4 ottobre 2024
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Biografia di Gabriele Gravina
Gabriele Gravina, nato a Castellaneta (Taranto) il 5 ottobre 1953 (71 anni). Imprenditore. Fondatore del Gruppo Gravina (edilizia, infrastrutture ed energia). Dirigente sportivo. Presidente della Federazione italiana giuoco calcio (Figc) (dal 22 ottobre 2018). Vicepresidente dell’Unione delle federazioni calcistiche europee (Uefa) (dal 5 aprile 2023). Già comproprietario (1982-2000, con Pietro Rezza) e presidente (1992-1996; 1998-2000) del Castel di Sangro. «Sono una persona che ama lavorare. Sono come i frati che vanno a zappare nell’orto» (a Leopoldo Gasbarro e Margherita Calabi) • «Nato […] a Castellaneta (Taranto), la città del mito di Rodolfo Valentino. Figlio di Francesco, dipendente del consorzio di bonifica, e di Maria Concetta, casalinga, Gabriele Gravina vive in Puglia fino ai 24 anni. Si laurea in Giurisprudenza, studia dai Padri Dehoniani, che invitano a uscire dalle sagrestie, si dedica all’associazionismo dopo l’incontro con don Leonardo Molfetta, vive il circolo culturale La Fenice e la comunità L’Incontro, che assiste i più deboli: c’è una cassetta dove ciascuno dona quel che può e prende secondo i suoi bisogni. Nel ’77 si trasferisce in Abruzzo. […] Un passato da centrocampista dilettante, si avvicina al calcio a Castel di Sangro, seimila anime in provincia dell’Aquila, dove a metà degli anni ’80 il sindaco Gargano rilancia la città con lo sport e coinvolge Pietro Rezza. Per i tifosi diventerà Don Pierino, il patron: nella sua azienda di costruzioni lavora Gabriele, nipote acquisito. Gravina prende la squadra in seconda categoria nell’82: arriva in B nel ’96, quando il tecnico Jaconi, in finale play-off, fa entrare a sorpresa il secondo portiere Spinosa per parare i rigori. Una favola. Il giornalista americano Joe McGinniss si stabilisce in Italia per la prima stagione fra i cadetti e ne scrive un libro, Il miracolo del Castel di Sangro, in cui accuserà la squadra d’aver regalato, ormai salva, l’ultima partita al Bari. […] McGinniss fu condannato a risarcire i danni. […] Gravina avvia negli anni ’90 il primo percorso universitario legato allo sport, all’Ateneo di Teramo, dove […] insegna materie economiche al corso in Management delle imprese dello sport e del turismo e a Scienze della comunicazione. In questa fase si lega al futuro presidente Fifa, Gianni Infantino» (Francesco Saverio Intorcia). «La cavalcata del Castel di Sangro diventa il trampolino per l’ascesa politica di Gravina, che segue le orme di Giancarlo Abete: consigliere federale, capo delegazione della Nazionale Under-21, nel 2006 è nella spedizione che vince il Mondiale a Berlino. Dal 2015 è presidente della Lega Pro, la Serie C, e punta al vertice Figc: prima candida Abodi contro Tavecchio (e Lotito), poi viene eletto lui stesso alla presidenza a ottobre 2018 col 97% dei voti anche grazie al presidente dei Dilettanti, l’allora parlamentare forzista Cosimo Sibilia: c’è chi giura ci fosse un accordo per alternarsi alla guida due anni più tardi. Non se ne farà nulla, Sibilia diventerà il suo acerrimo rivale e finirà per dimettersi sulla spinta di una pressione interna alimentata proprio dalla Figc di Gravina» (Matteo Pinci). In vista delle elezioni federali del 2018, «ha lavorato quasi un anno per coagulare sulla sua proposta il consenso più largo possibile. […] La vision di Gravina per il futuro del calcio italiano è scritta in un elegante programma di 60 pagine depositato in Figc insieme alla sua candidatura blindata. […] Gravina sogna una Serie A e una Serie B a 20 squadre