Anteprima, 11 ottobre 2024
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Biografia di Ethel Kennedy
Ethel Kennedy (1928-2024). Vedova di Bob Kennedy. «Non era stato amore a prima vista. Ethel, che all’università cattolica di New York era compagna di stanza di Jean Kennedy aveva una cotta per John: e d’altronde Bob le preferì inizialmente la sorella maggiore Patricia. In qualche modo, però, i due si fidanzarono nel 1950, per poi sposarsi un anno dopo. Essere la moglie di un Kennedy divenne subito un impegno a tempo pieno. E partecipò instancabile, alle campagne politiche del marito, nonostante fosse quasi sempre incinta, giacché in 18 anni di matrimonio gli diede 11 figli. Un fervore mantenuto anche dopo: quando continuò a sostenne le carriere politiche appunto dei tanti figli e nipoti. Salvo astenersi, di recente, dal dare sostegno all’ultima avventura del suo terzogenito Robert: “pecora nera” del clan, aspramente criticato dai fratelli per il sostegno all’attuale corsa presidenziale di Donald Trump. Ironica, colta, energica al punto da essere definita “selvaggia” dalla cognata Jackie, moglie di Jfk cui non somigliava affatto (e con la quale ebbe sempre un rapporto difficile nonostante rari momenti di complicità: come quando la convinse a non cedere alla corte di Frank Sinatra). Memorabili, in tal senso i giochi di società che imponeva ai personaggi iconici che frequentavano la sua casa: come la volta che obbligò Harry Belafonte a insegnare ai suoi ospiti i passi del Calypso. O quando costrinse il poeta Robert Frost a presiedere una gara di composizioni in versi. Da vera Kennedy, ebbe una vita costellata di tragedie. Figlia di George Skakel, magnate del carbone, perse entrambi i genitori a 20 anni, in un incidente aereo. Affrontò il funerale del cognato presidente e poi quello del marito. Sostenne anche il dolore di perdere due figli: David, ucciso da un’overdose di cocaina a 29 anni nel 1984 e Michael morto in seguito a un incidente sui campi di sci di Aspen nel 1997 a 39. Eppure non smise mai di seguire la massima di famiglia: “Kennedys don’t cry”, non piangono. E infatti, sul volo che trasportava il cadavere di Bob da Los Angeles a New York e durante il viaggio in treno verso Washington per la sepoltura, fu lei a consolare tanti» [Lombardi, Rep]. Stroncata dalle complicazioni di un ictus. Non si era mai risposata e aveva anzi dedicato la seconda parte della sua vita a sostenere quelle cause di giustizia sociale e uguaglianza razziale care al marito. Aveva 96 anni.