e di un racconto orale che tende a surriscaldarsi, timoroso del silenzio e ricco di gergalità («abbassare gli avversari», «giocatore sottopunta», «il giropalla …»). Il tennis è discreto, più semplice da riprendere e da commentare, è scortato da parole dolci. Non si dice zero ma love (deriva da l’oeuf, «uovo dell’oca», metafora ovale, non dall’inglese amore). Alberto Rimedio e Marco Fiocchetti interpretano lo stile Rai (il linguaggio screziato dall’ostinazione), Lele Adani «calcia» con passione, Adriano Panatta «smeccia» con ironia e nostalgia del bel gioco d’antan. Sinner liquida Medvedev in un’ora e 13 minuti, quando la Nazionale gioca il 50’. Lo share è sicuramente del calcio. E anche la vittoria sul Belgio.