Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  ottobre 10 Giovedì calendario

Biografia di Ratan Tata

Ratan Tata (1937-2024). Magnate indiano. Presidente e principale azionista del Gruppo Tata, la più grande azienda privata del subcontinente. «Quella di Tata è stata la figura maggiormente simbolica dell’ascesa economica indiana. Anche per ragioni puramente anagrafiche […] Nato a Mumbai il 28 dicembre 1937, Ratan Naval Tata fu cresciuto dalla nonna dopo che i suoi genitori, Naval e Sooni Tata, divorziarono quando aveva 10 anni. Suo padre era stato adottato nella famiglia principale dei Tata a 13 anni dalla nuora di Jamsetji Tata, fondatore del gruppo Tata. Dopo la laurea in architettura a Cornell, negli Stati Uniti, Tata voleva stabilirsi in California, ma la cattiva salute della nonna lo spinse a tornare in India, dove aveva ricevuto un’offerta di lavoro da Ibm. L’allora presidente di Tata Sons, Jehangir Ratanji Dadabhoy Tata, noto come JRD, lo persuase a lavorare invece per il gruppo. I due uomini erano lontanamente imparentati, appartenendo a rami diversi dell’albero genealogico dei Tata, una delle più prominenti famiglie parsi di Mumbai. Preparato da JRD, il giovane Tata iniziò la sua carriera nella conglomerata nel 1962, intraprendendo diversi incarichi in varie unità prima di entrare nella dirigenza negli anni ’70. […]. La sua salita al vertice del gruppo risale al 1991, l’anno in cui New Delhi, nel mezzo di una devastante crisi della bilancia dei pagamenti, iniziò il processo di smantellamento dell’economia pianificata voluta dal padre della patria Jawaharlal Nehru, per imboccare il sentiero del capitalismo. Tata è stato interprete di questa ondata di cambiamento anche all’interno di un Gruppo ultracentenario. Come presidente, lo ha espanso rapidamente: oggi ha operazioni in oltre 100 Paesi che nell’anno fiscale concluso lo scorso marzo hanno registrato un fatturato di 165 miliardi di dollari. Uno dei suoi primi passi da presidente fu cercare di limitare il potere di alcuni capi azienda, imponendo l’età pensionabile, promuovendo persone più giovani in posizioni di vertice e rafforzando il controllo sulle società. Ciò che Ratan Tata non ha cambiato è la vocazione filantropica del gruppo. Ancora oggi circa due terzi del capitale sociale della holding Tata Sons, è detenuto da fondazioni. Nel 1996 fondò la società di telecomunicazioni Tata Teleservices e nel 2004 portò in borsa Tata Consultancy Services, la gallina dalle uova d’oro del gruppo. Ma probabilmente sono le acquisizioni estere che più di ogni altra cosa hanno segnato il suo ventennio abbondante alla guida del colosso di Mumbai. Sotto la guida di Tata, il gruppo ha intrapreso un’espansione che a tratti è sembrata voler vendicare il passato coloniale dell’India. Tra le operazioni più famose ci sono state l’acquisto della società britannica di tè Tetley nel 2000 per 432 milioni di dollari e dell’acciaieria anglo-olandese Corus nel 2007 per 13 miliardi di dollari, all’epoca la più grande acquisizione di una società straniera da parte di un’azienda indiana. Tata Motors acquisì poi i marchi di auto di lusso britannici Jaguar e Land Rover da Ford nel 2008 per 2,3 miliardi di dollari. Le auto sono state una delle passioni di Tata. I suoi progetti preferiti in Tata Motors sono stati la Indica, il primo modello di auto progettato e costruito in India, e la Nano, presentata come l’auto più economica al mondo. Tata contribuì con i disegni iniziali di entrambi i modelli. Ma mentre la Indica fu un successo commerciale, la Nano, venduta a sole 100mila rupie (circa 1.100 euro) fu un clamoroso fallimento. Avrebbe dovuto convertire le famiglie indiane dalle due alle quattro ruote, ma nonostante il battage pubblicitario non riuscì a intercettare le ambizioni di un Paese in rapida trasformazione e dopo 10 anni la produzione venne sospesa. […] Dopo essersi ritirato, Ratan Tata è diventato un investitore di rilievo nelle startup indiane, sostenendo numerose aziende tra cui la società di pagamenti digitali Paytm, Ola Electric, e il fornitore di servizi per la casa e la bellezza Urban Company. Pilota abilitato che occasionalmente prendeva i comandi dell’aereo aziendale, Ratan Tata non si sposò mai ed era noto per il suo carattere riservato, lo stile di vita relativamente modesto e il lavoro filantropico» [Marco Masciaga, Sole] • La notizia della morte è stata comunicata nella notte indiana a cavallo tra mercoledì e giovedì • Tata si trovava in terapia intensiva in un ospedale di Bombay, dove era stato ammesso pochi giorni fa, ufficialmente per una serie di test • Aveva 86 anni.