Corriere della Sera, 12 novembre 2024
Donbass, Zaporizhzhia e Kursk: i tre fronti dell’assalto
Le difese ucraine nel Donbass rischiano di sgretolarsi. Mentre l’offensiva russa nella regione di Kursk è solo nella fase preliminare, gli attacchi nel Donetsk stanno mettendo in serie difficoltà l’esercito di Kiev. I bollettini che arrivano dal caposaldo di Kurakhove si fanno di ora in ora più drammatici. I comandi non ne parlano ma uno dei canali social più attendibili, Deep State, ha descritto la manovra che sta chiudendo in una morsa la cittadina, con le truppe di Mosca che vanno all’assalto da nord, sud ed est. Il portavoce della 33ma brigatameccanizzata, Nazar Voitenkov, ha confermato i timori: c’è il rischio che Kurakhove venga accerchiata. Incursori russi stanno già penetrando nei tre villaggi che proteggono le spalle alla cittadina: oltre trenta quadrati chilometri di terreno sono stati persi in un giorno.Il piano russo non è quello di occupare il centro urbano, che prima della guerra aveva 18 mila abitanti e si affaccia su un grande lago artificiale, ma di aggirarlo. L’obiettivo infatti è di prendere il controllo dell’autostrada N15: l’arteria che porta da Zaporizhizhia a Donetsk, da cui dipendono i rifornimenti per l’esercito ucraino. Per riuscirci le forze di Mosca stanno usando in modo massiccio l’aviazione: i Sukhoi sganciano ordigni plananti da mezza tonnellata che radono al suolo ogni nucleo di resistenza, rimanendo fuori del raggio d’azione dei missili terra-aria portatili. Kiev non ha scudi perché le batterie contraeree più potenti, come Patriot e Samp-T, sono poche e proteggono le zone industriali. Secondo il governatore Vadym Filashkin anche la diga di Kurakhove ha subìto danni durante i combattimenti: ieri il livello del fiume Vocha si è alzato rapidamente di oltre un metro.Più a nord i combattimenti si intensificano intorno a Selydove, che dista solo tredici chilometri da Pokrovsk, l’altro snodo strategico della difesa. Lì la 25ma brigata aerotrasportata ucraina ieri mattina ha lanciato un contrattacco contro la 90ma divisione della Guardia. La coperta difensiva però è corta e in questo terreno pianeggiante non ci sono barriere naturali per allestire fortificazioni. Se la linea di trincee, buche nei boschi e paesini costruita tra Pokrovsk e Kurakhove venisse superata, gli ucraini sarebbero obbligati a un arretramento di dieci chilometri o forse ancora di più.Il governo Zelensky ha davanti decisioni difficili. Perché ci sono altri due settori ad alta tensione. Nella regione di Kursk continua la sequela delle incursioni, che sembrano la premessa a un attacco più massiccio affidato a 50 mila tra soldati di Mosca e nordcoreani. Lì finora sono state schierate le brigate migliori: una scelta politica, per mantenere il possesso di un territorio russo da far pesare sul tavolo di futuri negoziati. In quella di Zaporizhzhia ci si aspetta un’operazione ancora più insidiosa, perché potrebbe incunearsi lungo il fiume Dnipro e aprire una crepa profonda in tutto il fronte sud.Non è detto che i generali russi vogliano scatenare un’offensiva tradizionale, muovendo tutte le loro forze insieme: al momento usano una tattica che valorizza la scarsa preparazione dei volontari arruolati in questi mesi. Uno stillicidio di assalti, alternando colonne di una dozzina di mezzi corazzati a minuscole squadre di fanti: avanzano un centinaio di metri alla volta, poi dalla nuova posizione dirigono il fuoco di aerei e artiglieria. È uno schema lento, che comporta perdite altissime ma permette di ridurre la supremazia dei droni killer ucraini.Quanto saranno duri i prossimi mesi lo ha compreso anche la popolazione delle metropoli: ieri mattina l’allarme per il decollo dei bombardieri – che in genere lanciano missili contro le centrali elettriche – ha fatto scattare interruzioni preventive della corrente. Un black out che potrebbe ripetersi spesso, lasciando al gelo e al buio case e scuole.