17 ottobre 2024
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Biografia di Lindsey Vonn
Lindsey Vonn, nata a Saint Paul, in Minnesota (Stati Uniti), il 18 ottobre 1984 (40 anni). Campionessa di sci. Sa gareggiare in discesa libera, supergigante, slalom gigante, slalom speciale e combinata • Oro olimpico nella discesa libera (Vancouver, 2010), 2 medaglie d’oro ai mondiali (Val-d’Isère, 2009), 2 argenti e 1 bronzo ai mondiali juniores, 137 podi in Coppa del Mondo, 6 medaglie d’oro ai campionati americani • Si è ritirata dalle competizioni nel 2019 • «È tra gli sciatori più decorati di sempre, ha vinto più gare lei in Coppa del Mondo di ogni altra donna nella storia dello sci» (Amando Doyle, The Guardian, 16/2/2018) • «Ma è anche molto di più dei numeri e dei record. Intanto, è una bellissima donna col sorriso da attrice e le cicatrici del guerriero. Che, ostinato, dopo ogni sgambetto della fortuna, si rialza sempre e comunque, per abitudine, per orgoglio, per un sogno, e riparte, affamato di riscatto» (Agi, 21/1/2019) • «Trucco indelebile sempre presente, anche in gara, e capelli biondi da fare invidia a Barbie» (Chiara Pizzicanti, Vanity Fair, 9/2/2019) • «La stakanovista della neve» • «The Queen of Speed» • «Mi alleno con gli uomini da sempre e mi diverto tantissimo. Mi spingono a dare il meglio di me stessa, a essere una sciatrice più brava. Do più del cento per cento quando mi confronto con i maschi. Cerco di entrare nella loro testa, guardo quello che fanno e come risultato scio più veloce».
Nome Il suo vero nome è Lindsey Kildow, ma «mantiene il nome dell’ex marito per motivi squisitamente commerciali, di sponsor» (Luca Pisapia, Il Fatto Quotidiano, 19/1/2015).
Vita Ha imparato a sciare a tre anni. Primo campionato internazionale: a 15 anni. Prima Olimpiade: a 17 • «Non ho avuto un’infanzia semplice, mi sono persa tante cose e ho vissuto episodi spiacevoli. Ma non cambio nulla: ho avuto una bella vita e varie esperienze, amo ciò che faccio e amo lo sci» (Flavio Vanetti, Corriere della Sera, 26/1/2017) • «I suo genitori sono Alan e Laura Kildow» (Imdb) • «Il padre, anche lui ex sciatore costretto ad abbandonare giovanissimo per un infortunio, fin dalla più tenera età le ha imposto gli sci come dovere assoluto, facendola gareggiare fin da piccola, imponendole lunghissime trasferte prima e una lontananza forzata poi per crescere allo Ski Club Vail in Colorado, sedici ore di macchina dal Minnesota» (Pisapia) • «E qual è il sogno che aveva da bambina? “Già da quando avevo cinque anni mi interessava solo partecipare all’Olimpiade e diventare una sciatrice di successo”» (P. Catucci e L. Franculli, Fuorigioco, 26/11/2018) • «Il suo stile nello sci è sempre stato insolito, anche quando era piccola, in Minnesota, dove ha imparato la tecnica su una piccola collina conosciuta come “The Bump” [La Gobba, ndr] al Buck Hill Ski Arena. Più di un istruttore ha provato a correggerla, pensando che fosse un difetto, tranne Erich Sailer, che la spinse a continuare con il suo stile alternativo. […] “Mi piegavo moltissimo e sono abbastanza alta per una sciatrice, tutti pensavano fosse una debolezza. Ma il mio allenatore mi disse di no, che in realtà era una forza, e così ho deciso di continuare così. Alla fine, nella discesa, è diventata una delle mie caratteristiche: in curva riesco a piegarmi in modo diverso dalla maggior parte degli atleti”» (Doyle) • «Quando lei ha 12 anni, la sua famiglia si traferisce a Vail perché lei si deve allenare» (Imdb) • «Sin da bambina ho amato la velocità. Non ho mai avuto paura. La prima volta che ho sentito la pressione per dover vincere è stata in Italia, al Trofeo Topolino. Avevo 12 anni. Nessuna americana aveva mai trionfato e mio padre mi disse che tutte le ragazze che lo avevano conquistato erano poi diventate campionesse in Coppa del Mondo e alle Olimpiadi. Mi sentii addosso il peso del mondo. Per quanto mi costi fatica ammetterlo, mio padre aveva ragione» • Lei vince, la premiano con un Pinocchio d’oro sugli sci • «Con il suo bel trofeo dal naso lungo la piccola Lindsey torna in patria ed inizia ad imporsi nelle gare nord-americane. Si trova a proprio agio sia nelle specialità tecniche sia nelle discipline veloci e debutta