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 2024  ottobre 03 Giovedì calendario

Biografia di Susan Sarandon

Susan Sarandon, nata a New York il 4 ottobre 1946 (78 anni). Attrice e produttrice cinematografica. Il suo vero nome è Susan Tomalin ma si fa chiamare con il cognome dell’ex marito. Tra i suoi film: Prima Pagina (Billy Wilder, 1974), The Rocky Horror Picture Show (Jim Sharman, 1975), Atlantic City, USA (Louis Malle, 1980), Le streghe di Eastwick (George Miller, 1987), Thelma & Louise (Ridley Scott, 1991, David di Donatello), L’olio di Lorenzo (George Miller, 1992), Il cliente (Joel Schumacher, 1994), Dead Man Walking (Tim Robbins, 1995, Oscar per la migliore attrice, David di Donatello), Shall We Dance? (Peter Chelsom, 2004), Alfie (Cherles Shyer, 2004), Cloud Atlas (Lily e Lana Wachowski e Tom Tyker, 2012). Da ultimo cista in Ti presento i suoceri (Michael Jacobs, 2023), Blue Beetle (Angel Manuel Soto, 2023), The Fabulous Four, (Jocelyn Moorhouse, 2024). Candidata cinque volte all’Oscar, nove al Golden Globe, sei al premio Emmy • «La mia carriera è avvenuta per caso».
Vita Nata nel Queens, a New York. Il padre, Philip Tomalin ha cantato nei night club e poi ha fatto il pubblicitario. La madre, Lenora Crescione, era casalinga • «Nel gran miscuglio di origini del suo albero genealogico c’è anche tanto sangue italiano, grazie al nonno di Ragusa» (Marie Claire), emigrato negli Stati Uniti nel 1916 • Anche «la nonna materna […] era italiana e si chiamava Anita Rigali. Abbandonò la mamma della Sarandon, Lenora, in fasce» (Andrea Tomasi) • Susan era la maggiore di nove figli: ha quattro fratelli e quattro sorelle. La famiglia, molto cattolica, vive a Edison, una cittadina di 100mila abitanti nel New Jersey • «“Quando ero piccola pregavamo perché i comunisti stavano per arrivare e ci avrebbero appeso a testa in giù a una croce. Volevo essere buona, avevo un rosario con cui dormivo, ogni notte, perché volevo che la santa Vergine fosse al mio fianco. Poi, una notte, guardando bene, ho visto che i grani del mio rosario emettevano un bagliore. E ho capito che non volevo vederla, la santa Vergine – ero terrorizzata”. Emettevano un bagliore? “Emettevano un bagliore perché, senza che io lo sapessi, mia zia mi aveva regalato un rosario fosforescente […] Non volevo essere una di quei bambini che vede Nostra Signora di Fatima» (Saunders) • «Guardavo film in bianco e nero con quelle attrici italiane: erano uno schianto, così lontane dalle classiche biondine che all’epoca andavano di moda. C’era qualcosa in loro che diceva sì alla vita. Sembravano così aperte, così coraggiose» (a Rose) • La educano in maniera molto rigida. «Ero decisa ad arrivare vergine al matrimonio» (Giovanna Grassi) • Eppure la sua coscienza politica è precoce: «Quando era ancora a scuola bazzicava il movimento per i diritti civili e scese in piazza per protestare contro la guerra in Vietnam. Fu anche arrestata» (Rose) • «Non avevo mai voluto recitare. Mai prese lezioni. Niente. Volevo solo andarmene dal New Jersey, e così sono andata al college» (Rose) • Nel 1964 si trasferisce a Washington, si iscrive all’Università Cattolica d’America • «Era l’epoca in cui i preti se ne andavano con le suore. E io, più studiavo la Bibbia e più capivo come tutto era stato travisato, più perdevo la mia fede. Mi sembrava non servisse a nulla, tranne forse in America latina: lì la Chiesa era ancora legata alla gente, alle lotte per la giustizia economica» (Saunders) • «All’università studiavo teatro, ma nei primi quattro anni non ti mettevano sul palcoscenico, davvero! Al massimo ti facevano fare la comparsa, ma niente di serio. Di cambiare college non se ne parlava, non potevo