11 ottobre 2024
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Biografia di Hugh Michael Jackman
Hugh Michael Jackman, nato a Sidney (Australia) il 12 ottobre 1968 (56 anni). Attore.
Titoli di testa «Molto raramente sento il peso della fama. Mettiamola così: se ti dessi le chiavi di una Ferrari, ma ti dicessi che a volte resterai imbottigliato nel traffico, le prenderesti lo stesso – e ogni singolo giorno della settimana!»
Vita I suoi genitori erano inglesi e emigrarono in Australia negli anni Sessanta. Quando Hugh aveva otto anni, si separarono: la madre tornò in Inghilterra, e il padre – Chris, commercialista per la multinazionale Pwc – si ritrovò a crescere da solo i cinque figli, dei quali Hugh era il più piccolo • «Era severo, e conducevamo una vita molto ordinata. Anche oggi, sono la persona meno materialista che conosca, perché mio padre non mi ha cresciuto con l’obiettivo di andare in giro a comprarmi questa o quella macchina […]. Ma anche se era molto disciplinato con il denaro, non avrebbe risparmiato nemmeno un centesimo sull’istruzione. Amava essere un commercialista, e mi diceva “Deve piacerti quello che fai, perché si prenderà un sacco del tuo tempo e dei tuoi sforzi”»[a Oprah Winfrey, nel 2006] • Chris Jackman ha sofferto di Alzheimer per 12 anni ed è morto nel 2023 • Quando il figlio era al lavoro, aveva l’abitudine di fargli visita sul set: si sedeva in un angolo a fare cruciverba e sudoku. «Guardava tutti i film che facevo. E non ha mai fatto un commento cattivo su nulla» [a Chris Godfrey, Guardian] • Qualche anno fa ha riconosciuto di essere «cresciuto in una famiglia numerosa con dei problemi, anche di salute mentale» • «Da adolescente Jackman era allampanato (il suo soprannome era Sticks, [«bastoni» ndr]), attivo e “in generale un bravo ragazzo”, a parte una breve parentesi di irrequietezza: “dicevo ai professori di andare a f-o e cose del genere”»[Godfrey, cit.] • Andava a una scuola di soli ragazzi, cristiana, e ricorda che si sentiva sinceramente religioso • «Ero un ragazzino molto pauroso. Avevo paura di tutto. L’altezza, andare troppo veloce in macchina, il buio. Un sacco di cose. Allora alle scuole superiori mi sono imposto di saltare dal trampolino ancora e ancora, fino a che non mi è passata la paura» • «Con gli amici, ci legavamo ai tetti delle auto e andavamo a 130 chilometri all’ora sull’autostrada, verso la spiaggia. Oppure andavamo in un punto della costa, sull’oceano, dove le rocce creano una voragine profonda parecchi metri e dal diametro poco più ampio del torace. Ci andavamo di notte. Non si vedeva niente. Buttavamo giù una pila, che ci facesse da guida, ci segnalasse una traiettoria. E poi ci tuffavamo. Ci sono tornato poco tempo fa con mio figlio. C’erano cinque croci. Non ho raccontato nulla al mio bambino, non volevo sapesse che sono stato un cretino» [a Carl Bradley] • Gli piaceva ballare: «Mi sembrava un modo astuto per rimorchiare le ragazze alle feste» • Aveva anche l’hobby del teatro, ma «l’idea alla mia scuola era che la recitazione e la musica fossero al massimo attività complementari» [Oprah, cit.] • Pensa di voler diventare un avvocato, poi un giornalista: si laurea in giornalismo alla University of Technology di Sydney, ma «quando ho capito che rischiavo di passare la vita a bussare di porta in porta con domande tipo “Come si sente adesso che hanno trucidato suo figlio?” e a chiedere le foto del morto, ho deciso di cambiare mestiere» [a Paola Jacobbi, Vanity Fair, 2004] • «Non sarebbe stato proprio il mio. Io accetto tutto quello che mi dicono. Avrei finito con l’intervistare un dittatore del terzo mondo credendo ad ogni sua singola parola» • Durante una visita a sua madre in Inghilterra, va a vedere degli spettacoli teatrali: gli viene l’idea di diventare attore. Al ritorno in Australia pensa di iscriversi ad un’accademia di recitazione con i