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 2024  novembre 13 Mercoledì calendario

Trump e il feudalesimo digitale

L’Impero colpisce ancora. O, magari, ex novo. L’Internazionale sovranista, prima ancora dell’intronizzazione del presidente rieletto (e suo leader) Donald Trump, attacca a destra e, soprattutto, a manca, menando fendenti da una provincia all’altra di quello che, un tempo, era l’impero occidentale. Nelle scorse ore, dalla sua piattaforma X Elon Musk ha tuonato «Questi giudici devono andarsene» con riferimento alla scelta dei magistrati italiani di sospendere la convalida del trattenimento in Albania dei 7 migranti e di rinviare la decisione alla Corte di giustizia europea. Del resto, il turbocapitalista Musk si è convertito da qualche tempo in capopopolo del trumpismo high tech, pur risultando – a proposito di paradossi postmoderni – un assiduo consumatore di ketamina e altre sostanze psicotrope di vario genere, nonché un utilizzatore compulsivo della maternità surrogata. E appare, così, sempre più a suo agio nelle vesti di gran visir della galassia del sovranismo globale. Anche se, verosimilmente, lui se ne vede già imperatore, al punto da voler mettere in discussione la stessa indipendenza delle bance centrali; e, pertanto, al di là della corresponsione di amorosi sensi di questa fase, e alla luce dell’egotismo caratteriale dei due personaggi, non si può escludere che il futuro possa riservare qualche frizione dirompente, fino ad arrivare a una di quelle scomuniche che Trump commina con grande facilità.In grande spolvero, a dispetto dei guai giudiziari, è anche il redivivo ideologo della destra radicale a stelle strisce Steve Bannon, che ha appena impartito perentori e non richiesti “consigli” di strategia militare e politica estera alla presidente del Consiglio italiana. E ha intimato all’Unione europea di «cacciare i soldi» se vuole sostenere Kiev nella sua lotta contro l’aggressore russo, in piena sintonia (e perfetto tempismo) con Donald Trump jr., il quale ha annunciato sprezzante la fine a brevissimo di quella che ha chiamato la «paghetta» di Volodymyr Zelensky (un argomento sul quale, in quanto parassitario “figlio di”, evidentemente vanta una certa “competenza"). Mentre J.D. Vance – l’ex hillbilly riscopertosi tale dopo una redditizia carriera da finanziere in California nella società di venture capital di Peter Thiel (altra figura chiave di questa New age del populismo di destra) – ha ribadito che l’Ucraina dovrà diventare “neutrale”, miele per le orecchie del Cremlino invasore.Insomma, a furia di attacchi in ogni dove, sembra proprio di vedere volteggiare sulle nostre teste la Stazione orbitale da battaglia Ds-1, meglio nota come «Morte nera», con il colore particolarmente appropriato dato che stiamo parlando delle figure di spicco dell’alt-right, opportunamente qualificabile come il «fascismo americano» in salsa postmodern. In questo caso, il lessico da Guerre stellari – film adorato dal tycoon di SpaceX e Tesla, e da schiere di ex nerd e geek che hanno fatto carriere strepitose nelle aziende di Big Tech – non va interpretato come un vezzo, ma preso praticamente alla lettera. A ben guardare, l’immaginario della fantascienza degli ultimi decenni – specialmente nella sua versione, ahinoi, distopica – non ha soltanto fornito delle anticipazioni di quanto stiamo vivendo attualmente in maniera sempre più evidente, ma fornisce spunti e suggestioni alla piattaforma politico-operativa dell’«Ideologia californiana». E, in particolare, della sua “corrente reazionaria”, la cui eminenza grigia è proprio il cristiano fondamentalista Thiel – una specie di Palpatine che preferisce rimanere nell’ombra, consegnando il ruolo di frontman al sodale Musk, di cui è stato talent scout e pigmalione.Questa Silicon Valley di ultradestra, a lungo sottotraccia e oggi alla riscossa, si intende alla perfezione con il businessman Trump nel nome dell’anarcolibertarismo: lo Stato deve stare “al suo posto” e supportare l’innovazione tecnoimprenditoriale dei privati, non intralciandoli con regolamentazioni, né tanto meno con quella che considerano l’«oppressione fiscale». E, nel frattempo, i tech mogul ultraconservatori hanno pure trasferito alle élites del movimento Maga tutto un pacchetto del proprio “software ideologico”, fatto di lungotermismo, socialdarwinismo, transumanesimo e accelerazionismo (di cui Bannon è, infatti, un estimatore). Ovvero la visione che profetizza il collasso della Terra e l’esaurimento delle sue risorse, e scommette sul prolungamento dell’esistenza dell’umanità (o di una sua selezionata porzione) “a lunghissimo termine” anche attraverso la colonizzazione dello spazio profondo. Un obiettivo da raggiungere accelerando la liberazione e lo scatenarsi degli animal spirits del turbocapitalismo fondamentalista e suprematista, che rifonderà il genere (post)umano. Il Medioevo postmoderno, dove a comandare senza più alcun limite sarà il feudalesimo digitale dei nuovi “baroni ladroni”, eredi di quelli monopolisti delle reti (trasportistiche ed energetiche) degli Stati Uniti dell’Ottocento