Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  novembre 09 Sabato calendario

Gemignani, un nuovo caos sul capo di gabinetto del Mic

La scelta del capo di Gabinetto, si sa, è questione assai delicata per un ministro, specie del governo Meloni. E lo è ancor di più per Alessandro Giuli, che sul tema stava per rimetterci la carica. A nemmeno due settimane dal caso che ha portato alle dimissioni del fedele Francesco Spano, fa discutere la scelta del ministro della Cultura di nominare Valentina Gemignani come sostituta. La nomina è avvenuta il 31 ottobre e, in sostanza, è stata imposta da Palazzo Chigi dopo la vicenda Spano, costretto a lasciare per le consulenze al marito quando era segretario generale del Maxxi di Roma, rivelate da Report. Gemignani è stata infatti a lungo vicecapo di Gabinetto del ministero dell’Economia mentre era in causa con lo stesso ministero per una mancata nomina, con tanto di richiesta danni. La causa l’ha persa ma è impossibile sapere se abbia rifuso le spese legali.
Andiamo con ordine. Gemignani è sposata con l’ex parlamentare Basilio Catanoso (An, poi FI e infine FdI), siciliano come il braccio destro di Meloni, Giovanbattista Fazzolari, che con Giuli si è scontrato duramente nelle scorse settimane. Nasce come segretario comunale e poi approda a Laziodisu (l’ente regionale per il diritto allo studio). È una fedelissima di Roberto Garofoli, ex sottosegretario a Palazzo Chigi con Draghi. Nel 2014 approda al Ministero dell’Economia (dove Garofoli era capo di Gabinetto di Pier Carlo Padoan) e fa una rapida carriera diventando dg del Gabinetto. Con l’arrivo di Draghi il ministro Daniele Franco la dirotta al Dipartimento del personale (Dag), mossa che ha spinto la dirigente a fare causa per la mancata nomina a direttore del personale, chiedendo 87 mila euro di danni al ministero. Voci sulla possibile nomina rispuntano a gennaio 2023 dopo l’arrivo del ministro Giancarlo Giorgetti, ma non se ne fa nulla. La vicenda finisce nel mirino dei sindacati interni visto che la dirigente si sarebbe potuta trovare – per il tramite dell’Avvocatura – a difendere il Mef da se stessa. “Questa moltiplicazione di posti dovrebbe essere riservata per tutti i lavoratori del ministero – scrisse la Uil in una nota – ma non è così, gli altri devono lottare per anni solo per ottenere un passaggio economico o tra le aree assicurate”. Chiusa una porta, s’è però aperto un portone. Giorgetti la nomina infatti vice capo di Gabinetto, che così arrivano a ben sei, un record. Non bastasse, approda anche nel cda di Poste.
Veniamo alla causa. Gemignani contestava la scelta di assegnare a un altro dirigente il posto di capo del personale. Ad aprile scorso il giudice del Lavoro le ha dato torto, confermando la valutazione del ministero sull’inidoneità all’incarico del cv presentato, condannandola a rifondere le spese legali (5 mila euro al Mef e altrettanti all’Avvocatura). Lo ha fatto? Nei corridoi ministeriali nessuno conferma. Il Fatto lo ha chiesto al Mef che, dopo quattro giorni di “opportune verifiche”, ha risposto che la domanda va posta all’Avvocatura di Stato, a cui spetta recuperare le somme ma non ha un ufficio stampa. Abbiamo allora chiesto al ministero della Cultura, che però ci ha risposto di chiedere al Mef. Evidentemente non l’hanno voluto chiedere alla diretta interessata (il Fatto ci ha provato senza successo). Il ministero dell’economia non ha nemmeno risposto alla domanda se la dirigente avesse dovuto segnalare la contesa legale in corso nelle dichiarazioni sull’assenza di cause di conflitto di interesse, né se, come dg della Direzione servizi del Tesoro, gestiva anche i rapporti con l’Avvocatura.