Libero, 9 novembre 2024
Nelle mense scolastiche di Venezia scelta tra 11 menu
Una volta c’era la pastasciutta con un solo ciuffo di pomodoro che sguazzava col ragù dentro una vaschetta di plastica bianca. E sopra la vaschetta di plastica bianca incellofanata, che ogni volta non si apriva e dovevi trafiggerla con i rebbi della forchetta, ce n’era un’altra che conteneva una sola fetta di carne immersa in un sughetto misto giallognolo marroncino. Poi a parte c’erano piselli o carote. Se era martedì erano piselli. Se era venerdì erano carote. Il tutto si accompagnava alla pagnotta di pane che puntualmente non mangiavi e tornava farina dentro lo zaino.
Poi finalmente ci siamo resi conto che anche e soprattutto l’alimentazione conta molto per il benessere di ognuno, e quindi le scuole e i Comuni si stanno dotando di tutti i sistemi per far fronte alle esigenze anche dei più piccoli. Ci sono intolleranze, allergie, credenze religiose, scelte etiche. A Venezia i genitori degli studenti delle scuole potranno scegliere, tramite un portale online, oltre ai quattro menù stagionali, ben undici menù diversi. C’è chi dice che è meglio di un ristorante, ma considerato che ciò che mangiamo finisce dentro al nostro corpo, meglio andarci cauti.
Così c’è il menù latto-ovo-vegetariano, quello senza carne, quello per celiaci, quello latto-ovo-vegetariano per celiaci, quello senza lattosio, il menù no pomodoro, no uova, senza pesce, no legumi ma che contenga la soia, quello senza legumi e senza soia e il menù per chi non può consumare frutta a guscio, tipo mandorle noci pistacchi. Bocciato invece il menù vegano perché secondo gli esperti dell’azienda sanitaria veneziana, non sarebbe ben bilanciato. E poi c’è anche chi si porta il famoso pranzo da casa. Che, diciamocelo qua, regala sempre più soddisfazioni.
I menù alternativi, infatti, sono stati pensati per motivi religiosi, etici o per motivi sanitari. Ci sono bambini che presentano più allergie, più intolleranze, o che hanno problemi di selettività alimentare, cioè adottano comportamenti di rifiuto verso alcuni alimenti. Ci sono, esistono, e vanno tutelati anche quelli. Si ipotizza anche di mettere i bambini più fragili, attorno a un unico tavolo, perché i bimbi assaggiano il cibo dei compagni.
Ma come bisogna fare per chiedere il menù alternativo? Ci si connette al portale online dime.comune.venezia.it – Dime in dialetto veneto significa “dimmi” – si clicca sopra “Istruzione” e tra le varie richieste appaiono: “richiesta dieta per motivi etici e religiosi” e “richiesta dieta per motivi sanitari”. Si accede tramite lo Spid e attraverso il portale si allega un certificato medico per chi è allergico – intollerante. La richiesta può essere presentata dai genitori, dai tutori degli alunni, dagli insegnanti, dagli operatori sanitari e dal personale Ames (l’azienda che si occupa anche di ristorazione nelle scuole). E nel sito, tra le linee guida, si scopre che “in mensa l’unico “bis” da incentivare sono i contorni di verdure (evitando le patate) e la frutta”. O che la quantità di carne prevista per i bambini della scuola dell’infanzia “debba essere pari a 30 g (peso a cotto)”. Idem alla scuola primaria per il primo ciclo; 40 g invece, per il secondo. E buon appetito.