soldi lasciatigli in eredità dalla nonna. Ha l’appoggio di suo padre, che però pensava anche che Hugh sia fosse un po’ troppo «permaloso» per quel mestiere (Jackman dirà poi che aveva ragione, si ritiene effettivamente permaloso) • Si iscrive alla Western Australian Academy of Performing Arts di Perth e per mantenersi fa il benzinaio e il cameriere • Finisce i corsi a 26 anni, e se ne da cinque per provare a fare della recitazione un lavoro vero • «Mio padre diceva sempre: “L’istruzione è la migliore cura per l’insicurezza. Se ti senti insicuro su qualcosa, studiala e preparati”. Per questo motivo ho studiato recitazione per quattro anni. Agli inizi mi fu offerto un ruolo in una soap opera popolare [Neighbours], dopo soli tre mesi di lezioni. Era un impegno di due anni dove avrei guadagnato bene, ma dissi a mio padre che non sapevo se accettare perché ero stato accettato anche ad un’altra scuola di teatro. Mi disse: “Non posso dirti cosa devi fare”. Mi presi il fine settimana per pensarci, e quello che continuava a tornarmi in mente – e credo che lì la mia ambizione si fece sentire – è che prima o poi avrei voluto fare un’audizione per la Royal Shakespeare Company. Avrei voluto fare audizioni a Broadway. Avrei voluto fare provini per i film. Ho pensato: “Dopo due anni in una soap opera, sentirò di meritarmi un’audizione alla Royal Shakespeare Company?” La risposta era no. Perciò sono andato alla scuola di teatro. Quando lo dissi a mio padre, era sollevato» [Oprah, cit.] • Fa la sua prima audizione per La bella e la bestia, un musical. Venne preso, ma ad una condizione: doveva prendere lezioni di canto tutte le settimane, perché era un po’ stonato. Fece otto spettacoli a settimana per un anno • Gli offrirono di lavorare al musical The Boy from Oz, ma rifiutò più volte perché «avevo fatto già due musical, e sentivo che stavano cominciando ad offrirmi sempre lo stesso ruolo. È difficile poi uscire da questo andazzo. E i musical teatrali sono disprezzati da chi lavora nel settore dell’intrattenimento» • Però «lo spettacolo era un successo in Australia, e così andai a vederlo. È stato lì che ho detto a Deb [sua moglie, ndr] “Ho fatto un grande errore. Avrei dovuto accettare”. Accetta il ruolo. Debutta a Broadway nel 2003: dice che è stata quella la prima volta in cui ha capito di essere davvero un attore, era contentissimo, sul palco si sentiva davvero a casa • Nel 2004 vince un Tony Award come migliore attore protagonista in un musical per The Boy from Oz • Diventa noto in Australia come attore di musical, e grazie al suo successo passerà alle soap in tv e verrà infine chiamato a Hollywood • «Ancora adesso, quando la canzone finisce senza che io l’abbia rovinata, sento un certo sollievo» [Oprah, cit.].
Hollywood Tra i film in cui ha recitato: Kate & Leopold (2001), Codice Swordfish (2001), Scoop di Woody Allen (2006), The Prestige di Christopher Nolan (2006), The Fountain di Darren Aronofsky (2006), Australia di Baz Luhrmann (2008), Prisoners di Denis Villeneuve (2013), The son (2023) • Nel 2012 recita e canta nella versione cinematografica de Les Misérables, nel ruolo da protagonista di Valjean. «Hugh Jackman mostrava sullo schermo la fatica e pure l’ugola» [Mancuso]. Lo pagarono 55 milioni di dollari, rendendolo il terzo attore più pagato di Hollywood dell’anno • Nel 2017 recita in The Greatest Showman. «Il film nasce da una promessa che otto anni fa Hugh Jackman, già famosissima star di Hollywood, fece al giovane regista di spot Michael Gracey: girare un film insieme. “Ma lo dicono tutti gli attori, soprattutto ai party di fine riprese delle pubblicità a cui partecipano e con il terzo drink in mano!”» [Giamberardino, RollingStone] • Pare che abbia rifiutato la parte di James Bond, che poi andò a Daniel Craig • È diventato celebre soprattutto come il supereroe Wolverine nella saga di film d’azione X-Men.