permettermelo. Riuscivo a pagare la retta solo perché i miei nonni vivevano a Washington, e io ero andata a stare da loro. In più lavoravo come centralinista del dipartimento di arte drammatica, forse il posto dove ho visto la maggior parte delle tragedie. E allora, quello che è successo è che, per andarmene dalla casa dei miei nonni, mi sono sposata con Chris Sarandon, uno che si stava specializzando, pensavo sapesse tutto, era più grande di me. Mi ha fatto conoscere la poesia e i film in bianco e nero. Insomma, l’ho sposato all’ultimo anno, e dopo il diploma lui è andato al Long Wharf Theatre di New Haven, e io, per stargli dietro, ho cominciato a fare la modella, le pubblicità, cose del genere» (Saunders) • Nel 1970 accompagna il marito a un provino per un film e invece prendono lei • Si tratta di La guerra del cittadino Joe, del regista John Avildsen. «Era il primo film di quella compagnia che non fosse un porno. Mi hanno chiesto di improvvisare. Ho chiesto cosa volesse dire, me lo hanno dovuto spiegare. Gli insegnanti di recitazione odiano questa storia, ma è proprio così che è andata» (Saunders) • «La ragazza scopre che recitare le riesce facile ed è anche divertente: “Ma ci ho messo dieci anni per capire che quella era la mia strada”» (Alessandra Levantesi) • Mentre il marito lavora a Broadway, Susan fa qualche soap opera e qualche pubblicità (deve pagarsi i debiti universitari) • «Mi lanciavo ovunque. Penso sia questa una delle mie più valide virtù, quella che mi ha servito al meglio. Quando qualcosa incrociava la mia strada, ero abbastanza flessibile da dire: “Sembra interessante, proviamo!» (a Rose) • «A lanciarla, nel 1975, fu […] The Rocky Horror Picture Show: “Ero amica di Tim Curry. Il giorno del casting stavo lì per caso e mi dicono: ‘Perché non provi a leggere?’. E io: ‘No, inutile, non posso cantare, ho una fobia per il canto’”» (La Presse) • «Un film unico nel suo genere, un mix perfetto tra musical, fantascienza e b-movie, dove la cultura del Novecento si ritrova sballottata in un trionfo camp. Cavalca in modo grottesco e irriverente l’ideale ‘liberato’ delle generazioni post-sessantottine, giocando con l’omosessualità e il lesbismo in modo disincantato e divertito» (Treccani) • Susan «è l’ingenua Janet […] e in sottoveste canta: «Touch-A , Touch-A, Touch Me» [Tocc-A, Tocc-A, Tocca-mi, ndr], segnando per sempre l’immaginario di intere generazioni di maschi e non solo» (Leda Balzarotti e Barbara Miccolupi) • «I miei agenti m’insultavano: “Sei pazza, non dovresti farlo questo film”. Ero l’unica in quel set ad aver fatto cinema prima...» (La Presse) • «Mi fermano di continuo per la strada per dirmi: “Ero confuso sulla mia sessualità, poi ho visto quel film”» (a Rose) • «Dalla delicata e inesperta Janet, [Susan] non fatica a cambiarsi d’abito, e per Louis Malle interpreta la prostituta Hattie, nello scandaloso Pretty baby. Il successo non tarda ad arrivare e nel 1980, conquista la sua prima candidatura agli Oscar con la pellicola Atlantic City, USA, diretta ancora da Louis Malle, diventato nel frattempo il suo nuovo compagno» (Balzarotti e Miccolupi) • Nel 1979 divorzia dal marito Chris, ma continua a usarne il cognome • «Dichiara di non credere più al matrimonio. Non si farà mai mancare uomini, ma non ne sposerà più» (Qn) • Gira una scena di sesso saffico con Catherine Deneuve nel film Miriam si sveglia a mezzanotte e sul set conosce anche David Bowie: «Siamo stati tre anni insieme. Considero una fortuna essergli stata così intima. Era un artista che si poneva sempre nuove domande e accettava il rischio della risposta. E un uomo incredibilmente dolce» (La Presse) • Ha una relazione anche con il regista italiano