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 2024  ottobre 05 Sabato calendario

Biografia di Melania Gaia Mazzucco

Melania Gaia Mazzucco, nata Roma il 6 ottobre 1966 (58 anni). Scrittrice e sceneggiatrice. La sua carriera, costellata di premi letterari e collaborazioni prestigiose, è caratterizzata dal rigore nella ricerca storica. È una grande viaggiatrice, sulle orme del nonno emigrato in America a 12 anni, e un’appassionata d’arte, in particolare di Tintoretto, il pittore al quale ha dedicato molti anni di studi. I suoi libri hanno collezionato premi letterari in Italia, sono best seller negli Stati Uniti e sono stati tradotti in decine di lingue. Accanto alla storia, per la Mazzucco hanno un peso determinante i legami familiari: soprattutto quello col padre Roberto, a sua volta scrittore e animatore culturale, perso quando aveva 23 anni («Avevo paura di essere troppo fragile, soffrivo per il dolore di mio padre scrittore, ma alla fine è stato lui, in un modo un po’ magico, a dirmi: scrivi»). La madre, alla quale era legatissima, è scomparsa a metà agosto di quest’anno. Di lei ha scritto: «Era “l’architettrice” (dal titolo di un suo noto romanzo, ndr), il pilastro dolce e infrangibile della mia vita». La Mazzucco è sposata col drammaturgo Luigi Guarnieri.
Titoli di testa Una scrittrice che non voleva scrivere [Rep 2017].
Vita È la secondogenita di Andreina Ciapparoni e Roberto Mazzucco. La sorella più grande, Silvia, è moglie del giornalista e parlamentare M5s Dario Carelli. Il padre per mantenere la famiglia ha fatto il ferroviere, ma il suo demone è sempre stato quello della scrittura. «Da che ho memoria, avevo cinque o sei anni, mio padre (che faceva cabaret politico negli anni Settanta, ndr) frequentava adulti per me già molto più interessanti dei bambini: Dario Fo, Silverio Blasi, Franco Basaglia, Goliarda Sapienza, Miranda Martino. Casa nostra, una modesta casa alla Balduina, era sempre aperta e mia madre cucinava per tutti: per la compagnia teatrale, per gli amici, per i rifugiati politici. Quando vedevo mio padre che batteva sui tasti della macchina da scrivere dietro la porta a vetri, sapevo che non bisognava assolutamente disturbarlo e però quella era la musica della mia vita. Appena lui non c’era mettevo il foglio bianco nel rullo e provavo a scrivere» [Foglio, 29 luglio 2017] • La giovane Melania studia al liceo classico Mamiani. «Nell’adolescenza mi sono resa conto di cosa vuol dire la vita di uno scrittore, quale fragilità, dolore, anche devastazione porta con sé. A me è successo e anche a mio padre» • In quel periodo passato a Monte Mario si divide tra scuola e palestre di ginnastica e volley. Saltuariamente segue gli spettacoli del padre nei teatri off di Trastevere • «Avevo rinunciato all’idea di scrivere, mi sono cercata altrove ma senza talento, ho studiato Lettere e ho sempre viaggiato molto». È proprio durante una delle sue peregrinazioni («Sognavo l’avventura di mio nonno minatore, che a dodici anni era stato messo su una nave per l’America») che trova una seconda vena creativa. Ha 20 anni ed è a Berlino, i soldi sono finiti. Chiede ospitalità a Hennie, una coetanea di Amburgo che conosce appena. Con l’amica, che si stava preparando per fare l’esame al Centro sperimentale di cinematografia, torna a Roma. Hennie studia regia, la Mazzucco seguirà sceneggiatura: «Sono stata aiutata dalla vita a tornare dove non osavo più desiderare» • Un altro appuntamento col destino è quello che la riporta alla scrittura. «Al Centro sperimentale sono stati anni molto belli (1988-1990, ndr) e in quel tempo ho scritto un racconto e l’ho fatto leggere a mio padre [...] Mi disse soltanto: interessante, ma mi fece leggere cose sue […] È stata la nostra ultima