3 novembre 2024
Da Ucronia di Emmanuel Carrère, 2024 * «È una delle leggi fatali dell’umanità che niente raggiunga mai il proprio scopo» (Louis-Napoléon Geoffroy-Chateau, Napoleone apocrifo
Da Ucronia di Emmanuel Carrère, 2024 *
«È una delle leggi fatali dell’umanità che niente raggiunga mai il proprio scopo» (Louis-Napoléon Geoffroy-Chateau, Napoleone apocrifo. Storia della conquista del mondo e della monarchia universale. 1812-1832).
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È noto, per esempio, che una serie di tagli minuziosi ha permesso, a partire dal 1924, di far sparire Trockij dalle foto in cui appariva accanto a Lenin e, in generale, dall’intera epopea rivoluzionaria. È forse meno noto che quando Berija fu arrestato, nel luglio del 1953, nella Grande enciclopedia sovietica di cui i membri del Partito ricevevano ogni mese nuovi fascicoli si leggeva ancora una voce lunga e lusinghiera su questo fervente amico del proletariato; nel mese che seguì alla sua caduta in disgrazia gli abbonati ricevettero, insieme alla nuova dispensa, una circolare che li invitava a ritagliare con una lametta la voce su Berija e a rimpiazzarla con un’altra, inclusa nella busta, riguardante lo Stretto di Bering.
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Nel dicembre 1961 uscì su France Observateur un racconto di Natale firmato Edgar Morin e intitolato Il compagno-Dio. Vi si leggeva che Stalin non era morto nel 1953, che le purghe erano continuate a ritmo frenetico e che nel 1961 il Piccolo padre dei popoli era stato riconosciuto come Dio. Questa storiella ucronica serve soprattutto da pretesto per una satira il cui pezzo forte è la rassegna stampa che illustra le reazioni francesi. (Editoriale di Aragon su Les Lettres françaises: «Lo sapevamo!»; articolo di Sartre: «Costretti a Dio! Una nozione che, sebbene feticizzante-astratta, è totalizzante-concreta»; telegramma del generale de Gaulle: «Mi congratulo con lei per una promozione che ci consente di aprire un dialogo alla pari», ecc.).
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Marat, che l’assemblea girondina, nel 1792, vuol far arrestare perché lo giudica troppo sanguinario. Non è superfluo, per capire il clima, sapere che Marat riesce a mettere a tacere i deputati solo puntandosi una pistola alla tempia. A quel punto dichiara: «Dite che sono assetato di sangue. Nel 1789 ho chiesto cinquecento teste. Non mi avete dato ascolto, ci sono stati cinquemila morti. Nel 1791 ho chiesto cinquemila teste. Non mi avete dato ascolto, ci sono stati cinquantamila morti. Oggi chiedo cinquantamila teste, per evitare che domani ne cadano cinquecentomila. E ancora mettete in dubbio che io sia un filantropo».
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L’ucronia non è che un gioco. Ingiocabile per natura, perché non è possibile revocare l’irrevocabile, eppure serio. E sempre triste.