Franco Amurri, con cui va a vivere a Roma. All’epoca soffre di endometriosi, una malattia che la renderebbe infertile: dice di esserne guarita quando lui, nel 1984, la porta in piazza di Spagna (e di aver concepito la prima figlia, Eva, proprio sulla scalinata di Trinità dei Monti) • Alla fine degli anni 80, torna a New York e si fidanza con l’attore e produttore Tim Robbins (fino al 2009, altri due figli) • Nel 1987 fa Le streghe di Eastwick, nel 1988 Bull Durham • Nel 1991 è Louise in Thelma & Louise. Qualcuno accusa il film di istigare al suicidio: «Non avevamo la minima idea che il film avrebbe causato un tale putiferio […] Per tutti noi, stavamo facendo un film di cowboy, solo con camion e donne invece di cavalli e ragazzi. In realtà, senza volerlo e senza saperlo, abbiamo portato allo scoperto ciò che di minaccioso la donna rappresenta per gli uomini. Il desiderio di libertà e d’indipendenza. […] Butch Cassidy e Sundance Kid (che nel film con Paul Newman e Robert Redford vanno incontro alla morte, ndr) nessuno li ha mai accusati di questo» (La Presse) • Legge il libro di una suora determinata a salvare un detenuto dall’iniezione letale, e convince il marito a farne un film. È Dead Men Walking, lei stessa recita insieme a Sean Penn e finalmente vince l’Oscar come migliore attrice. «Ancora oggi mi sento con Helen, la suora vera del film. Dopo averla ricevuta, il Papa (Wojtyla, ndr) si pronunciò in modo deciso contro la pena capitale. Molte persone hanno cambiato la loro opinione leggendo il libro o vedendo il film. Questo è il genere di cose che mi commuove» (La Presse) • Ha una storia anche con Sean Penn • Nel 2009, a 63 anni, ha mollato il compagno Tim Robbins. Poi è stata cinque anni con un giovane sceneggiatore, in seguito con un finanziere con trent’anni meno di lei sempre rifiutandosi di sposarlo.
Impegno «A ventidue anni era rappresentante studentesca nelle proteste del Sessantotto, chiamata a parlare al Partito democratico. Nella sua vita recitazione e attivismo sono proseguite insieme: con Tim Robbins furono banditi dagli Oscar per anni, quando presentando nel ’93 il premio al montaggio esortarono dal palco il governo degli Stati Uniti a chiudere il campo di prigionia cubano in cui erano detenuti 250 rifugiati haitiani positivi all’Hiv. Tante le cause abbracciate, le proteste in strada, gli arresti, le polemiche. L’ultima nel novembre 2023 per alcune frasi dette durante una manifestazione per la crisi umanitaria a Gaza (“Gli ebrei americani stanno vivendo un assaggio di come ci si sente a essere musulmani in America, spesso oggetto di attacchi di violenza”), per poi scusarsi sui social. Signora Sarandon nel suo profilo X c’è scritto di lei: madre, poi attivista e attrice. Ha scelto questo ordine? “Tra le identità a cui tengo di più c’è prima la madre e poi l’attivista. Sono fortunata perché per lavoro uso l’immaginazione. E una volta che sai immaginare le cose, puoi immaginare cosa significhi essere una madre a Gaza che cerca di mantenere in vita i suoi bambini: allora hai empatia. E poi, una volta che hai empatia, sei un attivista. L’immaginazione è un muscolo che usi tutto il tempo, allora il cuore resta aperto e l’attivismo ne è il risultato diretto. Non si può fare a meno di volerlo, si deve testimoniare tutto. Tutta la bellezza e il dolore. Queste sono le storie che raccontiamo, molto importanti. Penso che avrei dovuto puntare a fare la narratrice invece dell’attrice. Potrei ancora cambiare”. Si è ritrovata al centro di polemiche per dichiarazione giudicata antisemita. “Alcune persone avevano preso una parte di una frase e l’hanno usata per dire che ero antisemita. Ma non era questo il discorso, la verità è che