il Giornale, 10 novembre 2024
I giovani di Napoli schiavi della Camorra
Maurizio Agricola, 61 anni, una lunga carriera in polizia. Dal 5 Luglio del’23 è il Questore di Napoli.
Signor Questore un altro ragazzo è morto con una pallottola in fronte. Cosa sta succedendo a Napoli?
«Succedono tante cose. Non sono collegate. Ogni delitto ha una sua storia. Sono fenomeni con dinamiche diverse. Quello che è successo ieri è stata una scorribanda che ha avuto un effetto terribile: la morte di un ragazzo nella zona di Corso Umberto. L’arresto fatto dai carabinieri per il ragazzo ucciso giorni fa per una scarpa calpestata è una storia diversa... Non era stato preparato quel delitto, è stato accidentale. Questo almeno sta emergendo dalle indagini che probabilmente porteranno presto all’arresto di una persona».
Napoli sembra diventato il centro della follia giovanile.
«Il problema principale è la facilità del reperimento delle armi da parte di giovani. Anche di ragazzini. Questo è un dato oggettivo e inconfutabile. E qui c’è anche un problema di valori. L’arma per alcune fasce di gioventù diventa un valore, un simbolo. Parliamo di ragazzi che non apprezzano il valore della vita: cadono nella banalità del male».
Ma lo Stato c’è?
«Noi ci siamo, la presenza dello stato si vede nella capacità di dare risposte immediate come sempre è successo e anche in questi casi».
Repressione e prevenzione?
«Sì ma non può essere tutto e solo prevenzione e repressione. Ci vogliono molte altre cose: le famiglie, la scuola, la cultura, lo sport. Sono elementi fondamentali. Lo sport è un volano di inclusione impressionante. Io portol’esempio di Caivano, lì tanti ragazzi si sono iscritti immediatamente alle varie attività sportive ed è dimostrazione che dove c’è il bello, questo è molto più attrattivo della negatività».
Ci sta dicendo che c’è troppo degrado a Napoli?
«Sicuramente ci sono delle realtà che devono essere riqualificate».
Questore ci dica la verità, c’entra la camorra?
«La metodologia è sicuramente camorristica. Ragazzi che vanno in giro armati a fare scorribande e poi ti parte un colpo accidentale, oppure succede che spari per un piede pestato non si può chiamare in altro modo. Vede, questo è un problema serio, non solo di ordine pubblico. Anche di mentalità. È chiaro che in alcune frange di giovani prevale una mentalità camorristica. La camorra diventa un modello. Se non ci sono altri modelli vale quello».
La camorra è ancora forte a Napoli?
«La stiamo combattendo, ma è ancora una realtà».
Serve più sorveglianza?
«Gli impianti degli organici sono assolutamente di livello qui a Napoli. Non crediate che Napoli sia allo sbando. Lavoriamo seriamente e abbiamo i mezzi. Abbiamo una mappatura di videosorveglianza importantissima».
Sulla città?
«Sì. Ed è quello che ci ha consentito in tantissimi casi di risolvere episodi di sangue».
Con quali strumenti?
«C’è una forte interazione tra tecnologia e fattore umano».
È fondamentale il fattore umano?
«Sì, è fondamentale. Ma anche la tecnologia è importantissima. Bisogna usarla e usarla bene».
Ritiene necessario fare un patto tra Stato e giovani?
«Sicuramente un patto di legalità».