la Repubblica, 10 novembre 2024
I Beatles e i Rolling Stones ai Grammy
Neanche il più smaliziato e creativo degli sceneggiatori avrebbe potuto immaginare un copione nel quale i Beatles che, ricordiamolo, si sono sciolti nel 1970, avrebbero ricevuto ben due nomination per i Grammy 2025, cinquantacinque anni dopo la cessazione delle attività, per ragioni che sono ancora oggi motivo di dibattito, per le categorieRecord of the year e
Best rock performance. Ancora più assurdo scoprire che in un’altra categoria affine (Best rock album), hanno ricevuto una nomination anche i Rolling Stones, rinnovando a distanza di decenni quello che è stato consegnato alla storia come l’archetipo dei duelli musicali, la sfida più antica e duratura tra band di rock’n’roll. Assurdo, ma vero.
Il paradosso è dovuto a una seriedi circostanze del tutto eccezionali, che andiamo a elencare. La prima è che gli Stones si ostinano a fare concerti e pubblicare dischi, senza mai mollare il colpo, al di là di ogni prevedibile buon senso, l’altra riguarda lo struggente e inconsolabile vuoto che i Beatles hanno lasciato nel grande mare della cultura pop, considerando che a differenza dei loro monelli cugini, si sono sciolti all’apice della loro carriera, nel punto massimo della loro creatività, chiudendo con due album strepitosi.
Il primo, Let it be,uscì per ragioni strategiche nel 1970, e nel 1971 fu candidato per l’appunto ai Grammy, ma non vinse, beffardamente battuto da Bridge over troubled water di Simon & Garfunkel, il secondo, che fu il vero ultimo disco registrato dalla band, è niente di meno che Abbey Road, ovvero uno dei dischi giustamente più amati in assoluto della storia beatlesiana, la più bella lettera d’addio mai scritta in musica. Come colmare il vuoto? Dopo lunghe pause, ragionamenti, esitazioni, come già fecero nel 1995 con Free as a bird, Paul McCartney e Ringo Starr hanno deciso di rielaborare un inedito di John Lennon e trasformarlo in Now and then, un singolo uscito alla fine del 2023 con grande clamore e qualche perplessità dovuta all’utilizzo dell’Intelligenza artificiale.
E così si arriva ai prossimi Grammy che saranno consegnati il prossimo 2 febbraio. Dovessero vincere, suonerebbe, con tutte le debite proporzioni, come l’Oscar alla carriera dato a Ennio Morricone dopo tante occasioni ingiustamentemancate. Proviamo a fantasticare. Paul e Ringo non sono come Dylan, geniale e scorbutico anche di fronte alle onorificenze, capace di dire a quelli del Nobel: “Grazie per il conferimento ma quella sera purtroppo ho già un impegno”. Loro saranno lì, di sicuro, a onorare come hanno sempre fatto il loro ruolo e la loro dignità di artisti.
Per la gioia degli amanti dei duelli ci potrebbero essere anche gli Stones. Potrebbero vincere loro, oppure i due ex Beatles, oppure ancora entrambi, chi può dirlo. Ma di sicuro si scambieranno messaggi d’amore. Rivali sì, ma anche amici, il che rimane a tutt’oggi un bellissimo messaggio. Ringo avrà parole di pace e Paul ricorderà a tutti che la musica è la più bella invenzione del mondo. Per questo bisogna averne cura. Anche grazie a un possibile Grammy arrivato con decenni di ritardo.