come area del professionismo. Una Serie C semi-professionistica con tre gironi da 20 (60 squadre) e, sotto, il mondo dei dilettanti limitato a 162 club a fare da base della piramide in modo da ottimizzare le (poche) risorse a disposizione in un’epoca di tagli crescenti da parte del Coni. Il calcio italiano è, però, soprattutto un sistema che non riesce a trovare il suo equilibrio finanziario. […] Gravina si muove nel solco dei predecessori: rating per certificare la consistenza patrimoniale ed economica delle società così da evitare crisi e morie che hanno mutilato le serie maggiori negli ultimi anni, riforma della giustizia sportiva […] e ricerca dell’occasione per incentivare gli investimenti negli stadi» (Giovanni Capuano). Il 22 febbraio 2021 Gravina fu confermato alla presidenza della Figc (col 73,45% dei voti), e il 20 aprile successivo fu eletto nel comitato esecutivo della Uefa. «Questa è stata una grande dimostrazione di stima dal mondo del calcio, una riconferma importante, un premio al grande lavoro e alla determinazione che abbiamo avuto nel fare ripartire il campionato. Questa determinazione è stata apprezzata anche a livello internazionale: entrare nel comitato esecutivo della Uefa con 53 voti su 55 nazioni è stato un importante riconoscimento non solo alla mia persona, ma anche al calcio italiano». Nel 2018, poco dopo il suo arrivo alla guida della Figc, nominò commissario tecnico della Nazionale italiana Roberto Mancini, che conquistò gli Europei 2020 ma mancò la qualificazione ai Mondiali 2022; nel 2023, poi, dopo il polemico abbandono di Mancini, scelse Luciano Spalletti. «“Roberto non mi ha mai detto che voleva andarsene. È stato un fulmine a ciel sereno”. […] Mancini sostiene che non avvertiva più fiducia… “La mia era totale, e l’ho dimostrata con i comportamenti. A Palermo, dopo la sconfitta con la Macedonia che ci è costata il Mondiale in Qatar, sono andato in conferenza con lui. Ho messo la mia faccia per difendere la sua. Se non avessi avuto fiducia, lo avrei messo sotto contratto sino al 2026? E lo avrei promosso coordinatore dell’Under-21 e Under-20?”. […] Presidente, perché ha scelto Spalletti? “Perché ha vinto lo scudetto facendo emozionare Napoli e tutti quelli che amano il calcio, è una guida forte e sicura, ha esperienza e un gioco brillante. Ma soprattutto perché, già alla prima telefonata, ha mostrato un entusiasmo contagioso”. Quando vi siete conosciuti? “Nella notte dei tempi, lui da allenatore dell’Empoli ha affrontato per due volte il mio Castel di Sangro. Luciano mi piace sin da allora. È un tecnico all’avanguardia, che lavora sempre per migliorarsi. […] Perfetto per ciò che abbiamo in testa: portare avanti il rinnovamento puntando sui giovani”» (Alessandro Bocci e Daniele Dallera). All’indomani della pessima prestazione della Nazionale agli Europei 2024, Gravina respinse nettamente ogni richiesta di dimissioni per sé e per Spalletti. «Il nostro è un progetto pluriennale nel quale è centrale un allenatore subentrato da 8-9 mesi, che ha avuto a disposizione 10 gare e poche possibilità di lavorare con i giocatori, in tutto un centinaio di selezionabili. […] Spalletti ha la nostra fiducia e deve lavorare. Condivideremo un percorso con Luciano e i giocatori, ma non si può pensare che in Italia all’improvviso fioriscano gli Mbappé, i Cristiano Ronaldo e i Messi. Adesso nel nostro Paese dobbiamo valorizzare il talenti che abbiamo. […] Se non capiamo che coltivare il vivaio non è un costo ma un investimento per i club, non andiamo da nessuna parte». «Sul banco degli imputati del disastro Italia c’è il ct Luciano Spalletti