la Repubblica, 11 novembre 2024
L’Umbria si prepara al voto
Quanto pesa un’apecar, il tre ruote Piaggio che qui in Umbria chiamano “apetto”? È questa la domanda che si fanno tutti guardando il video virale del sindaco di Terni, il massiccio Stefano Bandecchi, che lo solleva una decina di volte con la forza delle braccia. Potrebbe essere proprio l’apetto di Bandecchi a fare la differenza in queste elezioni tiratissime, dove il suo minuscolo partito personale – Alternativa popolare – si è alleato con il centrodestra ed è diventato uno degli incubi del centrosinistra. La sfida nella regione è infatti un testa a testa fra l’uscente leghista Donatella Tesei (alzi la mano chi ricorda una sua presa di posizione su uno qualsiasi dei temi politici nazionali) e la sindaca di Assisi Stefania Proietti, riuscita nel miracolo francescano di mettere d’accordo tutti, dal Pd fino ai centristi passando per i Cinque stelle.
Su Bandecchi bisognerà tornarci, non prima di aver detto che c’è un unico argomento – “apetto” a parte – che ha scaldato la campagna elettorale. Ed è lo stato della sanità pubblica. Proietti ne ha fatto l’alfa e l’omega della sua offensiva, nel tentativo di far dimenticare che proprio su uno scandalo legato alla sanità cadde il bastione dell’Umbria rossa nel 2019. Altri tempi, il Pd sembra aver capito la lezione. «A destra ci raccontano come il passato che ritorna – osserva la neo sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi, nel suo studio a palazzo dei Priori – ma la gente ha capito che c’è stato anche qui un cambio di passo, di postura, di genere, persino di coalizione, con la grande apertura dei partiti al civismo». Proprio Ferdinandi, giovane civica di sinistra, ne è l’esempio, avendo riconquistato Perugia all’inizio dell’estate contro tutti i pronostici.
Sanità, ospedali, liste d’attesa, carenze di medici e infermieri, di questo si è parlato in queste settimane. In una partecipata riunione con i sanitari all’hotel Plaza, giovedì scorso, Proietti si è fatta introdurre da Mattia Altini, il direttore dei presidi ospedalieri dell’Emilia-Romagna, “prestato” da Bonaccini per la serata. Il meta-messaggio era chiaro: l’Umbria potrebbe tornare a essere efficiente come l’Emilia-Romagna, se solo si liberasse da una destra che ha abbandonato il pubblico a favore del privato. «Spesso disturbo Bonaccini – conferma Proietti – per farmidare qualche buona idea sulla sanità. Anzitutto dobbiamo prenderci cura delle persone che curano le persone: siamo la regione che paga di meno il personale sanitario». Dietro al palco, Proietti si avvicina al tecnico Altini e gli chiede il numero di cellulare: «Se vinciamo la chiamo».
A sostegno di Proietti ancora ieri sono arrivati a Gualdo Tadino Elly Schlein e Stefano Bonaccini. «Questa – ha ricordato la segretaria dem – è una regione dove non molti anni fa le persone venivano da fuori per la qualità dei servizi sanitari. Sono riusciti in cinque anni a fare un disastro». Tesei contesta i dati della catastrofe. Al forum del Corriere dell’Umbria si è vantata di aver piazzato la regione «tra quelle messe meglio» sulle liste d’attesa e sui Lea. E di aver concentrato gli investimenti del Pnrr «realizzando case e ospedali di comunità». Il rapporto “Crea” 2024 ha stilato una classifica delle regioni basata sui servizi ai cittadini. Su quattro gruppi l’Umbria si colloca nel terzo (il penultimo) insieme a Sardegna, Campania, Lazio, Abruzzo e Puglia, con livelli di performancecompresi nel range 37-44%. Insomma,insufficienti. Nel Pd, dopo la sconfitta in Liguria, si spera nella rivincita in Umbria. Schlein la sta battendo palmo a palmo. Chi ha l’orecchio a terra, come il segretario di Corciano Stefano Gabrielli, sente che potrebbe essere la volta buona: «In Liguria forse abbiamo sbagliato il candidato – osserva fuori dal teatro Arca in attesa di Proietti – ma Stefania è fortissima. Certo, bisogna vedere se poi la gente va a votare... E c’è il problema Bandecchi». Eccoli i due incubi della vigilia: l’astensionismo e Bandecchi. Ma se il primo gioca a sfavore di entrambi gli schieramenti, il secondo è un handicap per il centrosinistra. I sondaggi danno infatti una situazione di parità e il partitino di Bandecchi potrebbe fare la differenza.
Personaggio controverso, imprevedibile, a volte persino violento, Bandecchi si presenta venerdì mattina al mercato di Bastia Umbra. Lì i banchisti sono tutti di provenienza nordafricana. Ci si aspetta l’incidente e invece Bandecchi fa l’amicone: «Tu come ti chiami?». «Mustafà, in italiano voi lo traducete come Stefano». «E allora piacere – risponde il sindaco di Terni – io sono Mustafà Bandecchi». Col cronista sfoggia un approccio bipartisan: «Proietti e Tesei sono due persone perbene, come si fa ad attaccarle? Il problema di Proietti è che lei è una moderata, è più facile che vada d’accordo con me, almeno quando sono normale, piuttosto che con i grillinidella sua maggioranza». Ecco, il riferimento di Bandecchi alla sua “normalità” va preso alla lettera. Perché, pochi minuti dopo, davanti al gazebo dei 5S, entra in modalità wrestling contro un attivista contiano reo di avergli risposto in maniera ruvida. «Non fare lo str…con me! Io coi comunisti divento un animale», gli urla a un centimetro dalla faccia, spingendolo indietro a colpi di pancia.
Se il teorema dell’apecar, dove Bandecchi ha caricato Meloni, Salvini e tutti gli altri, si rivelerà sbagliato, resta sempre il problema dell’astensionismo. La sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, ammette che «la campagna è stata molto poco partecipata, come se la gente non fosse propria interessata alla regione». Spingere le persone al voto sarà la vera scommessa di domenica prossima, pioggia permettendo.