prima in Coppa Europa e successivamente in Coppa del Mondo. Nel 2002 - a soli 17 anni - veste il pettorale a stelle e strisce alle Olimpiadi invernali di Salt Lake City, arrivando sesta in combinata. Da quel momento la sua ascesa tra le più grandi protagoniste dello sci diventa irrefrenabile» (Claudio Scaccianoce, Linkiesta, 23/1/2019) • Nel 2004, a Cortina d’Ampezzo, per la prima volta sale sul podio in Coppa del Mondo • «Era il gennaio 2004 e fu terza in discesa: cominciò tutto quel giorno. Quali i ricordi più belli? “La telefonata a papà tra le lacrime dopo quel piazzamento. Avevo 19 anni: in quel momento capii di poter appartenere a questo mondo, di avercela fatta. Da allora non ho più cambiato l’approccio mentale a una gara”» (Andrea Buongiovanni, La Gazzetta dello Sport, 17/1/2019) • «Tutti si aspettavano che vincesse anche alle Olimpiadi invernali di Torino, nel 2006, ma durante un allenamento fece una bruttissima caduta e dovettero portarla in ospedale in elicottero. La Kildow pensava di essersi rotta la spina dorsale e che la sua carriera fosse finita. Due giorni dopo, nonostante l’infortunio, tornò sulla pista e partecipò alla gara. Non vinse una medaglia, ma la prova le valse la Medaglia americana allo Spirito Olimpico. La Kildow, poi, si riprese in tempo per vincere due medaglie d’argento nella discesa libera e nello slalom supergigante (super G) ai campionati del mondo del 2007, ma durante un allenamento si strappò il crociato anteriore del ginocchio destro e fu costretta a rinunciare alla stagione» (Britannica) • Nel 2007 sposa lo sciatore americano Thomas Vonn, 9 anni più di lei, e comincia a usare il suo nome. «Compagno, allenatore, manager, un surrogato di quel padre padrone che le imponeva l’eccellenza nella competizione a ogni costo» (Pisapia) • Lindsey continua a vincere, batte ogni record, ma comincia a soffrire di depressione • «Tutto quello che riguarda la mia vita sembra perfetto, se visto dal di fuori: ma ho le mie difficoltà, come tutti. C’è stato un momento nel 2008 nel quale mi sono sentita senza speranza, come uno zombie: non riuscivo a muovermi dal mio letto» • Nel 2010, a Vancouver, vince la medaglia d’oro alle Olimpiadi: «È stata la vittoria più bella ed emozionante della mia carriera. La mia famiglia ha fatto tanti sacrifici per consentirmi di avere questa possibilità, un successo che dedico a loro» • Nel 2011 divorzia dal marito • Nel 2012 vince tre gare in tre giorni • Nel 2013 ha due gravi infortuni: a febbraio cade e si rompe il piatto tibiale laterale, il crociato anteriore e il collaterale mediale; a dicembre, di nuovo, ha un infortunio al ginocchio destro • «Quello che mi ha permesso di avere così tanto successo nella mia carriera è il fatto che ogni volta che sono al starting gate voglio rischiare tutto, ma questo è anche il motivo per cui mi sono schiantata così tante volte […] Andiamo forte, e cerchiamo costantemente di spingere il nostro limite un po’ più in là. Le cose possono andare male, e allora ti fai male, ma penso sia parte del mestiere. Quando sono in the starting gate voglio vincere, e penso solo a quello. Se cado, amen, ma almeno ho dato il 110%» (Doyle) • Stavolta però gli infortuni sono davvero troppi, ed è costretta a saltare le Olimpiadi di Sochi del 2014 • «“I primi successi mi hanno catapultata in un’altra dimensione ma credo di essere diventata Lindsey Vonn, con tutto quello che il mio nome rappresenta, per la forza di tornare dopo tutti i miei infortuni”. Come è la sua giornata? Quante ore dedica all’allenamento? “Trascorro almeno 4-5 ore in palestra. Mi riposo solo una volta alla settimana. Faccio allenamenti mirati sulla resistenza, sull’equilibrio e l’agilità e, quando posso, mi alleno all’esterno”» (Catucci e L. Franculli) • «Nonostante i guai fisici che hanno più volte interrotto la continuità di risultati, Lindsey è comunque diventata nel 2015 la donna con più vittorie in Coppa del mondo nella storia dello sci: “Quel trionfo a Cortina, il numero 63, non lo dimenticherò mai. Avevo superato un mito come Annamarie Moser-Proll, un sogno che si avverava”» (Nicola Bambini, Vanity Fair, 3/11/2017) • «L’obiettivo resta quello di battere il record di Stenmark [uno svedese che tra gli anni 70 e 80 