ma c’è anche, e soprattutto, Gabriele Gravina, il potente presidente della Figc. È lui l’uomo che nel 2018, dopo l’addio di Tavecchio per la mancata qualificazione ai Mondiali russi, era stato chiamato a riformare il calcio italiano. In sei anni, di riforme non se ne sono viste. […] Sei anni di comando in cui nessuno dei grandi problemi sistemici del calcio italiano è stato affrontato o risolto. […] Eppure, Gravina è sempre lì. O almeno, lo sarà fino al 4 novembre, dato che […] il presidente ha convocato le elezioni anticipate (il suo mandato scadrebbe a marzo 2025), proprio pochi giorni dopo aver detto che le richieste di dimissioni dall’esterno erano inaccettabili. Una mossa “alla Macron”, secondo molti: Gravina vuole anticipare i rivali, andare subito alle urne per consolidare la propria posizione, ora traballante. […] Contro Gravina […] le voci più forti sono quelle dei grandi club di Serie A. Non stupisce allora che la prima proposta del presidente federale per uscire dalla crisi sia stata proporre un comitato speciale con i dirigenti dei top club per discutere le strategie per il calcio italiano: quasi nessuna ricaduta concreta immaginabile, ma un progetto del genere servirà a migliorare i rapporti tra il presidente e i suoi principali oppositori» (Valerio Moggia). Nel frattempo, il 6 marzo 2024, era emerso il suo coinvolgimento nell’ambito di un’indagine giudiziaria. «Il presidente della Figc Gabriele Gravina risulta indagato a Roma nell’inchiesta per appropriazione indebita e autoriciclaggio, in relazione alle segnalazioni redatte nel 2022 dal “Gruppo Sos” della Procura nazionale antimafia, su alcune sue operazioni finanziarie risalenti agli anni 2018 e 2019. Queste stesse informative fanno parte di quelle che la Procura di Perugia, in un’altra inchiesta, ritiene frutto di accessi abusivi da parte del coordinatore del gruppo Sos, il finanziere Pasquale Striano. Vicenda, quest’ultima, per la quale Gravina si ritiene parte lesa, visto che, per i pm umbri, Striano avrebbe costruito una “proposta di trasmissione alla Procura” di Roma, firmata dal magistrato antimafia Antonio Laudati (che risponde di abuso d’ufficio), anche sulla base di appunti ottenuti nel 2022 da Emanuele Floridi (il suo legale nega la circostanza). Floridi è un ex collaboratore di Gravina poi vicino al presidente della Lazio, Claudio Lotito. […] Nella documentazione arrivata a Roma da Perugia si parla, in sintesi, di due compravendite effettuate da Gravina nel 2018, anno della sua elezione a presidente Figc (prima era a capo della Lega Pro): l’acquisto di un’abitazione a Milano per la figlia della compagna e la vendita mai completata al consulente della Lega calcio Marco Bogarelli (deceduto nel 2021) di una collezione di libri antichi. Secondo gli appunti giunti a Striano, i movimenti di denaro sarebbero collegati, in maniera sin qui indimostrata, alla vendita dei diritti tv della Lega Pro, ma fonti vicine al presidente Figc smentiscono queste ricostruzioni» (Vincenzo Bisbiglia). «Ecco, la Lega Pro. È da qui che occorre partire per capire questa storia. Gravina ne era il presidente quando tutto è iniziato. Ed è in questa veste che lavora al bando per l’assegnazione dei diritti tv della vecchia Serie C. L’azienda prescelta per aggiudicarsi la partita è la Isg, una società che si occupa di piattaforme digitali. Il sospetto, tutto da verificare, è che questa scelta sia legata a una compravendita di libri. Testi medievali e ottocenteschi, di cui Gravina è cultore. Sono state fatte due proposte di acquisto per la preziosa collezione. Con tanto di caparre. Poi l’affare è sfumato e il