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 2024  novembre 13 Mercoledì calendario

Elon il vero leader del sovranismo globale

No, non è un’eminenza grigia Elon Musk. Non è, o non è soltanto, il consigliere o consigliori di Trump. È diventato in un attimo qualcosa di molto di più. Un agente politico in proprio o direttamente delegato da The Donald per gli affari europei. 
Si era pensato in queste settimane che il patron di Tesla e di X, lo stratega della trionfale campagna trumpiana, l’effervescente miliardario ex democratico diventato super-conservatore a modo suo, si sarebbe trasformato nell’incarnazione del potente dietro le quinte, del manovratore influentissimo ma discreto (viste le tante attività economiche di cui è titolare: compresa quella di preparare il nuovo mondo su Marte) e insomma, come scrive nel «Dialogo sul potere» il giurista tedesco Carl Schmitt, il più machiavellico dei grandi pensatori politici del 900: «Davanti a ogni camera del potere diretto si forma un’anticamera di influssi e di poteri indiretti, un accesso all’orecchio del potente, un corridoio verso la sua anima». 
Questo doveva essere, per chi pensava di conoscerlo ma evidentemente non lo conosce, Musk nella sua relazione con Trump, con l’America e con l’universo. E invece: sorpresa! 
L’eminenza non grigia, sempre in t-shirt da forever young, carico di figli, di soldi e di intenzioni politiche che lui definisce «rivoluzionarie», s’è ritagliato subito – e l’interventismo sui giudici italiani è la prima riprova evidente – un ruolo da mattatore globale e da giocatore a tutto campo. Con particolare attenzione, prima di portarci tutti su Marte, all’Europa. Dovevamo aspettarcelo. Nei riguardi dell’Italia, per esempio, Musk ha sempre avuto una sensibilità particolare. Ampiamente ricambiata. A Pontida, nel più identitario raduno leghista, avrebbero fatto carte false per averlo insieme ad Orban. E proprio con Orban, ma anche con Wilders che da destra governa in Olanda, il miliardario sudamericano che ha conquistato gli States ha un’affinità politica che sia lui sia loro vogliono far fruttare abbondantemente. 
Il guru di Trump non è solo il guru di The Donald – conta più lui o l’altro?, ci si comincia a chiedere a Washington – ma si sta anche proponendo come il leader dell’internazionale sovranista. Sovranisti di tutto il mondo unitevi e io vi guiderò: questo il grido di battaglia. Al punto che Steve Bannon è preoccupato di venire surclassato. 
Musk punta molto sull’Italia. E punta quasi, ma forse non è una prospettiva giudicata troppo conveniente nella nostra destra che ha imparato il linguaggio e la pratica della cautela, a farsi tutor del governo meloniano. Con Giorgia del resto il rapporto c’è, eccome. Alla festa di Atreju 2023, acclamatissimo, il padrone di X – che è la sua vera arma di lotta e di governo – intervenne nei nostri affari politici, portando tra le braccia uno dei suoi numerosi figli e dettando questa linea: «L’Italia agisca per la natalità». E poi: «Se volessi aprire un’azienda in Italia mi chiederei: ci saranno giovani che ci possono lavorare?». 
Via i migranti dallo Stivale, basta con i giudici anti-governo e fate più bambini, prescrive per l’Italia la dottrina Musk. E ai suoi seguaci in Ue, egli raccomanda: «Non fatevi influenzare dai catastrofisti climatici. Quella ambientale non è affatto una minaccia così grande come si dice. E non si può fare a meno, nell’immediato, di petrolio e di combustibili fossili». Un’Eminenza grigia non prenderebbe mai posizioni così nette e di rilievo così clamorosamente internazionale. Mentre un mattatore amante delle destre e voglioso di ispirarle e condurle proprio questo direbbe e infatti lo dice. 
Aveva promesso, appena Trump ha stravinto: «Resterò in politica». E così è. Ma le ovattate stanze della Casa Bianca non sono in grado di contenere la sua esuberanza. Non possono trattenere l’esplosività di un personaggio che vuole essere, e lo è, insieme influencer e, in una maniera molto particolare e personalissima, statista anzi eroe dei due mondi. 
Chi pende dalle sue labbra intanto è soprattutto, in Europa, il gruppo dei Patrioti amici di Orban e comprensivi di Salvini. Proprio loro hanno proposto mesi fa di assegnare a Musk il Premio Sacharov per la libertà di parola. Mentre lui, a proposito di premi, ha personalmente consegnato a Meloni il Global Citizen Arward 2024. E lei lo ha ringraziato con queste parole: «Elon è un genio prezioso». A meno che, verrebbe da aggiungere, che non esageri nell’esagerare.