la Repubblica, 4 novembre 2024
Napoli: il direttore (rimosso) di Palazzo Reale non ci sta
«Ho ricevuto telefonate da tanti colleghi del ministero della Cultura, dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, dall’università, da tante persone con le quali ho collaborato in questi quattro anni alla guida del Palazzo Reale di Napoli. Ho avuto un attestato di stima che mi commuove. Non sono stato riconfermato, ma non so dove ho sbagliato». Mario Epifani, 50 anni, storico dell’arte e funzionario ministeriale, da questa mattina torna a lavorare in un’altra reggia, il Museo di Capodimonte, come curatore delle arti decorative e dell’armeria. È tra i direttori che non svolgeranno il secondo mandato.
Epifani, anche il ministro Alessandro Giuli l’ha chiamata?
«No. Ho parlato con il direttore generale dei Musei Massimo Osanna. Si è detto dispiaciuto. Mi ha spiegato che la mancata trasmissione del rinnovo del contratto quadriennale equivale alla comunicazione di fine del mio incarico».
Se l’aspettava?
«Sinceramente no. Sono preoccupato per la gestione della continuità amministrativa dei tanti cantieri e progetti in corso».
Cosa la amareggia di più?
«Vorrei capire come ci si può migliorare e come può migliorare Palazzo Reale. Non sono certo riuscito a fare tutto, abbiamo costruito dal nulla il museo autonomo che non c’era prima della mia nomina. La macchina va realizzata prima di farla funzionare».
Epifani vittima di un disegno politico?
«Non lo so. Tra le spiegazioni che cerco di darmi può esserci anche questa. Non cerco di costruirmi degli alibi. Ma quello che vorrei sapere davvero è: qual è stata la mia mancanza? Perché questo mi serve per una mia crescita a livello umano e professionale. Sarebbe utile capirlo così da poter migliorare in futuro su tali aspetti. Per altre motivazioni entriamo nella fantapolitica, anche perché altri direttori sono stati confermati. Può essere che per il ministero a Napoli e a Roma i risultati siano stati meno soddisfacenti che altrove. Capirei se fossimo di fronte a una scelta generalizzata, di non concedere a nessuno il secondo mandato. Hai voglia a dire che non è un giudizio negativo: se un altro collega entrato con me nel 2020 viene riconfermato e io no, allora mi chiedo: ho fatto qualcosa di sbagliato? Forse con il tempo capirò il motivo della insoddisfazione per il mio operato.Mi rimane la sensazione che avrei potuto fare di più...».
Cosa non è riuscito a fare?
«Alcune cose. Liberare Palazzo Reale dalle auto in sosta all’interno, ma non dipendeva solo da me perché l’edificio ospita altri tre istituti del ministero: la Biblioteca nazionale e le due soprintendenze. E l’attivazione dei metal detector: sono stati installati, ma il sindacato si è opposto all’impiego di una ditta esterna e non funzionano. Da un lato il ministero ci chiede sicurezza, dall’altro non possiamo attivare meccanismi come i metal detector qui, anche se gli stessi funzionano a Pompei, agli Uffizi e a Palazzo Pitti. Non riesco a capirlo».Il ministro ha annunciato a breve i bandi internazionali per 16 musei autonomi. Pensa di partecipare?
«Sì, non per il Palazzo Reale di Napoli dove evidentemente non sono stato ritenuto idoneo. Vengo dai Musei reali di Torino, potrei provare con quelli, o con i Musei del Vomero. Ma per ora mi concentro su Capodimonte».
Dove rientra da funzionario...
«Sì. Anche perché, facendo per quattro anni il direttore, non sono riuscito a prepararmi per i concorsi da dirigente indetti dal ministero per mancanza di tempo. Entreranno ora miei ottimi colleghi. Vuol dire che studierò anche per il prossimo concorso da dirigente...».