venditore ha tenuto per sé i soldi, e anche i libri. La prima volta 250 mila euro. Poi 350 mila. Soldi che sarebbero stati utilizzati per l’acquisto di un appartamento a Milano» (Andrea Ossino). «Vicepresidente Uefa, assai vicino al presidente Čeferin, a Gravina i nemici non mancano: il più accalorato è Claudio Lotito con il suo fedelissimo Emanuele Floridi» (Pinci). «La data chiave della stagione […] è il 4 novembre: Gabriele Gravina ha dovuto convocare un’assemblea per tenere conto della legge Mulé, che prevede che le tre leghe professionistiche abbiano una rappresentanza maggiore nel consiglio federale della Figc. […] Non sarà per niente facile trovare un accordo. In caso di fumata nera il 4 novembre che succederebbe? La Figc sarebbe commissariata? Non si sa, questione assai delicata. Per questo Gabriele Gravina non scioglie le riserve su una sua eventuale candidatura. Osserva che fanno le leghe maggiori, A e B, e aspetta il 4 novembre…» (Fulvio Bianchi) • «I suoi interessi ruotano intorno al mattone: Mic srl, del Gruppo Gravina, realizza costruzioni pubbliche e private, ricostruzioni post-sisma, impianti sportivi ed è entrata nelle rinnovabili. Ma potreste leggere il suo nome anche a teatro, produttore del musical La divina commedia. È anche vicepresidente della Banca di credito cooperativo. Corteggiatissimo dalla politica, ha sempre respinto candidature, anche alla Regione Abruzzo» (Pinci). «Oggi Gravina, dopo aver consegnato la sua azienda ai figli ed essersi licenziato dall’insegnamento universitario, fa il presidente a tempo pieno» (Alessandro Mauro Rossi) • «Abita a Sulmona con la compagna Francisca, sorella di Maximo Ibarra, l’ex ad di Wind. […] Cavaliere al merito, commendatore, Gravina ha due figli da un precedente matrimonio, Francesco e Leonardo» (Intorcia) • «Oltre a quella per il calcio coltiva anche un’altra grande passione. “L’arte. Che rientra in un concetto molto completo della mia vita”, spiega. “Amo il concetto di bellezza. Mi piace l’idea della conoscenza, della cultura, dell’approfondimento. Alla fine del nostro percorso facciamo la sommatoria di tutti questi elementi. Nel De senectute di Cicerone si dice che l’uomo alla fine è quello che ha costruito, quello che ha amato, quello che ha sognato, quello che ha fatto nella vita. È il patrimonio di ognuno di noi, per cui l’idea di avvicinarmi al mondo dell’arte, della cultura, del lavoro, delle persone deriva proprio da questo”» (Rossi) • «Magari l’avete visto in qualche vetrina del centro, dove si presta, fiero delle sue rughe, a una réclame di abiti da uomo. La casa sartoriale Brioni, che ha vestito Tom Cruise e Morgan Freeman, cercava testimonial dalla vita quotidiana e ha scelto Gabriele Gravina. Su Instagram troverete lo spot in cui, vestito di cachemire, sorseggia pensieroso un caffè, alla finestra» (Intorcia) • «La storia del Castel di Sangro per me è un vanto. Abbiamo costruito un modello, basato sullo sviluppo del territorio sotto il profilo economico, valorizzando il concetto del turismo sportivo». «Appena il Castel di Sangro smise di essergli utile, Gravina lo abbandonò, e il club precipitò fino alla Serie D, per poi fallire nel 2005. Nel frattempo, l’attuale presidente della Figc risaliva la piramide dirigenziale del calcio italiano ed europeo. […] Nel 1996, a Castel di Sangro ha fatto realizzare uno stadio moderno e all’avanguardia, per una società così piccola, che dal 2012, a causa dell’ennesimo fallimento, il club non può più utilizzare. Ma per Gravina non è stato un problema: nel 2017, grazie alla sua influenza in Federazione, è riuscito a farlo diventare Centro