inanellò 86 successi in Coppa del Mondo, ndr] e diventare la sciatrice più vincente di tutti i tempi. “Fino a qualche anno fa anche solo pensare di battere questo record sarebbe sembrato troppo, ma ora ci sono vicina. Ho lavorato duro, voglio completare l’opera”. È un’ossessione? “No, è semplicemente il traguardo che vorrei raggiungere. Ho sempre cercato di pormi obiettivi ambiziosi”. E se non dovesse farcela? Continuerà a gareggiare? “Mai dire mai, ma, per il bene del mio fisico, spero di farcela quest’anno” (Catucci e Franculli) • «La Vonn poi si prese la medaglia di bronzo al Super-G nel campionato del mondo del 2015. Nel marzo 2016, poco dopo aver vinto la sua ventesima Coppa del Mondo, si ruppe una gamba e fu costretta a ritirarsi dalla stagione 2015-2016. Tornò nel gennaio 2017 e il mese dopo vinse un bronzo nella discesa libera che fece di lei (a 32 anni) la donna più vecchia di sempre a vincere una medaglia nella storia dell’evento» (Britannica) • «È a dieci vittorie dal record assoluto di Ingemar Stenmark (86 successi in Coppa del Mondo): riuscisse a batterlo significherebbe che lei è più forte degli uomini? “Ahhh. Non so se si potrebbe dire così, ma sicuramente per me significherebbe moltissimo”» (Giorgio Pasini, TuttoSport, 18/2/2016) • Nel 2018 partecipa alle Olimpiadi in Corea: «It’s been eight years and I’ve worked my butt off, sono passati otto anni e mi sono fatta un mazzo così per arrivare in forma a questi Giochi. Voglio vincere più medaglie possibili». Ne vince solo una, di bronzo, nella discesa libera • Partecipa a un’altra coppa del mondo, poi, annuncia il suo ritiro dalle competizioni: «Voglio essere in grado di camminare senza dolori, insegnare (spero) ai miei figli a sciare un giorno. […] Non ho più niente da dimostrare a me stessa e agli altri. Non sono più quella ragazzina nervosa che stava in cima alla montagna. Sono una donna pronta per il suo prossimo capitolo. So di potercela fare! Alziamo i calici al prossimo capitolo!». • «È troppo rotta per continuare» (Agi) • Il 20 gennaio 2019 disputa la sua ultima gara a Cortina: un supergigante, ma non riesce a completarlo. Sofia Goggia, lì per vederla, si inginocchia davanti a lei e le offre un mazzo di fiori • Due settimane dopo, a Äre, in Svezia non porta a termine né la combinata né il supergigante: «Caduta sulle reti ha rifiutato la barella, è scesa sugli sci in quella che è stata una passerella con ovazione del pubblico» (Pizzicanti) • Il 10 febbraio c’è la sua ultima gara: «“Ho sciato col cuore”. Anche perché tutto il resto, la Wonder Woman americana, non ce l’ha: sei operazioni in tutto alle ginocchia più volte sfasciate in due decadi a tutta velocità. E adesso anche l’occhio destro nero, dopo la caduta nel superG d’apertura [….]. Quando rientrerà a casa, sotto i ferri un’altra volta […] Scende senza errori sul tracciato accorciato per nebbia alla partenza del superG, col n. 3 e una tuta con i segni giallo blu della Svezia. […] “Thank you Lindsey: forever a star” c’è scritto sugli striscioni e sulla collina sul lago, lei urla, in quel momento è prima, sarà la slovena Ilka Stuhec poi d’oro, giù col 9, a farla regredire di una posizione e infine la svizzera Corinne Suter col 19, già di bronzo nel superG, a superarla per l’argento» (Alessandra Retico, la Repubblica, 10/2/2019) • «Non è stato facile partire sentendo le ossa sbattere e nonostante questo spingere oltre il dolore. L’ho fatto per l’ultima volta» • In fondo alla pista, ad attenderla con un mazzo di rose, c’è Ingemar Stenmark, ormai 63enne. Le mancavano solo quattro vittorie per battere il suo record.
Uomini «È difficile riuscire ad avere un appuntamento decente, perché la maggioranza dei ragazzi è troppo intimidita per avvicinarsi a parlare con me e quelli che invece hanno il coraggio di farlo, alla fine si rivelano un po’ troppo sicuri di loro stessi» • Dopo l’ex marito è stata con il golfista Tiger Woods, con il pilota Lewis Hamilton («siamo solo amici»), con l’allenatore dei L.A. Rams Kenan Smith e ora con il giocatore di hockey su ghiaccio P. K. Subban, che le ha regalato un anello di fidanzamento • «Di sci capisce poco... Come me di hockey ghiaccio: cos’è un forecheck?» • Ancora sconosciuta la data delle nozze.
