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 2024  novembre 12 Martedì calendario

Il prefetto di Bologna attacca il sindaco Lepore

Dottor Attilio Visconti, partiamo dall’accusa più grave. «Il prefetto di Bologna dichiara una cosa non vera», ha detto il sindaco Matteo Lepore sul fatto che il via libera alla manifestazione di sabato della Rete dei patrioti sia stato unanime, come si evincerebbe dal comunicato divulgato domenica dalla Prefettura. Come risponde? 
«Ribadisco che in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica si è preso atto che la manifestazione era stata regolarmente preavvisata con circa due mesi di anticipo e si è fatto presente l’impossibilità di vietarne lo svolgimento in assenza di motivi ostativi. Tuttavia, come sovente avviene quando si ha sentore di possibili contromanifestazioni non preavvisate e non gestibili con una preventiva e mirata organizzazione, il Comitato ha convenuto unanimemente sull’opportunità di avviare una mediazione con gli organizzatori finalizzata a evitare assembramenti nel centro e quindi a delocalizzarla fuori dall’area storica». 
Il sindaco ha letto il verbale del Comitato: la manifestazione «dovrebbe avvenire al di fuori del centro storico. Si ipotizza a tal fine la zona di piazza della Pace». Perché si è svolta comunque in centro? 
«Chiarisco di aver chiesto al sindaco quale sarebbe stata la location più adatta per far svolgere la manifestazione, qualora la mediazione fosse andata a buon fine, e mi è stata indicata piazza della Pace. La polizia ha immediatamente avviato la predetta attività di mediazione con gli organizzatori ottenendo sia la riduzione del percorso che della durata della manifestazione e l’impegno a non raggiungere piazza XX Settembre, cosa che in effetti è avvenuta essendosi conclusa in via Gramsci. Di tale situazione il Comune era perfettamente a conoscenza già il giorno seguente al Comitato, ho avuto contestualmente modo di rassicurare circa una gestione organizzata e meticolosa dei servizi di prevenzione da parte delle forze di polizia». 
Dal Viminale era arrivata una qualche indicazione sul da farsi? 
«Smentisco categoricamente che mi sia pervenuta qualsivoglia indicazione in ordine allo svolgimento dell’evento o alle modalità di gestione da parte del ministero dell’Interno o da chiunque altro. È ben noto che ogni valutazione in materia rientra tra le prerogative esclusive dell’autorità provinciale di pubblica sicurezza. Lo ribadisco: è falso che sia stato deciso il divieto ed è falso che dal Viminale ci abbiano chiesto di cancellarlo». 
Sta facendo discutere un video in cui un militante di CasaPound intima a un dirigente di far abbassare gli scudi agli agenti e, poco dopo, i poliziotti seguono le indicazioni. I sindacati chiedono spiegazioni. Ci saranno delle verifiche? 
«La Questura di Bologna ha già smentito categoricamente che membri del citato movimento o altri abbiano inciso sulle determinazioni adottate circa le modalità di svolgimento dell’iniziativa. Le interlocuzioni avvenute tra i funzionari della Questura e i promotori rientrano nel normale dialogo che nel corso di ogni manifestazione avviene al fine di garantirne l’ordinato e pacifico svolgimento». 
Avete già sottolineato che gli incidenti sono stati causati dalle contromanifestazioni, non autorizzate, di antagonisti e anarchici. Come giudica la presenza in quei cortei di esponenti delle istituzioni locali come la vicesindaca Emily Clancy? 
«Spiace che il sindaco abbia detto che il Comitato aveva disposto un divieto agli organizzatori e che il Viminale ce lo abbia fatto cancellare. Sono ricostruzioni infondate che hanno trascinato la Prefettura di Bologna e le forze di polizia in una polemica del tutto infondata. In ogni caso, per spirito di collaborazione istituzionale, siamo comunque sempre a disposizione per lavorare insieme nell’interesse della collettività. Quanto alle frequentazioni della vicesindaca Clancy preferisco evitare giudizi».