parlavo di come mi sento in colpa per tutti i bambini che sono stati persi. Solo che nel mio Paese, al momento, non si può criticare Israele senza essere chiamati antisemiti. Mi sono espressa, sono stata licenziata dalla mia agenzia e ho perso alcuni contratti. Non me ne pento affatto. E ho continuato a parlare. Uno dei miei figli è stato appena arrestato alla Columbia University, nelle proteste dell’altro giorno. Sono molto orgogliosa di lui, perché bisogna ribellarsi a ciò che sta accadendo, altrimenti si è complici”» (Arianna Finos) • Ambasciatrice dell’Unicef e della Fao • «Conosciuta per le sue opinioni provocatorie su una miriade di argomenti, che spaziano dall’Aids, i diritti umani, le questioni ambientali, le peripezie dei rifugiati» (Rose) • Contraria alle armi • Pacifista, si oppose alla guerra in Iraq nel 2003 «“Scelgo le parole con molta cura adesso” sussurra, come se una vocina dentro la testa le avesse detto di fermarsi. “Basta pochissimo per essere etichettati come anti-americani”» (Rose) • «Questo è un Paese che si scandalizza di più per un pompino che non per la fame nel mondo o la mancanza di istruzione» (a Rose) • Attivista del partito democratico americano. Nel 2008 ha detto: «Se vince John McCain, me ne andrò in Italia o in Canada» • Nel 2016 sosteneva Sanders, ma quando Hillary divenne candidata democratica disse che quasi quasi preferiva Trump • Arrestata nel 1999 durante una protesta (quattro poliziotti avevano sparato a un nero disarmato) e di nuovo nel 2018 per una manifestazione non autorizzata a favore degli immigrati.
Uomini e donne «C’è ancora un doppio standard nel mondo di oggi. Gli uomini li chiamano playboy, le donne puttane. Se le donne sono ambiziose, le chiamano stronze, mentre se sei un maschio sei ambizioso e basta» (a Rose) • «Quando una donna si china, un uomo vede una ciambella con la marmellata» • Sul MeToo: «Un sacco di gente ha detto no. Penso che la grossa questione qui sia piuttosto che Harvey Weinstein ti si offriva mentre eri su uno yacht a Cannes, tu lo raccontavi a tutti e tutti dicevano “Be’ Harvey è fatto così” […] Ora, sono sicura che ci sono un sacco di uomini molto più raffinati e seducenti di – e qui scoppia a ridere - Harvey Weinstein e James Toback, che un sacco di donne vorrebbero portarsi a letto pur senza avere un lavoro in cambio. Dagli anni 60 e 70 c’è stato un clima culturale per cui queste cose potevano accadere senza che tu ti sentissi per forza una vittima» (Emma Brockes).
L’arte «Il teatro dà più sicurezza in sé e, insieme, più emozione. Al cinema, in fondo, fai tutto da solo. Tra cinema e teatro esiste la stessa differenza che c’è tra fare l’amore e masturbarsi”» (Nepoti).
Curiosità Alta 1 metro e 70 • È una ex vegana: dice di essersi stufata della vita senza carne • Non le piaceva Ratzinger, le piace papa Francesco («ha cacciato i mercanti dal tempio») • «Assieme al figlio Miles ha aperto un club bar dedicato al ping pong. Quota d’iscrizione: 370 euro» (Vanity Fair) • Cittadina onoraria di Ragusa, da dove suo nonno materno partì per l’America • Alcuni dicono che tenga l’Oscar sotto il cuscino, altri in bagno (forse lo sposta) • «Dice di provare a indossare sempre qualcosa di leggero e luminoso quando va a letto e di impazzire per gli spuntini di mezzanotte: “Vado in cucina, apro il congelatore e cerco vasetti di gelato o bibite ghiacciate. Mangiare a quell’ora mi fa sentire sexy perché una persona che dice sì al cibo probabilmente dirà un entusiastico sì anche a altri passatempi notturni”» (Antenna) • Fuma marijuana • «Ero una ragazza del New Jersey, in fondo lo sono ancora, una non più giovane hippy, per certi aspetti, e amo ancora Bruce Springsteen» (Grassi).