La Stampa, 14 novembre 2024
Agli Atp finals tifosi da 101 paesi
Le Isole Pitcairn sono un territorio d’oltremare britannico abbandonato in mezzo al Pacifico meridionale. Alle fine del 1700 hanno ospitato gli ammutinati del Bounty, oggi nell’arcipelago vivono un pugno di persone: 34, per la precisione, secondo l’ultimo censo. Una di loro arriverà a Torino per assistere a una partita delle Atp Finals. Il dato salta all’occhio scorrendo l’elenco dei Paesi da cui sono stati acquistati i biglietti per il torneo tra gli otto migliori tennisti del pianeta. Ci sono 101 Stati, tredici in più dello scorso anno: è l’edizione torinese più globale di sempre.Kevin e la moglie Pamela, 56 e 58 anni, arrivano da Singapore: «Abbiamo fatto 13 ore di aereo per arrivare fino a qui e tifare Sinner», esclama la donna. Il marito la guarda perplessa: «Il nostro idolo è Novak Djokovic – ammette lei con un sorriso – ma quando si è diffusa la notizia del suo ritiro, non abbiamo avuto dubbi: tifiamo per Jannik, è davvero il numero uno. Non soltanto in campo». La coppia si fermerà a Torino per una settimana (hanno acquistato otto biglietti) e ha già visitato il Museo Egizio e quello del cinema: «Questa città è sorprendente – sottolinea l’uomo –. Probabilmente senza le Atp Finals non l’avremmo mai scoperta».Freddy e Carla sono una coppia di venezuelani, ma la loro vita tennistica è un eterno derby: «Io sono qui per tifare Sinner, lei invece sostiene Alcaraz – spiega l’uomo –. In questo sport siamo sempre ai due estremi della rete: io ero un devoto di Federer, mentre lei si schierava con Nadal». A Torino avrebbero dovuto venire già lo scorso anno, ma alla fine il viaggio saltò: «Abbiamo passeggiato per il centro e ci siamo resi conto di quanto sia bella questa città», racconta la donna.Dall’Argentina alla Nuova Zelanda, passando per Arabia Saudita e Saint Kitts e Nevis, le Finals sono un torneo senza frontiere, che vede arrivare tifosi dai quattro angoli del globo. Quest’anno è rappresentata oltre la metà degli Stati riconosciuti dalle Nazioni unite: il mappamondo delle nazioni “partecipanti” è colorato per oltre i due terzi della superficie. L’elenco dei Paesi in cui sono stati venduti i biglietti include anche luoghi molto lontani. Meglio: remoti. E in alcuni di questi la tradizione tennistica è irrisoria, non c’è neppure un rappresentante di livello nel circuito. Eppure c’è qualcuno che da quelle latitudini ha raggiunto o raggiungerà Torino. Per dire: qualcuno arriva da Tonga, in Polinesia, o dal Gabon (Africa occidentale). Si tratta, ça va sans dire, di percentuali residuali al botteghino, ma che danno la misura di quanto sia globale la passione per il tennis e le Finals.Su piazza d’Armi Marcos e la moglie Sandra, lui brasiliano e lei colombiana arrivati da Orlando, negli Stati Uniti, si dirigono verso il Fan Village. «Siamo fanatici del tennis, in passato abbiamo assistito ai più grandi tornei, dal Roland Garros a Wimbledon – racconta la donna –. Ma nessun torneo ha l’energia che si respira qui». Quello che li ha sorpresi è lo show all’interno dell’Inalpi Arena: «Luci, musica e clima: è uno spettacolo davvero fantastico», spiega lui.All’interno del foyer del palazzetto, intanto, un gruppo di amici arrivati dalla Svezia assiste all’allenamento del tedesco Zverev. «Eccola, la cosa più bella di questo torneo: vedi i giocatori a pochi centimetri: puoi apprezzare ogni dettaglio del loro gioco. In molti altri appuntamenti del circuito questo non accade», spiega Axel, 32 anni.Per il terzo anno consecutivo, la Svizzera guida la classifica dei Paesi esteri in cui sono stati venduti più biglietti (2,63% del totale), seguita da Brasile (1,77%) e Germania (1,71%). Chiudono la top 5 Stati Uniti d’America, con l’1,35%, e il Regno Unito (1,25%).