Wolverine In America era ancora semi sconosciuto quando gli proposero il ruolo di Wolverine nel primo X-Men, nel 2000 • La saga – che si può dire abbia inaugurato la moda dei film con i supereroi – è composta, ad oggi, da 13 film (Jackman appare in nove), che complessivamente hanno fruttato nel mondo 6 miliardi di dollari • «Ma è vero che all’inizio disse di no alla proposta di Bryan Singer? “Sì, perché il personaggio era molto dark, troppo lontano da me. Io sono solare, aperto, faccio amicizia subito e mi fido di tutti: Logan/Wolverine è esattamente l’opposto» [Oggi] • «Come cambia la vita per te quando è ora di tornare nei panni di Wolverine? “Alcuni aspetti della mia vita diventano molto noiosi. Devo dormire di più. Divento molto disciplinato. Ma devo dire che a una parte di me piace”». «Mi sono allenato tre ore minimo al giorno per 18 mesi, ho cambiato dieta, mangiando solo pollo come fanno i campioni di body building» [Oggi, 2013] • Nel 2017 il personaggio muore in Logan. Il regista «Jim Mangold mi ha detto: “Restiamo ancora un po’. Ho girato tutto quello che mi serve, ma questo personaggio ti ha accompagnato per 17 anni. Dirò a tutti che sto lasciando la telecamera accesa, che ho bisogno di un’altra inquadratura… voglio solo che tu abbia mezz’ora da solo, senza tutta questa gente che urla, così puoi goderti questo momento”. È stato davvero un bel regalo» • Ma a sorpresa Wolverine è tornato quest’anno nel film Deadpool & Wolverine. Quando Ryan Reynolds (il co-protagonista, e suo amico) e Shawn Levy (il regista) gli proposero il copione, rispose con un messaggio vocale di 17 minuti. «Ti ricordi di quando hai mandato quel vocale? “Certo. Ed ero imbarazzato. Ad un certo punto penso di aver detto: ‘Mi sto ripetendo…’. Era disarticolato. Ma l’ho imparato dal mio insegnante di recitazione: ‘La prima volta in cui leggi un copione, scrivi tutto quello che pensi perché non avrai mai più quel primo sguardo’. Perciò ho letto il copione e ho registrato immediatamente un vocale. Non vi ho telefonato perché volevo che fosse solamente un flusso di coscienza senza nessuna domanda”» [a Variety] • Tra le sue controfigure, il (ormai ex) cognato.
Curiosità Jackman e George Clooney hanno in comune «il barbiere che mi ha tagliato i capelli per interpretare Wolverine per X Man. Quel parrucchiere è il suo di sempre. E adesso George va a dire in giro a tutta Hollywood che è grazie alla sua forbice che ho scalato la classifica dei più sexy del mondo» • Nel 2009 ha presentato la serata degli Oscar • Da ragazzo ha lavorato per tre mesi in una comunità aborigena • Nel 2011 ha fondato un brand di caffè con la moglie, Laughing Man («L’uomo che ride»), che poi ha venduto • È stato testimone di nozze di Rupert Murdoch e padrino dei suoi figli • In italiano è doppiato da Adriano Giannini • C’è chi dice che somigli a Clint Eastwood da giovane. Hugh Hefner, il fondatore di Playboy: «Quando faranno un film sulla mia vita vorrei che nei miei panni ci fosse l’attore Hugh Jackman. Ci assomigliamo pure» • Nel 2009, mentre recitava in uno spettacolo di Broadway, un cellulare cominciò a squillare in platea: «Fa’ pure con calma, non essere imbarazzato. Noi possiamo aspettare» [Mattioli, Stampa] • Ha quasi 35 milioni di follower su Instagram, dove posta abbastanza spesso.
Corpo Ha praticato il digiuno intermittente e la crioterapia • «Mangio un sacco di pollo al vapore, vado in palestra alla mattina più che altro per una necessità mentale che per un bisogno fisico» [a Carl Bradley] • È stato incluso diverse volte nella classifica People degli uomini più belli del mondo • È stato operato per un melanoma al naso nel 2013, che si è ripresentato l’anno dopo e ancora nel 2017. «Ho sofferto di carcinoma basocellulare, mi sono operato sei volte. Per un australiano è una cosa comune tanto quanto le lentiggini. Non ho mai messo la crema solare da ragazzo e, considerando il mio sangue inglese, non è stata poi una grande idea».
