il Fatto Quotidiano, 3 novembre 2024
La denuncia: non reggono i cassoni della diga foranea di Genova
Qualcosa si muove nelle acque di Genova e non ha a che fare con la vittoria delle elezioni di Marco Bucci a presidente della Liguria, subentrando a Giovanni Toti. Due diverse fonti hanno testimoniato al Fatto, anche con materiale fotografico, che uno dei quattro cassoni della nuova diga foranea già posati sul fondale antistante il capoluogo ligure si sarebbe abbassato, creando un dislivello di circa 30 centimetri con quello adiacente. L’Autorità portuale, stazione appaltante dell’opera da 1,3 miliardi di euro di cui Bucci è commissario, finanziata dal fondo complementare al Pnrr e dalla Bei (la Banca europea per gli investimenti) per oltre 750 milioni di euro e affidata a PerGenova Breakwater (cordata a guida Webuild), ha spiegato che “non sussiste alcuna difformità tecnica rilevante né tanto meno pericoli di alcun genere”.
Ma, dato che quelli interessati sono i fondali meno profondi e i più testati, la domanda più significativa per capire se e come la cosa impatti sul resto dell’opera in termini di tempi, costi e incertezza geologica, è se si sia trattato di un cedimento imprevisto. Su profondità e fondali più critici, infatti, le conseguenze potrebbero essere più serie, anche considerato che i cassoni sono destinati a esser riempiti pure di materiali inquinanti.
Dettaglio, tuttavia, non chiarito, malgrado i rilievi sulla tenuta dei fondali siano un tema centrale da tempo. L’ex responsabile del project management dell’opera Piero Silva lo sollevò tre anni fa, dimettendosi al rifiuto di Bucci e dell’allora altro commissario Paolo Signorini (ex presidente del porto, poi travolto dal Totigate) di rivedere il progetto. Anche il Consiglio superiore dei lavori pubblici si mostrò preoccupato, suggerendo nell’autunno 2021 di prevedere nell’appalto soluzioni alternative in caso di risultanze negative sulla tenuta. E pure il Cnr, in sede di Valutazione di impatto ambientale (Via), si espresse per la necessità di maggiori disamine. Ignorato.
L’esecuzione del progetto, elaborato da Technital (ritenuta vicina alla Fincosit, parte del consorzio aggiudicatario), fu appaltata senza approfondimenti. E l’appaltatore, a procedura d’aggiudicazione chiusa, ottenne da Signorini una modifica del capitolato che ribalta sull’appaltante l’onere dei fondali che dovessero risultare più complicati del previsto da consolidare. Sul caso, scoperto dal Fatto e stigmatizzato da Anac, indagano la Procura di Genova e quella europea, ma i lavori sono iniziati, seppur in ritardo sul crono-programma che prevede il termine entro fine 2026: la posa dei quattro cassoni (su 105) da settembre 2023 è slittata a maggio 2024. A luglio Webuild dichiarava che entro fine anno ne sarebbero stati posati 12. Ma dopo il quarto, a fine agosto, la posa s’è fermata. Il problema pareva lo stop degli uffici tecnici regionali alle modalità di riempimento, ma il decreto Ambiente, a metà ottobre, ha bypassato il niet, conferendo a Bucci il potere di ignorare i pareri contrari. Eppure non s’è più mosso niente.
A parte il quarto cassone. Dalle foto nemmeno Silva è in grado di accertare le ragioni dell’abbassamento, sicché resta pendente il dubbio sul cedimento del fondale. Come detto, però, sul punto l’Autorità portuale ha glissato. E continua a rigettare ogni richiesta d’accesso formale ai documenti. Non solo agli atti relativi al contenzioso milionario che risulta già in essere con Webuild &C. per i ritardi (presumibilmente dovuti alla “sorpresa” geologica), ma pure agli elaborati progettuali, con particolare riferimento alla relazione geotecnica sui test sui fondali.
Paradossali le motivazioni opposte dal direttore tecnico Marco Vaccari e dalla responsabile della trasparenza, Lucia Tringali (la stessa che, interrogata dai pm del Totigate sull’incongruità temporale di una pratica forzata da Signorini e Bucci, spiegò di aver considerato superata la problematica in ragione di “un dies a quo diverso” che i due in realtà mai avevano formalizzato): malgrado il progetto esecutivo sia stato consegnato nell’aprile 2023 e rivisto un anno dopo e, malgrado i lavori siano in corso da 18 mesi, l’ente continua a sostenere che i risultati definitivi delle prove sui fondali “non sono ancora stati acquisiti”.
Lo saranno prima di posare altri cassoni o che qualcuno si sposti di più di 30 centimetri