Avvenire, 2 novembre 2024
Riprendono gli arrivi di migranti sulle vecchie rotte
Tre sbarchi a Roccella Jonica e uno a Crotone, tre a Lampedusa, quattro navi delle Ong impegnate, oltre alla Guardia costiera e Frontex. Dopo una settimana con zero sbarchi, soprattutto per le proibitive condizioni meteomarine, riprendono gli arrivi di migranti, quasi 600 in 24 ore. Su tutte le rotte: dalla Tunisia, dalla Libia, dalla Turchia, dalla Cirenaica. Come se i trafficanti di esseri umani si fossero dati un segnale. Perché, come sempre, non è solo il mare calmo a far partire ma anche altre condizioni. Lo conferma il ritrovamento di 16 migranti bengalesi e sudanesi che camminavano sulla statale 106 all’altezza di Brancaleone, paese jonico reggino. Erano arrivati all’alba con una piccola barca a motore, ritrovata poi sulla spiaggia. Sono poi stati trasferiti nella struttura di prima accoglienza del porto di Roccella Jonica. Le curiosità sono le nazionalità e il tipo di imbarcazione. Sulle coste calabresi arrivano solitamente barche a vela, provenienti dalla Turchia e con migranti di origine mediorientale o afghana e pachistana. La presenza di bengalesi e sudanesi e l’uso di una piccola barca a motore fa pensare alla rotta che parte dalla Cirenaica. Probabilmente i trafficanti, per evitare le nuove norme italiane spostano i migranti su altre rotte. Ricordiamo che il Bangladesh è considerato dal Governo un “Paese sicuro” e infatti 9 dei primi 16 migranti portati in Albania erano proprio bengalesi, partiti dalla Libia e dalla Tunisia. Farli sbarcare direttamente in Calabria fa evitare questo rischio, perché il Protocollo con Tirana prevede solo migranti “intercettati” in acque internazionali.
Più “classici” gli altri tre sbarchi calabresi con iraniani, iracheni e afghani. Due a Roccella Jonica dove l’ultimo c’era stato il 12 ottobre. Il primo soccorso è stato fatto dalla motovedetta CP321 della Guardia costiera. Barca a vela di 15 metri con 59 migranti. Tra loro 18 donne e 2 minori. Nella notte tra giovedì e venerdì la motovedetta CP326 ha soccorso un’altra barca a vela con 84 migranti, con 19 donne e 17 minori. Infine nel pomeriggio di ieri una motovedetta ha tratto in salvo 41 migranti che viaggiavano a bordo di una barca a vela alla deriva ad una quarantina di miglia a sud di Isola di Capo Rizzuto e li ha condotti al porto di Crotone. Con gli ultimi tre salgono a 30 gli sbarchi a Roccella da maggio, con quasi 2mila persone. Ben 21 dopo il naufragio del 17 giugno con 70 tra morti e dispersi e solo 11 sopravvissuti. Un naufragio sul quale manca ancora chiarezza. Giovedì al question time al Senato, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi ha risposto ad un’interrogazione seguita ad un’inchiesta della trasmissione Report che denunciava il ritardo nei soccorsi. Come sottolinea il giurista Fulvio Vassallo Paleologo, docente di Diritto di asilo a Palermo, «il ministro ha sostenuto che il naufragio si è verificato in acque internazionali, in zona Sar greca, e per questo inizialmente si è evitato di inviare navi militari italiane preferendo allertare un mercantile e diffondere un generico avviso ai naviganti sulla possibile presenza di una imbarcazione in difficoltà». Invece, denuncia il professore, sempre il ministro «ha riferito che i migranti portati in Albania sono stati soccorsi in zona Sar tunisina dalle navi militari italiane. Perché questo diverso comportamento?». Stessa domanda per il diverso trattamento alle Ong che in questi due giorni sono presenti in gran numero. La SeaEye con 65 persone e la Lifeline con 20 hanno avuto uno “sconto” sbarcando in Sicilia a Pozzallo e Augusta. Non così per OceanViking con 25 migranti mandata a Civitavecchia e per Lifesupport di Energency, spedita a Livorno dopo aver effettuato due soccorsi di 38 e 34 persone. Invece a Lampedusa sono sbarcati 172 migranti dopo due soccorsi operati da Frontex e un approdo diretto in località Cavallo Bianco, di 55 persone, fra cui 6 donne e 4 minori, nigeriani, ivoriani, ghanesi, guineani e malesi partiti da Garabulli in Libia. Sugli altri due barconi, 57 e 60 persone di Costa d’Avorio, Guinea, Senegal, Sierra Leone e Burkina Faso salpate da Sfax in Tunisia. Intanto la nave Libra si starebbe portando nelle acque internazionali per un secondo viaggio di migranti verso l’Albania.