Libero, 7 novembre 2024
Ritratto di Guglielmo Marconi, autodidatta
Con l’invenzione della radio le comunicazioni viaggiarono per la prima volta in tempo reale e il mondo non fu più lo stesso. Così con Guglielmo Marconi, padre della radio e del wireless, la scienza divenne scienza etica. «L’invenzione della radio è servita a salvare vite umane. Marconi è un esempio di scienza etica nel mondo». Lo ha detto il nipote dello scienziato, Guglielmo Giovannelli Marconi, chiamato proprio come il suo celebre nonno, in apertura della presentazione della mostra Guglielmo Marconi. Vedere l’invisibile, promossa dal Ministero della Cultura (organizzata da Cinecittà, Archivio Luce), dall’8 novembre al 25 aprile al museo Vive (Vittoriano e Palazzo Venezia).
«Marconi per troppo tempo è stato un po’ dimenticato. Non tutti sanno che cosa ci ha lasciato e questa mostra serve a preservarne la memoria», così Lucia Bergonzoni, sottosegretario alla Cultura, ha anche ricordato che il segnale radio di Marconi servì a trarre in salvo i superstiti del Titanic. «La stampa americana lo aveva celebrato, quasi osannato: a lui quei superstiti dovevano la vita».
Oggi a distanza di 150 anni dalla nascita di Marconi si celebrano in tutt’Italia eventi a lui dedicati, come questa mostra che ne ripercorre la vita, sia come uomo che come scienziato. Attraverso una carrellata di fotografie d’epoca, e filmati originali, oggetti personali e primi prototipi dei telegrafi. La mostra è un viaggio nella storia d’Italia di quell’epoca.
Nel percorso espositivo centinaia di documenti, foto, reperti, filmati che provengono da illustri archivi nazionali e internazionali, servono per approfondire l’aspetto umano e l’avventura imprenditoriale dell’inventore bolognese. Un omaggio al genio italiano che ha cambiato il mondo. Un tributo che celebra non solo il signore del wireless e padre della radio, ma anche il giovane curioso e visionario. Attraverso media e linguaggi differenti, la mostra – in otto sezioni – guida i visitatori a ritroso nella vita dello scienziato.
Eppure, ci fu un momento in cui la storia di Marconi venne dimenticata dopo la sua morte (Roma, 20 luglio 1937). Ma perché? «Marconi apprezzava il taglio nazionalista del Fascismo. Fu nominato presidente dell’Accademia d’Italia e dell’Enciclopedia Italiana, così fu al vertice dell’organizzazione culturale voluta dal fascismo. In tale veste sostenne l’autonomia della ricerca scientifica», ha spiegato il professor Giovanni Paolini, del dipartimento Lettere e Culture Moderne dell’Università La Sapienza di Roma. Ricordando il ruolo di Marconi nelle Istituzioni scientifiche e il suo impegno nel portare il mondo della scienza in Italia, «già nel 1931 l’Accademia d’Italia ospitò il primo Congresso Internazionale di Fisica Nucleare», ha affermato Paolini.
Guglielmo Marconi, nasce nel 1874 a Bologna, da un ricco proprietario terriero e da Annie Jameson, di nobile famiglia irlandese. Fin da bambino costruisce piccoli congegni. Poi, quando legge su una rivista di elettronica degli esperimenti con le onde elettromagnetiche effettuate dallo scienziato Heinrich Hertz, in cui si ipotizza che possano viaggiare nell’aria senza bisogno di fili, inizia a fare esperimenti in tale direzione. Fino a quando, appena ventenne, riuscirà a trasmettere il primo segnale senza fili. Nel marzo del 1895 Marconi trasmette un segnale a una distanza di oltre due chilometri. Era nata la radio. Ad annunciarlo fu il colpo di fucile sparato in aria dal suo maggiordomo che così lo informava di aver ricevuto il segnale inviato dalla soffitta della casa di campagna, a Pontecchio, oltre la Collina dei Celestini. È considerato l’atto di nascita della tecnologia wireless, alla cui evoluzione dobbiamo buona parte della nostra quotidianità.
Nel 1897 poco più che ventenne Marconi fonda a Londra la “Wireless telegraph and signal company”.
Quando nel 1909, condivide con Karl Ferdinand Braun il premio Nobel per la Fisica, il segnale radio era già volato oltre l’Oceano Atlantico. Pochi anni dopo iniziano i primi programmi radiofonici e si trasmette musica. Nel 1922 in Inghilterra nasce la prima radio e in quell’anno nasce anche la Bbc. Disse Marconi alla consegna del Nobel: «Un giorno sarà possibile mandare messaggi in ogni angolo della terra utilizzando una quantità così piccola di energia, che anche i costi saranno molto bassi». Profetizzò il telefono cellulare.