Avvenire, 2 novembre 2024
L’e-commerce cinese crea dipendenza
Prodotti di scarsa qualità a prezzi stracciati, venduti con modalità discutibili che favoriscono la dipendenza da shopping online. In due anni la piattaforma cinese Temu ha scalato le vette dell’e-commerce invadendo anche le case degli europei e conquistando soprattutto i giovanissimi. Un fenomeno virale sul quale la Commissione europea ha deciso di accendere i riflettori, aprendo un nuovo fronte nella guerra commerciale contro la Cina. L’obiettivo dell’indagine è stabilire se la piattaforma abbia violato la nuova legge sui servizi digitali (Dsa). La superpotenza dello shopping online è accusata di non fare abbastanza per bloccare la vendita di prodotti illegali e pericolosi. L’indagine riguarda anche la progettazione del servizio in modo da creare dipendenza, tramite un sistema di “gioco a premi” che incentiva acquisti continui. Nel mirino i sistemi utilizzati per consigliare i prodotti agli utenti e il mancato rispetto delle norme che impongono di rendere pubblici gli algoritmi adottati.
La decisione di indagare su Temu, la cui casa madre PinDuo-Duo Holdings ha trasferito la propria sede da Shanghai a Dublino l’anno scorso ed è quotata al Nasdaq, arriva dopo una serie di richieste di chiarimenti, sui modelli di business, ritenuti da Bruxelles poco convincenti. Proprio dall’Irlanda è partita una segnalazione che ha permesso alla Commissione europea di raccogliere ulteriore materiale da aggiungere alle denunce arrivate dai consumatori sulla scarsa qualità dei prodotti. Il core business di PinDuo-Duo Holdings, fondata nel 2015 da Colin Huang Zheng è il commercio online focalizzato sul settore agricoltura, ma controlla anche Temu, attiva dal 2022 nell’e-commerce di prodotti spediti direttamente dalla Cina a basso costo.
L’indagine della Commissione si concentrerà su diversi campi: anzitutto, sui sistemi che Temu non avrebbe messo in atto per limitare la vendita di prodotti non conformi nell’Unione Europea. Si tratta di sistemi che dovrebbero limitare la ricomparsa di commercianti disonesti che sono stati precedentemente sospesi e che sono noti per aver venduto in passato prodotti non conformi. Tra le merci fuori norma che sono ricomparse sulla piattaforma, ha spiegato una fonte Ue, figurano anche “giocattoli e cosmetici”, due categorie merceologiche particolarmente delicate. L’indagine, tuttavia, non riguarda solo queste due categorie, ma tutti i tipi di merci che si trovano su Temu. Il fine ultimo, ha spiegato la vicepresidente della Commissione Margrethe Vestager, è assicurarsi che tutto ciò che viene venduto sia conforme agli standard europei e sicuro per i cittadini. L’invito a monitorare su Temu è arrivato in particolare da Germania e Francia che chiedono da tempo un giro di vite sulle migliaia di pacchi di prodotti non a norma che ogni giorno invadono le città europee.
La piattaforma cinese è una Vlop (Very Large Online Platform) dal maggio 2024 ed è pertanto soggetta a particolari obblighi, previsti appunto dal Dsa, che scattano quando viene raggiunto il tetto di 45 milioni di utenti attivi al mese nell’Ue. Gli obblighi in capo a queste grandi piattaforme comprendono la valutazione e la mitigazione dei rischi che derivano dalla propria attività. Nel settembre scorso Temu ha dichiarato di avere 92 milioni di utenti attivi al mese, dato che testimonia la sua rapida crescita in Europa. La durata dell’indagine dipenderà dalla complessità del caso. Se dovessero essere accertate le violazioni rischia una maxi multa sino al 6% del suo giro d’affari.
Ieri la piattaforma ha assicurato la piena collaborazione con le autorità europee e annunciato l’intenzione di entrare a far parte di un gruppo di operatori di e-commerce e marchi che collaborano per prevenire la vendita di merci contraffatte online nell’Unione europea. Un accordo volontario, il Memorandum of Understanding (MoU), che ha già 35 firmatari tra i quali Alibaba, Amazon, eBay, Vinted e Vestiaire Collective.
Il Digital services act, disegnato per mettere fine al far west del digitale, ha già messo nel mirino altre Bigt tech come X, TikTok e AliExpress. Pinduoduo sta dando filo da torcere a colossi del settore come JD.com e Alibaba, attivi da oltre un decennio. È la terza più grande azienda di ecommerce in Cina per volume di vendite. La piattaforma ha conquistato il mercato di tutto il mondo grazie ai suoi prodotti low cost. Un successo che ha consentito a Huang di scalare la classifica dei ricchi asiatici, arrivando al primo posto con un patrimonio di 48,6 miliardi di dollari. Secondo Forbes Huang è il 33esimo uomo più ricco al mondo. Nonostante il successo di Temu non mancano polemiche intorno all’app e non solo per la qualità dei prodotti. Le condizioni di lavoro sono state oggetto di indagine per gli orari proibitivi imposti ai dipendenti.