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 2024  novembre 11 Lunedì calendario

Al Bano vuole organizzare un concerto di pace in Donbass

Al Bano è uomo di mondo, in senso proprio e figurato.
Puoi dirlo forte.
E non ha dubbi su chi è nel giusto, su chi ha ragione.
Trump, Trump, Trump.
Uomo piuttosto volgare (e sporcaccione!)
Ma che significa? Ognuno di noi ha cose da farsi perdonare.
Ha sostenuto atti eversivi, ha incitato e coperto politicamente i suoi fan nell’assalto a Capitol Hill, la sede del Congresso Usa.
Mi creda: non è nulla in confronto di ciò che ci dà con l’altra mano.
Ha cattive frequentazioni e raccolto trenta capi d’imputazione.
Trump ci dà la pace. Io voto la pace e non penso a nient’altro. Con Trump finisce la guerra, è chiaro?
Al Bano non è solo un ammiratore di Trump ma è amico devoto di Putin.
Esattissimamente, cinque volte ho stretto la mano a Putin.
Lei ha il profilo giusto per connettere la Russia putiniana alla “great America” di Donald.
Ho un sogno e una speranza.
La vorrebbero in un grande concerto nel Donbass.
Volentieri.
Canterebbe nella terra occupata?
Il Donbass è sempre stato russo, diciamocelo. E l’Ucraina è un lascito di Mosca, una regalìa.
Lei parla quasi come Putin.
La storia non bara, la verità è questa.
Il concerto si farà.
Spesso i sogni si avverano.
Nostalgia canaglia, Felicità, Fragile, Ma il cuore no. Di canzone in canzone, di nota in nota lei giunge al cuore del potere, al centro dei destini del mondo.
Trump fa finire la guerra e questo basta per fare la ola in suo onore.
Nel suo cuore Trump ha preso il posto di Berlusconi.
Questo è impossibile. Al tempo della drammatica vicenda di Ylenia ricevevo ogni giorno un telegramma da Berlusconi. Ero negli Usa impegnato nelle ricerche e lui mi comunicava la propria disponibilità ad aiutarmi. Mi inseguivano le sue telefonate al punto da farmi interrogare su quel suo estremo interesse. Poi ho capito la dimensione della sua generosità. E naturalmente ho sempre votato Berlusconi.
Adesso ha votato Meloni.
Certamente sì. Ha visto cosa ha combinato la sinistra? Come ci ha ridotti?
Lei, da cittadino esemplare, sta onorando l’impegno che ha preso col fisco.
Ho preso una tranvata qua, una mattonata tra capo e collo.
L’agenzia delle entrate le ha scucito un sacco di soldi. È orribile dover pagare.
Io delego tutto al commercialista.
Facciamo tutti così. Deleghiamo e poi la sorpresa…
Questo per dire che insomma non posso sapere se sono state fatte bene le cose. Faccio il mio dovere scegliendo il tecnico, poi lascio a lui ogni incombenza.
La legge a volte spalanca le porte all’ingiustizia, condivido.
Comunque sto pagando.
Al Bano, italiano vero. Eppure voci maligne che qui ricordo solo per dovere di cronaca la invitano a valutare se non sia il caso di dire addio al canto.
Mi vorrebbero in pensione, lo so.
Dicono che dovrebbe smettere e lasciare il palco ai giovani.
Ho la passione che mantiene alto il mio desiderio. La voglia è intatta, la voce è ferma.
Lei è un irriducibile.
È troppo, troppo, troppo forte il piacere di continuare e finché avrò benzina nessuno mi potrà far ricredere.
​Il concerto per la pace è suo.
Io sono pronto.
Sarà grandioso.
A Mosca o altrove.
Al Bano, la melodia come mediazione.
Mi piacerebbe, lo dico per davvero.
Ho letto che gli spioni hanno vivisezionato il suo conto corrente.
Lo spione, singolare. È di Bitonto, tra l’altro. Un pugliese come me. Penso che sia stata la curiosità la molla della spiata.
Comunque soldi in banca pochi.
Tutti nell’impresa agricola, nella mia vita parallela e fortunata di agricoltore.