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 2024  novembre 11 Lunedì calendario

Cosa resta di Hamas

Israel Katz, nuovo ministro della Difesa israeliano, ha assunto il proprio ruolo con dichiarazioni ottimistiche: «Hamas è stata sconfitta dal punto di vista organizzativo anche se a Gaza continuano a esserci più terrorismo e guerriglia». È davvero così?
I militantiL’Idf ha stimato in circa 18 mila i combattenti uccisi. Un numero che è oscillato spesso sollevando qualche interrogativo da parte di osservatori israeliani. Per alcuni il bilancio era aggiustato per essere in linea con le dichiarazioni del premier Benjamin Netanyahu. Restando però a una valutazione generale, è evidente come il movimento abbia avuto perdite pesanti visto che gli esperti accreditavano una forza iniziale di 30 mila uomini.
Una buona parte dei 24 battaglioni è stata smantellata e la divisione in tronconi di Gaza ha reso difficile il coordinamento Nord-Sud. Uccisi centinaia di ufficiali e quadri, tra questi i principali dirigenti delle Brigate Ezzedin Al Kassam. Tutti militanti esperti, non facili da rimpiazzare al momento. Eliminati numerosi ricercati da Israele in quanto accusati di aver avuto un ruolo nell’eccidio del 7 ottobre. L’offensiva ha provocato un disastro umanitario, ha sconvolto letteralmente il panorama – già angusto – della Striscia, ha causato oltre 43 mila morti tra i civili. E, purtroppo, non è ancora finita.
Le tatticheHamas è stata costretta a rivedere strategia e tattica. I suoi mujaheddin usano la rete dei tunnel per azioni mordi-e-fuggi contro gli invasori, si affidano ad armi semplici: gli anticarro prodotti nelle officine locali, le mine magnetiche che a volte riescono a piazzare sul fianco di un tank dopo essere sbucati dal sottosuolo, le cariche esplosive mimetizzate tra le montagne di macerie, all’interno di case, vicino ai punti di concentramento delle unità nemiche. Non di rado costruiscono trappole recuperando bombe inesplose.
Qualche esperto ritiene che la resistenza sia riuscita a reclutare altri elementi tra le decine di migliaia di palestinesi costretti ad abbandonare le loro case. Magari non sono addestrati al massimo livello ma possono comunque tendere imboscate, piazzare ordigni, sparare con fucili da cecchino. Non sono in grado di fermare l’avversario, però dimostrano la loro presenza e impegnano Israele. Logorano e si logorano. Inoltre, hanno ancora nelle loro mani decine di ostaggi.
I capiNe sono rimasti pochi della vecchia dirigenza e la guida è a stata assunta dal comitato dei cinque in attesa di una nuova nomina rinviata a tempi migliori. Sempre che non sia una copertura per nascondere il vero successore di Yahya Sinwar. Dell’organismo fanno parte Khalil al Hayya, Zaher Zabarin (in rappresentanza della Cisgiordania), Khaled Meshal (responsabile della diaspora), Mohammed Darwish (capo dell’ufficio politico) e un quinto personaggio rimasto nell’ombra per ragioni di «sopravvivenza» ma che potrebbe essere Mohammed Sinwar, il fratello di Yahya, nascosto a Gaza.
Gli alleatiTeheran continua a garantire appoggio diplomatico e ingaggia lo Stato ebraico con lo scambio di colpi. Le milizie sciite (Hezbollah, Houthi, iracheni) sono al fianco di Hamas (e dell’Iran) usando droni/missili e moltiplicando così i fronti per Tel Aviv. Supporto esterno che tuttavia finisce per mettere in secondo piano la questione palestinese. Problematico per la fazione il passo indietro del Qatar, da sempre amico e finanziatore e Paese ospitante dei dirigenti in esilio. La decisione di sospendere la sua mediazione può essere il primo passo verso la chiusura degli uffici del movimento e di fatto la «partenza» dei funzionari della diaspora.
Un allentamento di rapporti determinato da pressioni internazionali, dalla mancanza di risultati per la rigidità dei contendenti, dal desiderio di evitare danni politici. Con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca il tema potrebbe riproporsi con maggiore intensità. E dove andrebbero gli «espulsi»? Secondo Haaretz la Siria, invitata ad accoglierli, ha detto di no mentre è stata ipotizzata una sistemazione in Iraq. Un altro segnale – tutto da verificare – arriva da indiscrezioni di un tv israeliana: Hamas avrebbe chiesto ai rivali del Fatah di assumere la gestione della striscia di Gaza. Sarebbe la prova di difficoltà crescenti.