ItaliaOggi, 2 novembre 2024
Periscopio
In Spagna già 158 le vittime, decine i dispersi. Ansa.
La [Generalitad Valenciana, una] Regione di destra, «poche ore prima negava i pericoli». Repubblica.
Il deputato verde Bonelli prova a coinvolgere la premier anche nella tragedia iberica: «Cambi approccio». Libero.
Nell’ultimo anno, le apparizioni programmate in libreria d’autori ebrei sono state annullate, le pubblicità di libri su Israele rifiutate, le letture pubbliche di libri considerati favorevoli a Israele cancellate e sono stati resi pubblici elenchi d’autori «sionisti» da aggredire. Lucy Abrahams, una editor letteraria di Tel Aviv, parla d’un terzo in meno di traduzioni israeliane all’estero. Ma come ha scritto su X il rabbino David Wolpe, «autori cinesi, russi, iraniani e nordcoreani, rilassatevi. Se la prendono soltanto con gli ebrei». Giulio Meotti, il Foglio.
Come in Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, dove i pompieri del futuro appiccano il fuoco ai libri, i libri oggi sono censurati e banditi da forze distruttive che presto li bruceranno. David Mamet, sceneggiatore cinematografico (Il verdetto, Gli intoccabili, Ronin).
Thom Yorke probabilmente sapete tutti chi è. È un cantautore, un compositore, una star internazionale che dal 1992 guida una delle band musicali più famose del mondo: i Radiohead. (…) Tre giorni fa, da un palco di Melbourne, Australia, durante un concerto, Yorke ha messo in pratica un famoso e illuminante insegnamento popperiano (nel senso di Karl Popper, filosofo ed epistemologo austriaco vissuto nel Novecento). Nel 1945, Popper enunciò il famoso «paradosso della tolleranza», secondo cui la presenza d’una collettività caratterizzata da tolleranza indiscriminata avrebbe creato le condizioni per essere dominata interamente dalle frange intolleranti presenti al suo interno. E sulla base di quel principio, arrivò a sostenere che l’intolleranza nei confronti dell’intolleranza fosse condizione necessaria per la preservazione della natura tollerante d’una società aperta. Non conosciamo il grado di conoscenza della teoria popperiana da parte di Yorke ma Popper sarebbe stato orgoglioso di questo suo inaspettato allievo se lo avesse visto all’opera due giorni fa a Melbourne, quando il principale volto dei Radiohead, in nome dell’intolleranza contro gli intolleranti, ha mandato a quel paese un manifestante pro-Pal che aveva iniziato a fischiare le sue canzoni, citando numeri, forse quelli delle vittime del conflitto tra Israele e Hamas, e cercando di farsi notare dal pubblico: «Non stare lì come un codardo, vieni qui sul palco e di’ quello che vuoi dire». Giulio Meotti, il Foglio.
Polizia del karma, arresta quest’uomo, parla in termini matematici, / ronza come un frigorifero, è come una radio mal sintonizzata. / Polizia del karma, arresta questa ragazza, il suo taglio di capelli hitleriano mi fa sentire male. Radiohead, Karma Police.
Elon Musk, l’uomo che ha trasformato la mia timeline twitter (e immagino anche la vostra) in un ricettacolo d’immondizia nazistoide, inondandomi delle farneticazioni di gente che non avrei mai voluto seguire, a cominciare da lui e dal suo amico Trump, sostiene di combattere per la libertà d’espressione.(…) Lo stesso dice Viktor Orbán, leader e modello di questa nuova destra illiberale, che dopo essere corso in Georgia a legittimare i brogli del partito filorusso, da presidente di turno dell’Unione europea, ieri è volato in Austria per incontrare i vertici dell’Fpö (che sta per Freiheitliche Partei Österreichs, Partito della libertà austriaco): forza politica fondata da un ex nazista e guidata da Herbert Kickl. La linea di Francesco Cundari.
Qualche nube sull’economia. Corriere della Sera.
Meloni: «136 miàrdi meno 128 miàrdi fa un avanzo de quante piotte? A la gente se nun je spieghi l’economia a piotte mica li capisce li miàrdi». Una voce: «Scusa, ciài du scudi?» Meloni: «Co’ sti chiari de luna? Smamma». Makkox, il Foglio.
Le élite, proprio perché vivono molto più agiatamente delle masse popolari, hanno continuamente bisogno di mostrare la loro virtù e la loro sollecitudine nei confronti dei deboli, ma dato che occuparsi dei veri deboli e dei loro bisogni, a partire dal welfare, costerebbe uno sproposito, hanno trovato una soluzione geniale: occuparsi dei diritti LGTBT+, che costano pochissimo, e dei migranti, che costano relativamente poco in termini d’accoglienza, e in compenso forniscono manodopera a basso costo a datori di lavoro più o meno spregiudicati. Luca Ricolfi (Alessandra Ricciardi, ItaliaOggi).
La procura della Repubblica di Perugia ha iscritto nel registro degl’indagati la presidente della regione Umbria Donatella Tesei, ricandidata dal centrodestra per le elezioni del 17 e il 18 novembre prossimi. Al tempo stesso, il procuratore capo Raffaele Cantone ha chiesto al giudice delle indagini preliminari d’archiviare l’inchiesta, dal momento che il reato d’abuso d’ufficio è stato cancellato con la riforma presentata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, e approvata dal parlamento. La richiesta è stata [subito] accolta. Giampiero Di Santo, ItaliaOggi.
In Liguria, mesi fa, altro copione. Dal web.
Considerato che nell’ultima domenica di maggio si celebra – ma sul serio! – la giornata nazionale del sollievo, è con anticipato sollievo che qui si rende merito al senatore rossoverde Peppe De Cristofaro che ieri in aula ha promesso solennemente che d’ora in poi si rifiuterà di dare il suo voto all’istituzione di nuove giornate. «Fra un po’ – ha spiegato – non ci sarà più spazio in calendario per istituire alcuna giornata e bisognerà inventarsi le mattinate, i pomeriggi e le sere». De Cristofaro [per spiegarsi ha menzionato] una possibile, se non probabile, o magari persino imminente giornata nazionale del panettone, da aggiungersi alla giornata nazionale della cultura motociclistica, del riciclo della carta, dei figli d’Italia e della ristorazione. [Qui] si consiglia l’istituzione della giornata nazionale della qualunque, nel segno del positivo azzeramento dell’inutile e del fasullo, prima che il nulla strabordi e rimbombi nell’insignificanza definitiva. Filippo Ceccarelli, Repubblica.
«I peggiori omofobi? I gay». [Mah]. il Giornale.
Non eravamo mai caduti tanto in basso. Quali altri baratri ci attendono? Roberto Gervaso.