Il Messaggero, 9 novembre 2024
Si litiga sul risarcimento del bracciante lasciato morire
Non solo ha perso il compagno tragicamente, non solo lo ha visto con il braccio tranciato da un macchinario agricolo, non solo è stata caricata con lui su un furgone anziché su un’ambulanza. Non solo ha dovuto vedere l’arto di Satnam buttato sull’asfalto davanti casa in una cassetta della verdura. Adesso, Soni Soni, 29 anni, compagna del bracciante morto lo scorso giugno a Latina, deve sopportare anche quelle parole ingiuriose e sprezzanti di Amritpal Singh, fratello del suo compagno, arrivato dall’India qualche giorno fa per avviare le pratiche all’Inail, l’istituto nazionale per gli infortuni sul lavoro, del risarcimento e del vitalizio.Parole che sporcano una storia già sporca. Una storia fatta di lavoro nero, fatta di padroni senza cuore, fatta di dolore. «Mio fratello non era sposato – ha detto Amritpal Singh – ha avuto tante donne ma non era sposato. Chi lo dice lo diffama». Lo ha detto parlando davanti ai cronisti e davanti a un imbarazzato traduttore. «Soni ha pianto, non fa altro da mesi» racconta chi l’ha incontrata. La ragazza vive con la sorella in una casa protetta. Ha perso tutto, anche il lavoro. È affidata ai servizi sociali, assistita dal Comune di Latina e dall’avvocato Gianni Lauretti, il presidente del Foro pontino incaricato dalla sindaca Matilde Celentano. Soni ha sofferto soprattutto per le insinuazioni sui suoi presunti tentativi di accampare diritti. «La mia assistita, la signora Soni Soni, è molto risentita dalle dichiarazioni rilasciate dal fratello del povero Satnam Singh – spiega Lauretti – Non rivendica, e non ha mai rivendicato alcunché di pertinenza della famiglia di Satnam, ma agisce esclusivamente a tutela dei diritti riconosciuti dall’ordinamento giuridico italiano alla convivente more uxorio».Già, perché «Soni e Satnam hanno convissuto per tre anni in Italia» racconta l’avvocato. In quell’abitazione nelle campagne di Cisterna dove è stato scaricato morente insieme alla moglie dal suo datore di lavoro, Antonello Lovato, 38 anni, che dalla scorsa estate è in carcere con l’accusa di omicidio doloso del bracciante. Soni e Satnam vivevano insieme e lavoravano insieme. «Hanno condiviso qualsiasi aspetto della loro vita affettiva, familiare e lavorativa – continua l’avvocato Lauretti – Hanno sempre inviato aiuti alle loro famiglie di origine e stavano costruendo insieme il loro futuro. Questo tragico avvenimento ha improvvisamente spezzato ogni aspettativa e ogni sogno e Soni si è ritrovata improvvisamente sola, in un paese straniero senza più il suo unico riferimento, senza lavoro e senza conoscere la lingua italiana». Oggi ancora più invisibile degli anni passati con Satnam senza permesso di soggiorno, con un lavoro in nero nei campi, come quelle migliaia di braccianti che quotidianamente lavorano nell’agro pontino.La sua storia e la storia di Satnam hanno commosso il Paese. «Da tutta Italia hanno compreso il suo dramma – racconta Lauretti – In tanti le hanno inviato direttamente degli aiuti materiali ed economici che nulla hanno a che vedere con quanto di spettanza degli eredi di Satnam. Anche le raccolte di fondi di amministrazioni comunali e rappresentanze sindacali hanno visto pervenire donazioni dirette a Soni Soni da parte di chi ha inteso aiutare esclusivamente la convivente di Satnam». È la cosa più brutta di questa vicenda. Alla famiglia di Satnam andrà il vitalizio dell’Inail perché così prevede la legge. Ma Soni ha pieno titolo per costituirsi parte civile al processo e per chiedere un risarcimento del danno al titolare dell’azienda in cui è avvenuto l’incidente quando l’inchiesta verrà chiusa, quando la Procura riterrà di chiederne il giudizio. Pieno titolo in quanto convivente more uxorio. La cosa che brucia di più sono quelle parole sprezzanti. «Il suo nome è stato infangato» dice il presidente dell’Ordine e questo non può passare sotto silenzio. «Soni si riserva di agire nei confronti di chi pubblicamente intende infangare il suo nome con illazioni e considerazioni prive di qualsiasi fondamento». Lo deve a se stessa. Lo deve al suo Satnam.