il Fatto Quotidiano, 2 novembre 2024
L’opposizione albanese vuole rinnegare il patto di Rama
“Se andremo al governo, non applicheremo il patto sui migranti Italia-Albania”. A impensierire Giorgia Meloni non è soltanto la giustizia, che ha già reso impervia la strada della famigerata esternalizzazione della gestione dei migranti. Alle prossime elezioni albanesi, fissate per la primavera 2025, il centrodestra sfiderà i socialisti di Edi Rama impostando parte della campagna elettorale contro l’accordo tra Roma e Tirana. Lo conferma Gazment Bardhi, capogruppo del Partito democratico (in Albania si chiama così il principale partito di centrodestra), da tempo fiero oppositore del patto.
Gazment Bardhi, come giudica l’intesa Italia-Albania sull’immigrazione?
Già nel dicembre 2023 il gruppo parlamentare del Pd ha promosso un ricorso alla Corte costituzionale albanese, ritenendo che l’accordo violasse la nostra Costituzione, le nostre leggi e le convenzioni internazionali sui diritti umani. L’ordinamento albanese prevede che accordi di questo tipo non possano essere firmati senza previa autorizzazione del presidente della Repubblica. Poi c’è una potenziale violazione dei diritti umani. L’accordo prevede che i migranti trovati in acque internazionali siano trasferiti in Albania, senza il loro consenso, e siano trattati da prigionieri, anche se in Albania non hanno violato alcuna legge. È un trattamento discriminatorio rispetto a tutti gli altri migranti che arrivano qui.
La Corte vi ha dato torto e Meloni ha approvato un decreto per proseguire col piano. Ce la farà?
Cinque giudici hanno votato a favore dell’accordo, quattro contro, accogliendo le nostre tesi. Ora però stiamo assistendo esattamente ai problemi di applicazione che avevamo immaginato. Sono sicuro che emergeranno molti altri problemi analoghi in futuro.
Nel 2025 si vota in Albania. Se il Pd vincesse, metterebbe in discussione l’accordo con l’Italia?
Voglio essere molto chiaro. Non siamo contro i migranti. Gli albanesi sono stati migranti e lo sono ancora. Non siamo neanche contro l’Italia: una grande comunità di albanesi vive e lavora in Italia e siamo grati al vostro Paese.
Però?
La gestione dell’immigrazione illegale deve essere garantita in accordo con la nostra legge interna e con il diritto internazionale. L’Albania è membro della Nato e candidato a entrare in Europa, non possiamo permetterci violazioni dei diritti che avrebbero un chiaro impatto sul nostro percorso di adesione all’Ue e sulla nostra reputazione internazionale.
Rivedrete il negoziato?
Nella sua attuale forma, noi consideriamo il patto non applicabile. Non potremmo non tenere in considerazione la legge internazionale e la decisione della Corte europea.
Meloni però ci fa affidamento.
Non commento le decisioni del governo italiano, ma vorrei soffermarmi su una frase del vicepremier Matteo Salvini: ‘Chi sarà responsabile se questi migranti commetteranno dei reati?’. La stessa domanda la sollevo io nei confronti delle autorità albanesi, per qualsiasi crimine possa accadere in territorio albanese.
L’opinione pubblica albanese che ne pensa?
È rimasta sorpresa perché non c’è stata alcuna trasparenza. Quando è emerso qualche dettaglio in più, la società civile, rappresentata da 29 Ong, si è unita alla richiesta di Amnesty International e del Consiglio d’Europa al governo albanese di cancellare l’accordo.
Avete mai fatto visita ai centri italiani in Albania?
Finora nessun parlamentare né nostro rappresentante ha fatto visita ai centri di Shengjin e Gjader. Per quanto ne sappiamo, le visite non ci sono consentite. Ma dalle immagini che abbiamo visto, direi che più che centri di accoglienza sembrano prigioni in cui i migranti dovrebbero essere detenuti senza neanche una sentenza e senza aver commesso crimini, tranne quello di essere fuggiti da posti in cui la loro salute, la loro libertà e la loro vita sono a rischio.