Cani Tre: Lucy, una femmina di cavalier king; Leo, un boxer; Bear • «Sono andata al canile e ho trovato Leo. Aveva pure lui un ginocchio malandato, siamo entrati subito in sintonia» • Dice che l’hanno aiutata a superare la depressione • Avevano un profilo Instagram - @Vonndogs – ora non più attivo.
Americani «In America il successo di un atleta olimpico di solito è legato a quante medaglie ha vinto. E stelle del calibro di Michael Phelps, che ha vinto 23 ori nella sua carriera, hanno distorto la percezione di cosa significa vincere alle Olimpiadi. “Non c’è dubbio, Michael ci ha fregati tutti. Ma in una gara di sci ci sono molte più variabili. Il vento, le condizioni della neve, il numero che ti assegnano, Ci sono così tante cose che possono impedirti di vincere una medaglia totalmente slegate a quanto sei bravo tu» • «Amo l’Austria, ci trascorro un sacco di tempo. Un Paese che vive per lo sci, dove i tifosi ti fanno sentire una diva. In Colorado cammino per le strade senza che nessuno mi riconosca» • Non le piace Donald Trump: «Spero di rappresentare il popolo degli Stati Uniti, non il presidente… Voglio rappresentare al meglio il nostro Paese, non penso che siano in molti a farlo nel governo al momento» • «Ciascuno di noi ha opinioni diverse, e questo è quel che makes America great, fa dell’America un grande Paese».
Senza veli Ha posato nuda due volte. La prima, su Sports Illustrated, le avevano dipinto un costume addosso: «Ho condiviso l’esperienza con altre due grandi colleghe (la tennista Wozniacki e la Rousey, atleta delle arti marziali, ndr): ha richiesto 14 ore di lavoro, un giorno per andare ai Caraibi e uno per tornare. Mi sono divertita, ma non ero al cento per cento a mio agio con il mio corpo: ho dovuto forzarmi però alla fine quel costume era davvero speciale» • La seconda indossava solo sci e scarponi • «Sarei apparsa in modo migliore per qualcuno se fossi dimagrita. Ma perdere peso andrebbe contro l’essere atleta e se uno non è d’accordo con quello che faccio e su come appaio è un problema suo, non mio. In questi anni ho imparato che non puoi piacere a tutti, che c’è sempre qualche articolo e commento contro. Insomma, ci sono aspetti positivi e aspetti negativi nell’essere famosa, ma io cerco sempre di essere la miglior persona possibile e disponibile con i miei tifosi, anche solo per una foto. Sempre, perché ripeto: lo sci viene prima di tutto».
Curiosità È alta 178 centimetri. Pesa 73 chili • Ha detto che le piacerebbe vedere donne e uomini gareggiare assieme: «Le nostre sono gare di pony che precedono le gare vere, quelle tra cavalli da corsa, le gare dei maschi. […] Sappiamo che c’è una linea fisiologica che divide le nostre e le gare dei maschi, io voglio provare a capire quanto è ampia» • È negata per lo snowboard • «Ha creato una Fondazione che porta il suo nome; mission di questa fondazione è aiutare in particolare le donne a realizzare i propri sogni. Molte atlete statunitensi oggi possono gareggiare (e vincere) grazie al supporto logistico, morale ed economico della Lindsey Vonn Foundation» (Scaccianoce) • «Com’è la vita di tutti giorni di Lindsey Vonn? “Normale. Cucino, faccio la spesa. Se lo volete sapere so quanto costa un litro di latte, anche se mi piace soprattutto comprare una buona bottiglia di vino. E sono diventata anche molto brava a pulire casa perché Lucy (la cagnolina, ndr) fa la pipì ovunque […] Non c’è davvero nulla che vorrebbe e che non è ancora riuscita a fare? “Ad essere sincera non ci ho mai pensato... Ma sì, mi piacerebbe finire sulla copertina di Vogue. Sarebbe figo”» (Pasini) • Ha scritto un libro, La forza è la nuova bellezza (Red Editore): «Ho impiegato 32 anni per essere a mio agio con il mio corpo: spiego come allenarsi, come nutrirsi, come essere in forma. Desidero condividere i miei segreti, bisogna credere in noi stessi. Non è un libro su come diventare magri, ma su come restare sani» • Ha interpretato il ruolo di segretaria in una puntata di Law & Order nel 2010 • Ha due fratelli e due sorelle, una di loro vive a Firenze • È a favore dei matrimoni gay • Le piace giocare a tennis, il film Coco, preferisce Federer a Sampras e Bode Miller ad Alberto Tomba. Non sa scegliere tra Roma e Parigi e tra LeBron James e Steph Curry • «Non ho proprio nulla di speciale. Scio veloce, tutto qua» (Doyle).