federale territoriale, facendone un polo d’eccellenza per il calcio giovanile italiano. L’impianto è quasi irraggiungibile, a causa della scarsità di mezzi pubblici che collegano la cittadina abruzzese, ma non importa. Da quando è presidente federale, Gravina ha fatto in modo che diventasse uno degli stadi prediletti della Nazionale femminile: in questa cattedrale nel deserto, lo scorso settembre [nel 2023 – ndr] le Azzurre hanno ospitato la Svezia, terza classificata al mondiale che si era appena concluso. Non esiste immagine migliore per descrivere il rapporto tra Gabriele Gravina e il calcio» (Moggia) • «“Gli operatori della comunicazione sono spesso più attratti dagli aspetti che alimentano la polemica e da soggetti che hanno voglia di sottolineare solo la negatività. Ritengo che il mondo del calcio sia migliore di quello che vogliono far apparire. E lo vedo quando parliamo, per esempio, della nostra Federazione. L’unica al mondo con la divisione paralimpica e sperimentale di calcio. Abbiamo tremila ragazzi con problemi di attività cognitiva tesserati, fanno un campionato. A guardare una partita di questo torneo, non si nota nessuna differenza: ci si diverte, si batte il cinque, si corre, ci si stanca e non si ha paura di nulla. Le famiglie sono felici, assistono con entusiasmo e partecipano alla gioia dei loro figli o parenti. E lo stesso vale per tutto quello che noi facciamo nel progetto ‘Rete!’: prendiamo ragazzi minorenni non accompagnati dai centri di accoglienza e diamo loro la possibilità di partecipare a un campionato di calcio. Qualcuno viene tesserato e oggi gioca nei campionati dilettantistici o anche professionistici. Ci sono poi diverse cose su cui lavoriamo: la scuola, la tutela dei minori, l’informazione, l’educazione, la formazione nelle carceri. Ma perché non ne parliamo? Purtroppo, c’è una dimensione che interessa ai più: quella economica, quella dell’opulenza. Ma riguarda una percentuale minima su un milione e 400 mila tesserati”. L’opulenza riguarda sostanzialmente la Serie A? “Quando nel mondo del calcio sento dire ‘Noi creiamo ricchezza’, mi permetto di dire: ‘Però anche debiti’. Purtroppo il settore ha un indebitamento che oscilla ormai intorno ai 5 miliardi di euro, quindi c’è una confusione incredibile tra il concetto di crescita e il concetto di sviluppo. La crescita riguarda un valore assoluto. Lo sviluppo implica un concetto relativo basato su valutazioni soggettive. Sviluppare significa ‘togliere dal viluppo’, quindi crescere tenendo sotto controllo i costi. Altrimenti, se tu cresci, aumentano i costi e, sforando la crescita, tu fallisci”. […] Il fatto di porre un freno alle plusvalenze potrebbe essere una via? “Credo che ogni azienda debba fare plusvalenze, ma bisogna fare quelle giuste. Bisogna evitare le alchimie e puntare alle plusvalenze reali. Perciò serve il patrimonio, costituito dalle infrastrutture, che consente di avere anche uno sviluppo dei settori giovanili. Infrastrutture e settori giovanili sono i due asset che in Italia non abbiamo, rispetto ad altri Paesi”» (Rossi) • «Nessuna grande nazionale ha mai fallito tre qualificazioni di fila ai Mondiali: Francia e Olanda sono arrivate a due e l’Italia non deve superarle. “La consapevolezza di dover andare ai Mondiali c’è e il nostro progetto punta al 2026. Possiamo avere delle aspettative, ma bisogna fare i conti con la realtà. Nessuno di noi può garantire un risultato. […] L’obiettivo del 2026 è reale: sarebbe un disastro inimmaginabile non qualificarsi per la terza volta ai Mondiali. Vorrebbe dire non aver trovato una soluzione ai problemi”» (Andrea Ramazzotti).