Il Messaggero, 7 novembre 2024
Capitol Hill, verso l’archiviazione
Donald Trump è ufficialmente il primo presidente degli Stati Uniti riconosciuto colpevole di reati e condannato. Ma quando si insedierà il 20 gennaio come quarantasettesimo “commander in chief”, riuscirà con molta probabilità ad archiviare i processi ancora pendenti. O almeno a posticiparli di quattro anni, rimandando tutto dopo gennaio 2029, quando uscirà dalla Casa Bianca.In archivio potrebbero finire i due casi federali contro il presidente eletto, ovvero quelli che riguardano l’inchiesta del procuratore speciale Jack Smith sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e quella relativa ai documenti classificati illegalmente portato nella sua residenza privata in Florida, a Mar a Lago. Il procuratore addirittura è in trattativa con il dipartimento di giustizia per porre fine ai casi.Trump gode delle protezioni garantite dai giudici della Corte Suprema a maggioranza repubblicana (con tre saggi su nove nominati personalmente da lui). A luglio il massimo tribunale gli aveva concesso “immunità assoluta” per gli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni di presidente. Inoltre, una volta insediato, il tycoon potrà spingere il nuovo dipartimento di Giustizia a silurare i procuratori che hanno indagini aperte sul suo conto. Se martedì le urne avessero dato un esito diverso, Trump avrebbe solo sulla carta, data l’età avanzata rischiato la prigione. Innanzitutto, per il caso Stormy Daniels. Il 26 novembre a New York il giudice Juan Merchan, dovrebbe emettere la sentenza del processo che lo aveva riconosciuto colpevole di aver camuffato nei bilanci il pagamento conferito all’ex pornostar nel bel mezzo della campagna elettorale del 2016, per non farle rivelare la relazione extraconiugale. In via del tutto teorica, i 34 capi di imputazione per la falsificazione dei documenti finanziari prevedono pene fino a quattro anni. Ma già la prossima settimana, il giudice deciderà se applicare l’immunità presidenziale.In ambito elettorale, a rischio di ulteriori rinvii o archiviazione definitiva sarebbe anche il procedimento giudiziario legato alle interferenze di Trump in Georgia, quando nel 2020 tentò di forzare l’esito del voto.I potenti legali di Trump avevano comunque in mente di richiedere il rinvio delle cause civili legate al ruolo di Trump nell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 compiuto dai suoi supporter, ma anche le pressioni esercitate sul vice Mike Pence al fine di impedire il passaggio dei poteri a Biden. I difensori hanno già presentato ricorso chiedendo l’applicazione dell’immunità garantita dalla famosa sentenza della Corte Suprema. Stessa sorte potrebbe toccare al processo per il trasferimento illegale nella resideza privata di Mar-a-lago di faldoni di documenti classificati.