Il Messaggero, 6 novembre 2024
Non si viaggia un weekend su due Negli ultimi 15 giorni novanta guasti
ROMA Oltre 90 problemi tecnici alle linee ferroviarie e ai treni in due settimane, che hanno causato diversi ritardi da Nord a Sud. Con disagi multipli per pendolari e viaggiatori. Sono quelli registrati dal Codacons sulla rete ferroviaria italiana, escludendo le criticità legate al maltempo, alla presenza di persone sui binari e agli interventi delle forze dell’ordine. Di questi inconvenienti, risolti a volte rapidamente, a volte meno, la maggior parte sono nel Centro-Sud e ci sono ben 19 casi nei collegamenti da e verso Roma. Si aggiungono ai 43 scioperi, per lo più di uno o due giorni, proclamati dalle sigle sindacali dall’inizio dell’anno. Di questi 21 tra venerdì o domenica. Insomma, considerando che ci sono stati 44 weekend, c’è stata praticamente una protesta ogni due fine settimana.
Riguardano tutti il gruppo Fs e in particolare Trenitalia e sono state su vertenze locali o indette da sigle autonome minori. Guasti e sciopero si intersecano poi ai molti lavori in corso sulla rete, indispensabili per ammodernare il servizio. Sono di manutenzione ordinaria, ma anche straordinaria, legati al Pnrr.
I PASSAGGI
L’ad di Trenitalia, Luigi Corradi, ha spiegato in audizione alla Camera che nel 2025 il servizio inizierà a migliorare in modo significativo, anche se in estate arriveranno «nuovi ingenti lavori», con una cabina di regia già in piedi per minimizzare i disagi. Quindi sulla puntualità Corradi ha spiegato che «rispetto a un 100% di puntualità sull’Alta velocità, quella di cui è responsabile Trenitalia arriva al 95%, ma siamo al 73% quando inglobiamo altre cause».
Per quanto riguarda Italo la puntualità a 5 minuti di Italo, secondo l’ad Gianbattista La Rocca, «per cause dovute a noi, è del 97%, quando invece parliamo di tutte le cause sulla rete si scende di 20 punti percentuali». Si stima comunque che i 9 miliardi di investimenti del 2024 di Rete ferroviaria italiana per i lavori sulla rete genereranno un impatto di 6 miliardi di valore aggiunto, con 81 mila occupati. Il prossimo anno, da luglio, arriveranno 46 nuovi Frecciarossa 1000 per l’Alta velocità. Nel frattempo inizieranno a “fruttare” i 22 miliardi di fondi Pnrr affidati a Rfi e inseriti all’interno del piano decennale di investimenti da 124 miliardi. A marzo, con l’attivazione della tratta Cancello Frasso, si attende una rivoluzione sulla tratta Napoli-Bari: i treni viaggeranno in 2 ore e 40 minuti invece delle attuali 4. E ancora: nei primi mesi del prossimo anno è attesa per il Giubileo la riqualificazione di 9 stazioni di Roma, comprese Termini, San Pietro e Fiumicino (all’aeroporto Leonardo da Vinci). Poi gradualmente sarà la volta di altre 451 stazioni in tutta Italia. E ad aprile partirà il bando per la linea veloce Roma-Pescara (a fine anno avvio dei lavori, da concludere in 7/8 anni). Sempre per quanto riguarda la Capitale, quindi, sono stati rimandati a inizio 2025 i lavori per la tratta regionale verso Tivoli-Guidonia.
LE NECESSITÀ
Nel frattempo è sprint sui lavori per il Terzo Valico e il Nodo di Genova: da inizio 2026 si risparmierà un’ora di viaggio per spostarsi dal capoluogo ligure verso Milano o Torino e viceversa. È corsa contro il tempo, quindi, per rispettare tutti i target del Pnrr e non perdere i fondi europei per il Sud, dove per i lavori della nuova linea di Alta velocità Salerno-Reggio Calabria è partito solo il primo lotto di gara da due miliardi (su 30 totali). Nel 2026 si risparmieranno venti minuti di viaggio sulla tratta Roma-Potenza. E per l’elettrificazione del 90% della rete (oggi siamo al 73%) bisognerà attendere fino al 2032. «Ora – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori – auspichiamo più interventi per le linee frequentate dai pendolari, costretti a viaggiare come sardine nelle ore di punta. I raddoppi delle tratte che li coinvolgono sono troppo pochi».
G. And.