Anteprima, 29 ottobre 2024
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Biografia di Massimo Donadon
Massimo Donadon (1933-2024). «Il Sorzòn» che sapeva uccidere i topi. L’imprenditore che riuscì a derattizzare New York e Londra. «L’arma da utilizzare era sempre la stessa, un’esca apparentemente succulenta con cui attirare e avvelenare il nemico sotterraneo […]. A questa pratica ultra-sperimentata aveva aggiunto un’idea imprenditoriale che suonava molto contemporanea: “Prima studiamo l’alimentazione degli abitanti della zona e poi decidiamo la miscela micidiale dell’esca: da sempre, i topi mangiano ciò che l’uomo produce”. Perciò, quando si propose all’allora sindaco di Londra, Ken “il Rosso” Livingstone, per un’imponente campagna di sterminio dei supertopi che una ventina d’anni fa infestavano il bacino del Tamigi, il Sorzòn giocò così il suo asso velenoso: “Nell’esca ci vanno farina a base di salmone, zucchero filato e vaniglia, perché i topi del Tamigi hanno il palato abituato ai fast food”. Un genio del marketing derattizzatore. Anche lì, nella Grande Mela, sbaragliò la concorrenza, che puntava tutto sui veleni chimici; lui, invece, mise a punto la sua ricetta personalizzata (scarti di fast food, come a Londra, e un tocco da maestro con abbondante ricorso alla margarina, il “burro” degli americani) e vinse la gara. Andava perciò orgoglioso di avere derattizzato New York, anche se la vittoria, come sempre in questa battaglia impari (miliardi noi umani, molto probabilmente miliardi loro), è sempre parziale. Ma persino il colonnello Gheddafi, che di questioni belliche se ne intendeva parecchio, lo chiamò nel 2007 per liberare la Libia dai ratti: “Ci ha provato in tutti i modi – disse all’epoca il Sorzòn – ma è stata una battaglia persa. Adesso lo aiuterò io”. Anche se per lavoro frequentava i bassifondi delle città, lo distingueva sempre un’eleganza innata nel vestire e pure nel trattare con le persone. Era amico personale di molti big dell’industria, a cominciare dal concittadino Luciano Benetton, di cui era stato anche compagno di viaggi: a Treviso erano leggendarie le partite a carte fino a tarda ora tra loro due, il fotografo di casa Benetton, Oliviero Toscani, e il giornalista Sergio Saviane […]. Massimo Donadon aveva chiamato la sua azienda di prodotti per la derattizzazione, basata alle porte di Treviso. con un altisonante nome tedesco: Mayer Braun. Cosa c’entrasse con la Marca trevigiana e il Veneto un nome del genere, rimane un glorioso mistero. Che lui, sornione, svelava così, tra il serio e il faceto: “Se la roba sembra tedesca, i clienti si fidano di più…”. Slogan della casa: “Facciamo esche buone da morire”» [Zuin, Cds].