conversazione perché la sera stessa lui è morto, a cena, all’improvviso» (era il 5 novembre 1989, Roberto Mazzucco aveva 62 anni, ndr) […] «Ma con mio padre non è finita qui. Tre anni dopo ho lavorato con Giovanni Veronesi, il regista: lui mi dice che ho uno strano nome, Melania, un nome raro, e che suo fratello Sandro, lo scrittore, sta lavorando a Nuovi Argomenti, la rivista fondata da Alberto Moravia, e ha in mano il racconto di una certa Melania. Mi chiede se sono io, mi dice il titolo del racconto, e infatti sono io: così ho scoperto che mio padre aveva dato il mio racconto a Enzo Siciliano, senza dire di chi fosse, e Siciliano l’aveva dato a Nuovi Argomenti, dove nessuno sapeva che quella Melania era la figlia di Roberto Mazzucco». Da quel momento, erano i primi anni Novanta, è iniziata la storia di Melania Mazzucco scrittrice • Nel 1992 si laurea alla Sapienza in Letteratura moderna e contemporanea • Nello stesso anno esce Seval il racconto arrivato a Nuovi Argomenti e poi confluito nell’antologia Sotto il segno di Eros. Amore e sesso: otto racconti di scrittrici italiane (Marie Claire, 1993). Nel 1995 scrive, con il marito Luigi Guarnieri, Una pallida felicità. Un anno nella vita di Giovanni Pascoli. La commedia vince nel 1996 la Medaglia d’oro come miglior opera drammatica italiana. • Sempre nel 1996, a trent’anni, pubblica il suo primo romanzo, Il bacio della Medusa, a cui fanno seguito La camera di Baltus, e Lei così amata, romanzo biografico su Annemarie Schwarzenbach, scrittrice scomparsa nel 1942 della quale ha ricostruito le tracce imparando il tedesco e ripercorrendone i viaggi • L’exploit letterario arriva nel 2003 quanto pubblica Vita (vincitore del Premio Strega nello stesso anno), libro biografico che narra le peripezie della famiglia Mazzucco emigrata negli Stati Uniti agli inizi del secolo scorso. L’opera è frutto di un instancabile lavoro di ricerca a cavallo tra Italia e Usa sulle radici dei suoi avi e la comunità emigrata Oltreoceano • «La scrittrice Melania Mazzucco, in Vita, ha raccontato la visita medica di Diamante, fra i protagonisti del romanzo: «La prima cosa che gli tocca fare in America è calarsi le brache» [Indipendente, 2016] • «La storia dei due ragazzini di provenienti da Tufo di Minturno, paese laziale d’origine del nonno, e sbarcati a New York nel 1903, diventerà presto il soggetto di un film [Cds, 2005] • Due anni dopo Vita, esce Un giorno perfetto, un romanzo che racconta la Roma contemporanea attraverso una dozzina di personaggi. Nel 2008 dal libro viene tratto un film diretto da Ferzan Özpetek.
Venezia Per parlare delle opere successive, dedicate a Tintoretto, occorre fare un salto indietro di 10 anni: tanto sono durati lo studio e le ricerche d’archivio dell’autrice sul pittore veneziano, incontrato durante una passeggiata nel sestiere di Cannareggio • «Ho scoperto Tintoretto rimanendo folgorata dalla Presentazione di Maria al Tempio nella chiesa veneziana della Madonna dell’Orto […] Con una libertà creativa strepitosa, disegna direttamente sulla tela e la sua pennellata è quella degli artisti di tre secoli dopo. Non a caso quando Édouard Manet vede il suo autoritratto al Louvre lo rifà» • Al genio veneziano e a sua figlia Marietta sono dedicati il romanzo La lunga attesa dell’angelo (2008) e il saggio biografico Jacomo Tintoretto & i suoi figli. Storia di una famiglia veneziana del 2009.• Commenterà la Mazzucco. «Mi immergo nelle vite che non sono la mia e le prendo su di me, ma ci sono anche io dentro i miei libri, ci sono per forza: non si può raccogliere la vita degli altri senza mettersi in gioco, lasciandosi fuori, al sicuro» • Nel 2011 ottiene il Premio Viareggio-Tobino alla carriera e il Premio De Sica per la letteratura.
