Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  novembre 06 Mercoledì calendario

Non si viaggia un weekend su due Negli ultimi 15 giorni novanta guasti

ROMA Oltre 90 problemi tecnici alle linee ferroviarie e ai treni in due settimane, che hanno causato diversi ritardi da Nord a Sud. Con disagi multipli per pendolari e viaggiatori. Sono quelli registrati dal Codacons sulla rete ferroviaria italiana, escludendo le criticità legate al maltempo, alla presenza di persone sui binari e agli interventi delle forze dell’ordine. Di questi inconvenienti, risolti a volte rapidamente, a volte meno, la maggior parte sono nel Centro-Sud e ci sono ben 19 casi nei collegamenti da e verso Roma. Si aggiungono ai 43 scioperi, per lo più di uno o due giorni, proclamati dalle sigle sindacali dall’inizio dell’anno. Di questi 21 tra venerdì o domenica. Insomma, considerando che ci sono stati 44 weekend, c’è stata praticamente una protesta ogni due fine settimana.
Riguardano tutti il gruppo Fs e in particolare Trenitalia e sono state su vertenze locali o indette da sigle autonome minori. Guasti e sciopero si intersecano poi ai molti lavori in corso sulla rete, indispensabili per ammodernare il servizio. Sono di manutenzione ordinaria, ma anche straordinaria, legati al Pnrr.
I PASSAGGI
L’ad di Trenitalia, Luigi Corradi, ha spiegato in audizione alla Camera che nel 2025 il servizio inizierà a migliorare in modo significativo, anche se in estate arriveranno «nuovi ingenti lavori», con una cabina di regia già in piedi per minimizzare i disagi. Quindi sulla puntualità Corradi ha spiegato che «rispetto a un 100% di puntualità sull’Alta velocità, quella di cui è responsabile Trenitalia arriva al 95%, ma siamo al 73% quando inglobiamo altre cause».
Per quanto riguarda Italo la puntualità a 5 minuti di Italo, secondo l’ad Gianbattista La Rocca, «per cause dovute a noi, è del 97%, quando invece parliamo di tutte le cause sulla rete si scende di 20 punti percentuali». Si stima comunque che i 9 miliardi di investimenti del 2024 di Rete ferroviaria italiana per i lavori sulla rete genereranno un impatto di 6 miliardi di valore aggiunto, con 81 mila occupati. Il prossimo anno, da luglio, arriveranno 46 nuovi Frecciarossa 1000 per l’Alta velocità. Nel frattempo inizieranno a “fruttare” i 22 miliardi di fondi Pnrr affidati a Rfi e inseriti all’interno del piano decennale di investimenti da 124 miliardi. A marzo, con l’attivazione della tratta Cancello Frasso, si attende una rivoluzione sulla tratta Napoli-Bari: i treni viaggeranno in 2 ore e 40 minuti invece delle attuali 4. E ancora: nei primi mesi del prossimo anno è attesa per il Giubileo la riqualificazione di 9 stazioni di Roma, comprese Termini, San Pietro e Fiumicino (all’aeroporto Leonardo da Vinci). Poi gradualmente sarà la volta di altre 451 stazioni in tutta Italia. E ad aprile partirà il bando per la linea veloce Roma-Pescara (a fine anno avvio dei lavori, da concludere in 7/8 anni). Sempre per quanto riguarda la Capitale, quindi, sono stati rimandati a inizio 2025 i lavori per la tratta regionale verso Tivoli-Guidonia.
LE NECESSITÀ
Nel frattempo è sprint sui lavori per il Terzo Valico e il Nodo di Genova: da inizio 2026 si risparmierà un’ora di viaggio per spostarsi dal capoluogo ligure verso Milano o Torino e viceversa. È corsa contro il tempo, quindi, per rispettare tutti i target del Pnrr e non perdere i fondi europei per il Sud, dove per i lavori della nuova linea di Alta velocità Salerno-Reggio Calabria è partito solo il primo lotto di gara da due miliardi (su 30 totali). Nel 2026 si risparmieranno venti minuti di viaggio sulla tratta Roma-Potenza. E per l’elettrificazione del 90% della rete (oggi siamo al 73%) bisognerà attendere fino al 2032. «Ora – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori – auspichiamo più interventi per le linee frequentate dai pendolari, costretti a viaggiare come sardine nelle ore di punta. I raddoppi delle tratte che li coinvolgono sono troppo pochi».
G. And.