la Repubblica, 10 novembre 2024
Addio ricetta bianca ora la prescrizione arriverà via whatsapp
Scritta su un foglio, con giusto una firma, la data e un timbro. Ogni giorno la usano milioni di italiani ma è destinata a sparire. La cosiddetta ricetta bianca, con la quale vengono prescritti farmaci di fascia C a pagamento per il cittadino, dall’anno prossimo dovrà essere eliminata. Il governo ha previsto in un articolo della manovra, il numero 57, che diventi dematerializzata, come lo è già in quasi tutto il Paese la ricetta rossa, quella per medicinali di classe A che invece sono a carico dello Stato. Chi la compila deve utilizzare il sistema informatico e rilasciare un codice al paziente.
I farmaci in classe C, sono diffusissimi, e agli italiani costano circa 3,5 miliardi l’anno. Tra questi ci sono le benzodiazepine, l’antinfiammatorio diclofenac (il nome di marca è Voltaren), il paracetamolo, la pillola anticoncezionale, vari antibiotici ecortisonici (anche usati insieme in alcune creme), farmaci contro la disfunzione erettile.
La novità viene decisa in un periodo particolare per Sogei, la società del Mef che tra l’altro genera l’Nre, il numero della singola ricetta elettronica, visibile tra l’altro da tutti i farmacisti, che grazie a quello sanno quali medicinali consegnare. Da una ventina di giorni il sistema di Sogei ogni tanto si blocca. Ci sono state molte proteste, da parte dei medici e delle Regioni, per le interruzioni del servizio di un’ora e mezzo o due nei giorni 4, 5, 6 novembre ma anche ad ottobre varie volte, a partire dal 15. È andata a finire che i dottori che le avevano ancora hanno dovuto tirare fuori le vecchie ricette rosse e scrivere a mano oppure rimandare i pazienti al giorno dopo, creando di disagi e attese.
Comunque sia, il sistema già in uso per le richieste dei farmaci gratuiti deve essere utilizzato anche per quelli a pagamento, a partire dall’anno prossimo. Nell’articolo, che menziona anche le richieste a carico del servizio sanitario nazionale, è scritto che «al fine di potenziare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva nonché garantire la completa alimentazione del Fascicolo sanitario elettronico, tutte le prescrizioni a carico del cittadino sono effettuate nel formato elettronico». Il cambiamento farà sì, ad esempio, che i medici potranno spedire via mail o Whatsapp anche le richieste per farmaci a carico del paziente, che oggi costringono i cittadini a passare dallo studio anche quando si tratta di proseguire terapie già avviate. Poi permetterà di poter ritirare anche in una Regione diversa il prodotto richiesto e ridurrà il margine di errore legato alla mancata comprensione della calligrafia del professionista. C’è poi, come dice la norma, una questione di registrazione dei dati di consumo, che già esistono ma diventeranno ancora piùprecisi, soprattutto per quanto riguarda la valutazione del numero di prescrizioni dei singoli camici bianchi. Anche gli specialisti, ovviamente, dovranno usare il computer, o magari una app, per inserire la richiesta per il loro assistito.
La novità è stata criticata da Silvestro Scotti, segretario della Fimmg, il principale sindacato dei medici di famiglia. «Sebbene l’obiettivo sia di migliorare l’efficienza e monitorare meglio le prescrizioni – ha detto – il rischio è che la misura non tenga conto dell’attuale capacità del sistema informatico di sostenere un carico esclusivamente digitale».