Gli altri romanzi Torna scrivere di storia contemporanea nel 2012 con Limbo, storia di una donna maresciallo sottufficiale degli Alpini, reduce da una drammatica missione in Afghanistan • Dello stesso anno è Il bassotto e la Regina, il suo primo libro per ragazzi • Nel 2013 pubblica il romanzo Sei come sei, un lavoro che susciterà scandalo per i contenuti sessuali molto espliciti ma anche per essere stato letto durante le lezioni nelle classi di una scuola superiore a Roma • «Il libro di Melania Mazzuco è osceno, ed è oscena la decisione di trasmetterlo o imporlo come testo di riflessione agli studenti del Giulio Cesare» [Giuliano Ferrara, Foglio] • «Ho visto genitori fare le crociate contro gli omosessuali fino al giorno in cui hanno scoperto che anche i loro figli lo erano. Fingendo di non rendersi conto che la realtà delle cose sta cambiando, o è già cambiata» [Melania Mazzucco intervistata da Paola Maraone, Gioia, 2013] • A leggere i giornali e a sentire l’autrice medesima, la denuncia per oscenità e corruzione di minori dei movimenti cattolici e dei ragazzi di destra contro il libro «pornografico» di Melania Mazzucco letto in classe ginnasiale nel liceo Giulio Cesare di Roma, è ridicola, volgare e squadrista [Veneziani, Giornale] • «Leggere romanzi che parlano di cose reali della nostra vita non ha mai corrotto nessuno» [Mazzucco, Foglio 2014] • «Iva Zanicchi: “Vomiterei in bocca alla professoressa di liceo che ha consigliato ai suoi studenti di leggere il libro di Melania Mazzucco”. Con questa dichiarazione resa a Radio 24 la popolare eurodeputata è favoritissima per il premio Neuro 2014» [Michele Serra, l’Espresso 2014] • Sempre nel 2014 esce Il museo del mondo • «Melania Mazzucco, oltre che una scrittrice, è una collezionista di opere d’arte. La scrittrice per anni ha raccolto con la macchina fotografica e nei bookshop le immagini che hanno formato il suo percorso. Pile di foto e cartoline testimoni di volta in volta di “una folgorazione, un innamoramento, talvolta una rivelazione”. Le ha raccontate per dodici mesi sulle pagine di Repubblica. Cinquantadue quadri in tutto […] una galleria impossibile, rigorosa e anarchica insieme, senza un ordine, se non quello del pensiero e del ricordo» [Rep 2014] • Nel 2016 è la volta di Io sono con te, la storia vera di Brigitte, una profuga dal Congo della quale la Mazzucco raccoglie la storia e che accoglie nella sua casa e nella sua famiglia • «Melania Mazzucco arriva e porta con sé, dentro di sé, tutte le persone di cui ha scritto e di cui scriverà. Arriva a casa mia ed è preoccupata per il figlio di Brigitte, la profuga del Congo che ha raccontato nel suo ultimo magnifico romanzo, Io sono con te » [Foglio 2017] • Nel 2020 Melania Mazzucco ritorna al genere del romanzo storico con L’architettrice • «Nel sistema cosmologico di Melania Mazzucco la famiglia – la sua famiglia, ma anche quella dei suoi protagonisti – conta molto. Dico questo in esordio perché anche la storia della protagonista di questo immenso romanzo L’architettrice, Plautilla Bricci, o Briccia, (1616-1705, fino a poco tempo fa pressoché ignorata, e ora studiatissima), s’intreccia fin dall’inizio con quella dei suoi famigliari. […] Il climax dell’intera storia è la progettazione e la costruzione da parte di Plautilla, con la collaborazione minoritaria del fratello Basilio, di una villa sulla parte più alta e aggettante del Gianicolo» [Asor Rosa, Rep 2019] • Nel 2021 pubblica Fuoco infinito. Tiepolo 1917 sul salvataggio delle opere del Tiepolo ai tempi della prima guerra mondiale.
Articoli e altro Dal 1997 Melania Mazzucco ha scritto articoli, reportage e racconti per il manifesto, Nuovi Argomenti, Il Messaggero, Il Sole 24 Ore, The New York Times, El País e la Repubblica. • È stata nel consiglio direttivo del Premio Strega e da quest’anno è uno dei direttori tematici del Salone del libro di Torino • La scrittrice è anche spesso intervenuta sui temi sociali, civili e politici che hanno attraversato l’Italia. Da ultimo nel 2022: un appello in vista della successione a Sergio Mattarella: “Vogliamo dirlo con chiarezza: è arrivato il tempo di eleggere una donna”. Tra le firme, quelle di Dacia Maraini, Edith Bruck, Liliana Cavani e di molte altre. E c’è anche l’adesione di Melania Mazzucco.
Amori La scrittrice divide la propria vita con Luigi Guarnieri, a sua volta scrittore e drammaturgo • «Noi ci siamo conosciuti giovani: siamo una famiglia più che una coppia, ognuno di noi è stato per l’altro l’amante, l’amico, il compagno, il fratello, l’editor, il consulente di tutti i progetti e i sogni. […] Abitiamo anche i nostri libri reciprocamente. […] abbiamo costruito insieme, demolito insieme, siamo pure morti insieme (allusione a una grave malattia che colpì Guarnieri nel 2015, mentre era con lei in una yurta sul lago di Song-Kol, ndr). Ormai conosco anche i suoi sogni e credo che lui conosca i miei» [ad Annalena Benini, Foglio 2017] • «Tutti, fin da quando eravamo ragazzini, non facevano che ripeterci: non può funzionare fra voi, ci saranno competizioni, rivalità… Ma che ti devo dire? Io mi percepisco come una persona singolare, e sento di aver trovato in Luigi un’altra persona singolare: insieme abbiamo inevitabilmente creato una singolarità duale [Gamberale, Sta 2009].
