Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  novembre 11 Lunedì calendario

Israele. La grana esenzione degli haredim ha già dato i suoi frutti

Un anno dopo l’inizio della guerra a Gaza, i riservisti dell’esercito israeliano sono esausti e l’Idf fatica a reclutare soldati, proprio mentre si allarga un nuovo fronte al nord, in Libano. Secondo l’esercito, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 sono stati richiamati circa 300.000 riservisti, il 18 per cento dei quali sono uomini con più di 40 anni che avrebbero potuto essere esentati. Il servizio militare è obbligatorio per gli uomini e le donne israeliani a partire dall’età di 18 anni, anche se sono previste diverse esenzioni. Israele sta conducendo una guerra su più fronti contro Hamas a Gaza e contro il gruppo militante Hezbollah, sostenuto dall’Iran, in Libano. Da quando l’esercito ha lanciato la sua offensiva terrestre a Gaza il 27 ottobre dell’anno scorso, ha perso 367 soldati nel corso della campagna, mentre 37 sono morti in Libano da quando Israele ha iniziato le operazioni di terra il 30 settembre. Oltre 12.000 i militari feriti. I periodi di servizio di riserva sono stati prolungati e alcuni riservisti lamentano di non riuscire a condurre una vita normale per un massimo di sei mesi consecutivi. Molti lavoratori autonomi hanno dovuto chiudere bottega a causa della guerra, anche se il governo garantisce un reddito minimo ai riservisti. La guerra in corso ha infiammato il dibattito pubblico sulla leva obbligatoria degli ebrei ultra-ortodossi, molti dei quali sono – e se Netanyahu vuole sopravvivere politicamente – saranno esentati dal servizio militare. Gli ultra-ortodossi rappresentano il 14 per cento della popolazione, secondo l’Israel Democracy Institute (Idi), che rappresenta circa 1,3 milioni di persone. Sono circa 66.000 quelli in età di leva che sono esentati. A giugno, la Corte Suprema israeliana ha ordinato l’arruolamento degli studenti delle yeshiva (seminario) dopo aver deciso che il governo non poteva mantenere l’esenzione “senza un adeguato quadro giuridico”. I partiti politici ultra-ortodossi della coalizione fondamentali per la sopravvivenza del governo del primo ministro Benjamin Netanyahu hanno chiesto un segnale chiaro prima del voto sul bilancio di fine anno. È per questo che il ministro Yoav Gallant è stato rimosso da Netanyahu, è totalmente contrario alle esenzioni.