Avvenire, 10 novembre 2024
Trump tornerà incensurato
C’è la data. Mercoledì prossimo il presidente uscente degli Stati Uniti, Joe Biden, riceverà nello Studio Ovale della Casa Bianca quello entrante, Donald Trump. È l’inizio della seconda era trumpiana che verrà inaugurata ufficialmente il 20 gennaio 2025. Entro quella data il tycoon repubblicano dovrebbe aver ottenuto anche l’archiviazione dei procedimenti penali di cui è stato protagonista negli ultimi anni.
A muovere il passo verso la sua sostanziale immunità dovrà essere uno dei suoi più tenaci nemici, il procuratore speciale Jack Smith, l’uomo che lo ha trascinato in tribunale per le interferenze nel voto che, nel 2020, sancì la vittoria di Biden. Smith è già in allerta. Tre giorni dopo le elezioni che hanno certificato la vittoria del tycoon su Kamala Harris, ha chiesto e ottenuto dal giudice federale Tanya Chutkan la sospensione delle udienze preprocessuali in calendario (la prossima era prevista il 26 novembre). Entro il 2 dicembre, adesso, deve presentare al tribunale una mozione a chiarire come intende procedere. L’epilogo di questa circostanza senza precedenti, che vede un presidente eletto imputato in un processo penale, è quasi scontato. Il procuratore dovrebbe disporre il ritiro delle accuse perché è il Dipartimento di Giustizia a “vietare” la persecuzione giudiziaria di un presidente in carica. A seguire, dunque, Trump sarebbe sollevato definitivamente anche dall’incriminazione per sottrazione e conservazione indebita di documenti riservati che pende sulla sua testa dopo essere uscito dalla Casa Bianca, nel 2020, sbattendo la porta. La sentenza di primo grado emanata al riguardo ne ha già disposto l’archiviazione.
I guai con la giustizia di Trump hanno avuto un ruolo marginale nella sua campagna elettorale. Gli ultimi dati rivelano che ha raccolto un numero di voti record: circa 74 milioni e 300 mila. Più di quelli incassati nel 2016 e nel 2020. Durante i comizi tenuti da un lato all’altro del Paese non ha perso occasione per sottolineare, anzi, che si stava battendo per propria libertà oltre che per quella degli americani.
Comincia intanto a prendere forma la rivincita conto Smith additato per aver formulato accuse infondate perché dettate da ideologia politica. I più stretti collaboratori del presidente eletto (compreso il patron di Tesla, Elon Mask) discutono l’ipotesi di avviare nei suoi confronti un’inchiesta del Congresso per abuso del sistema giudiziario. Eventualità che metterebbe nei guai il super procuratore più di una ricollocazione qualsiasi. Negli ultimi giorni della campagna elettorale, Trump si era spinto fino a dire: «Dovrebbe essere cacciato dal Paese».