La critica «Melania Mazzucco ha avuto la fortuna di indovinare la storia. Il suo romanzo Vita, che ha per protagonista una famiglia italiana emigrata negli Stati Uniti, ha trovato terreno fertile per la traduzione. Senza contare che del suo libro si è interessato Jonathan Galassi, il più importante editor per la narrativa italiana in America» [Salis, Sole 2005] • «Uno scherzo della memoria»: questo ha detto Melania Mazzucco commentando la scoperta di Claudia Carmina, la ricercatrice siciliana che ha trovato un brano di Tolstoj in un capitolo dell’autrice italiana [Sta 2006] • Premio Strega 2003. Melania Mazzucco (Vita, Rizzoli) è data per vincitrice sicura già tre mesi prima della finale. Proteste dei piccoli editori. Vince la Mazzucco [Gnocchi Libero 2009] • Altri premi letterari: nel 2009 ha vinto il più antico dei premi letterari italiani, nato durante una riunione tra amici in una trattoria in via Bagutta a Milano, nel 1926. Ancora oggi il Bagutta (25 mila euro finanziati da uno sponsor) viene assegnato ogni anno nel corso di una cena da una giuria non solo di critici. Il presidente è Isabella Bossi Fedrigotti [Fiori, Espresso 2009] • «Di tutti gli autori che sono andati via, l’unica che mi dispiace di aver perso è Melania Mazzucco» [l’editore Alessandro Dalai, Rep 2012] • Voglio chiudere queste mie riflessioni citando un bellissimo articolo di Melania Mazzucco. È intitolato La resistenza di Omero e conclude così: «Sulla bilancia della storia pesano di più i nomi dei filosofi, degli scrittori e dei matematici che hanno inventato il nostro modo di pensare il mondo, Socrate e Aristotele, Democrito e Pitagora, oppure milioni di obbligazioni e titoli di Stato? Un quintale di paglia pesa come un quintale di piombo ma la parola libertà per me peserà sempre di più della parola default». Sono interamente del suo parere [Scalfari, Rep 2012] • Il suo incarico è sempre stato nelle mani degli uomini. Pensa che ci sia una differenza? «La strada è lunga, quando si smetterà di parlare di quote rosa sarà un bel giorno. [...] Ora esploriamo il femminile in tutte le sfaccettature: penso alla soldatessa di Limbo dal libro di Melania Mazzucco» [Tinny Andreatta, responsabile fiction alla Rai a Rep, 2015] • Chi è lo scrittore medio? Ne siamo letteralmente circondati. Le faccio un paio di nomi, tra i tanti possibili: Melania Mazzucco e Valeria Parrella. Tipiche scrittrici medie, che vanno bene per un pubblico altrettanto medio, non definibile in termini culturali, e dunque inesistente [Franco Cordelli al Fatto, 2015] • «Sono sempre stato affascinato dai pittori veneziani e Tintoretto è il meno noto di tutti» [Peter Greenaway a La Lettura 2018, a proposito dei libri della Mazzucco] • Se si fosse trovata nei panni dei ministeriali, quali altri grandi scrittrici avrebbe inserito, per rappresentare la letteratura italiana? «Anna Maria Ortese, Natalia Ginzburg, Grazia Deledda, Fausta Cialente, Irene Brin, Oriana Fallaci per molti aspetti, non solo narrativi; aggiungerei anche Melania Mazzucco: è tra le pochissime scrittrici che sanno confrontarsi veramente con la storia (anche la storia dell’arte), adottando un codice narrativo» [Elisabetta Sgarbi a Libero, 2020] • Marino Sinibaldi è abituato a osservare il mondo dalla prospettiva di chi vuole raccontarlo, dunque non stupisce che abbia pensato di imbarcarsi nell’avventura di una nuova rivista. L’ha chiamata Sotto il Vulcano. Ogni numero prevede una condirettrice o condirettore e un tema. Il prossimo avrà al timone Melania Mazzucco [Rep, 2021] • Ad Annemarie Schwarzenbach sono stati dedicati articoli, canzoni, film, biografie. Una, di Melania Mazzucco, si intitola Lei così amata. Il titolo si ispira ai versi di Rilke [Mess, febbraio 2024].
Titoli di coda «Ho paura di scrivere, a volte, ho in testa dei romanzi che vorrei scrivere e che ho timore di scrivere perché poi le cose accadono. La letteratura si invera e questo è molto inquietante».