Corriere della Sera, 15 novembre 2024
Zampaglione è stato male dopo un’operazione
A volte le canzoni offrono un salvagente non solo a chi le ascolta, ma anche a chi le scrive: Federico Zampaglione, voce e anima dei Tiromancino, racconta di essersi «letteralmente aggrappato» a Il cielo, nuovo brano che esce oggi. La genesi ha infatti coinciso con un evento critico, oltre che inaspettato: «Prima dell’estate sono andato in ospedale per un intervento che doveva essere molto semplice, la rimozione della colecisti. Avrei dovuto tornare a casa il giorno dopo e infatti appena mi sono svegliato stavo benissimo».
Qualche ora dopo, però, la situazione è precipitata: «Improvvisamente sono cominciati dei dolori indescrivibili e spaventosi. Una cosa disumana. Sono stato rioperato, ma stavolta mi hanno tenuto in sala operatoria quattro ore e le cose hanno preso tutt’altra piega, la situazione era seriamente compromessa». Di quel che è seguito, Zampaglione ha ricordi sfumati: «Ho trascorso i primi cinque o sei giorni in stato di semi incoscienza, sentivo solo tanto dolore e avevo sonde infilate ovunque. Percepivo delle facce preoccupate, a partire da mia moglie, fino ai medici».
Poi, è arrivata la canzone: «Fissavo il cielo dalla camera dell’ospedale e in quei momenti vai all’essenza della tua anima e ho iniziato a elaborare una melodia nella mia testa, partendo da lì. Quando il brano ha preso forma, mi ripetevo che dovevo riuscire a farlo ascoltare. È stato un appiglio importantissimo, mi ha aiutato a mettercela tutta per risalire quando mi sentivo appeso a un filo».
Zampaglione ha temuto di non farcela: «È stato il momento più difficile della mia vita. Sentivo il dispiacere per le persone a cui voglio bene, ma c’erano le coliche biliari talmente micidiali e inverosimili, in cui faticavo a pensare di arrivare alla notte. I medici hanno detto che si è trattato di complicazioni che possono succedere, ma sono rare, una volta ogni 3-400 persone».
Tornato a casa, gli strascichi sono stati lunghi: «Ho provato a rimettermi in attività, ma mi stancavo e mi veniva la febbre alta. Dopo due concerti ho cancellato tutti gli impegni di giugno e mi sono concentrato sul riprendere a fare le cose di sempre, festeggiando la normalità». Una visita di Franco126 ha portato al completamento di Il cielo: «Era passato per un saluto e gliel’ho fatta sentire. Così ci abbiamo lavorato insieme».
Il brano gli ha dato una conferma: «La musica mi aveva già salvato da situazioni emotive molto pesanti e anche in questo caso ha trasformato un’esperienza terrificante in qualcosa che ha tutta un’altra prospettiva, che fa sognare e dà speranza».
Il cielo, dunque, «è una canzone d’amore verso la vita, dedicata a tutte le persone che hanno bisogno di un po’ di positività perché stanno attraversando un momento difficile».
Dopo «il momentaccio», sono arrivate le soddisfazioni sia sul fronte della musica che del cinema: «Sono stato in tour con i Tiromancino e poi il mio ultimo film The Well è andato incredibilmente molto bene, pur essendo un horror indipendente».
Sembra muoversi su due mondi lontanissimi, ma gli intenti sono simili: «Nella musica non cerco il ritornello da spiaggia o il tormentone, ma provo a creare atmosfere ed emozioni. Con i film è la stessa cosa: la paura è un’emozione primaria e trovo che anche nell’horror ci siano romanticismo, fantasia e inventiva». Ora cosa lo attende? «Nel prossimo futuro sicuramente suoneremo dal vivo, ma ormai non pianifico più niente. Intanto c’era una canzone che volevo fare uscire perché è importante per me».