Spirito Fa parte della School of Practical Philosophy dal 1991: «Non è una religione, ma una sorta di gruppo di studio sui classici del pensiero, che cerca di tradurre in pratica diverse forme di saggezza, occidentale e orientale». [Oprah, cit.] • «È un modo per studiare il tipo di cose che ti aiutano a essere brillanti durante una conversazione mondana o a una cena importante. Non è altro che un misto di idee e pensieri e filosofie di vita, dal Buddismo al Cristianesimo a Socrate e alle religioni orientali, che parte da un unico presupposto: solo quello che ha un fine pratico è conoscenza» [Bizio, venerdì, 2001] • Anche suo figlio andava alla scuola del gruppo religioso, dove i bambini prima di mangiare devono servirsi a vicenda • Nel 2006 disse di fare meditazione trascendentale due volte al giorno per mezz’ora. «Quando Oscar [suo figlio ndr] mi chiede “Cosa vuol dire meditazione?”, gli dico “Mi siedo qui con dio e mi riposo un po’”. E a volte, si siede con me» • «La meditazione è come una festa: ti devi presentare per scoprire quanto è fantastica».
Amori Nel 1996 sposa Deborra-Lee Furness, sua co-protagonista nella soap Correlli. Hanno divorziato l’anno scorso, dopo 27 anni di matrimonio, amichevolmente • Deborra-Lee Furness ha 13 anni in più di lui. «Prima che ci fidanzassimo, mio papà aveva incontrato Deb solo una volta. Perciò, quando gli dissi che ci saremmo sposati, mi disse: “È una cosa che ha a che fare con la figura materna?”. Io ho riso e gli ho detto: “Papà, quando conoscerai Deb un po’ meglio vedrai che ha più a che fare con la figura paterna!”» [Oprah, cit.] • «Adoro la sua intelligenza. Quando sono lontano, la chiamo dieci volte al giorno» • «Mia moglie è venuta sul set proprio nel giorno in cui si girava una scena di sesso, e c’era la povera ragazza che avrebbe recitato con me che era imbarazzatissima sapendo della sua presenza. Deborra le ha detto: “Non ti preoccupare, a te ti pagano per farlo, a me non mi paga nessuno per andare a letto con lui”. Mia moglie è fatta così» • Nei panni di Wolverine, il regista gli disse che non era abbastanza arrabbiato: «Bryan mi diceva: “Perché non vai a casa e litighi con tua moglie? O mandala via dal set. Sei troppo felice sei lei è qui”. E io rispondevo: “Guarda che se adesso torniamo a casa e litighiamo domani non sarò arrabbiato, ma mi verrà da piangere, sarò tristissimo”» • Hanno provato ad avere figli con la fecondazione in vitro senza riuscirci. Hanno due figli adottivi, Oscar (2000) e Ava (2005) • Quando erano piccoli, li faceva addormentare cantando loro Fly me to the moon di Frank Sinatra • «Eravamo presenti alla nascita [di Oscar, ndr], e abbiamo potuto conoscere la sua madre biologica abbastanza bene. Durante il parto, Deb e io le stavamo tenendo le mani. Poi le ho detto: “Ti spiace se vado verso le parti basse?”. La madre biologica ha detto: “Oh, che importa. Vai pure”» • Oscar «è un po’ di tutto: afroamericano, caucasico, hawaiano, cherokee. Abbiamo chiesto di adottare un bambino birazziale perché ce n’è più bisogno. La gente aspetta diciotto mesi per adottare una piccola bimba bionda, mentre i bambini di razza mista vengono rifiutati. Perciò quando ho detto che volevamo un bimbo birazziale, l’avvocato ha detto: “Possiamo darvene uno la prossima settimana”. E la stessa cosa è successa con Ava. Lei è metà messicana e metà tedesca» • Nel giorno di Halloween del 2003 suo figlio Oscar aveva tre anni e insieme andarono a chiedere i dolcetti di porta in porta: «L’avevamo vestito da Wolverine e la cosa più divertente è stata che ogni volta che ci ricevevano in una casa, nessuno mi riconosceva come l’interprete del personaggio. Neanche se indossavo gli artigli. Erano tutti presi a dire: “Guarda! Un piccolo Wolverine!”» • Visto che suo figlio si chiama Oscar, «penso che dovrei vincerne uno, ma poi capisco di averlo già».
Titoli di coda «Pensavo che il mio lavoro fosse come quello di un quarterback, che ha lo scopo di togliere qualsiasi pressione dall’allenatore, di dire sempre: “Non preoccuparti, ho capito”. Ma non la penso più così. Ora sono sempre molto onesto con i miei registi, dico loro se mi sento nervoso per una scena, o se c’è qualcosa di cui non sono sicuro. Mi sono reso conto che tutti hanno dei dubbi a volte, ed è più facile semplicemente condividerli. E ai registi non importa, anche se a farlo è il loro quarterback» [2018].