Corriere della Sera, 10 novembre 2024
Dopo l’elezione di Trump gli ucraini si sentono abbandonati
«Da dopo l’elezione di Donald Trump tra noi ucraini prevale forte il senso di essere stati abbandonati. Però, in cuor mio, ho una speranza: se è vero che intende tornare a fare grande l’America, allora Trump si accorgerà che ciò è incompatibile con Putin determinato a ricreare la grande Russia», dice lo scrittore Andrei Kurkov.
Teme che gli alleati abbandonino l’Ucraina?
«Tanti ucraini sono offesi, arrabbiati, delusi. Ci si attende che presto gli americani ridurranno l’invio di armi e munizioni. Le conseguenze al fronte saranno molto negative. Già nelle prime ore dopo la diffusione dei risultati elettorali negli Usa, Zelensky ha appellato alla calma, ricordando che dai suoi recenti incontri con Trump ha avuto parecchie rassicurazioni. Adesso domina il dibattito tra la maggioranza pessimista e un’agguerrita minoranza che sprona a reagire, perché l’Europa è ancora dalla nostra parte e Trump si renderà presto conto che è impossibile fare accordi seri con Putin. Comunque, nei prossimi due mesi resterà Biden, che ha promesso altri 6 miliardi di dollari in armi all’Ucraina. E da oggi Washington garantisce ai contractor militari Usa di operare nel nostro Paese».
Ma il risultato elettorale non ha cambiato la vostra prospettiva sul futuro?
«Certamente la cambia, anche se ancora ci rimane l’amicizia europea. E comunque tutto resta aperto. Putin vorrà tutti i territori occupati, porrà limiti ai rapporti tra l’Ucraina e il mondo occidentale, pretenderà di intervenire nei nostri affari interni. I nostri governi non lo accetteranno e in qualche modo Trump sarà costretto a intervenire, potrebbe anche diventare anti-Putin».
La politica antieuropea di Trump non rompe il fronte Usa-Ue contro Putin?
«Vero. Però in Europa sono in tanti a contrastare le simpatie pro-Putin di Ungheria e Slovacchia, quindi, gli altri Paesi come Francia e Germania potrebbero essere interessati ad aiutare l’Ucraina per fare fronte comune».
Le armi europee possono sostituire quelle Usa?
«Assolutamente no. Molti Paesi membri Ue, tra cui l’Italia e la Spagna, per le spese militari neppure raggiungono la soglia del 2 % del Pil come vorrebbe il regolamento Nato. L’Europa è un nano rispetto all’esercito statunitense. E adesso noi ucraini abbiamo problemi anche con la Gran Bretagna, che non vuole più mandarci i missili a lunga gittata. Tra l’altro, molti vostri governi fanno grandi dichiarazioni pubbliche di aiuti militari, che poi da noi arrivano in ritardo e col contagocce».
Dunque?
«Prepariamoci al peggio, il futuro è nero. La parte migliore della nostra gente è già morta combattendo volontaria nei primi mesi di guerra. E oggi stiamo diventando tutti un poco più fatalisti. Ci rendiamo conto che per tanti nostri alleati non siamo prioritari. Ma l’Europa deve capire che, se noi cadiamo, poi Putin attaccherà verso ovest, dai Paesi Baltici alla Moldavia».