La Stampa, 2 novembre 2024
Brutgislativa dannosai Liberati: bulimia le
Casi più disparati di “notizie di reato”, piovono nelle Procure: comunicazioni delle polizie, denunzie o querele di privati, comunicazioni della Consob, l’Autorità che vigila sui mercati finanziari, esposti su fatti del tutto fantasiosi, eccetera. Ogni giorno di decine o di centinaia di atti (nelle grandi sedi quasi centomila su base annua).Dice l’articolo 112 della Costituzione: «Il pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale» e tutela l’indagine da incursioni della politica in nome della ragion di Stato. Allo stesso tempo, ponendo il pubblico ministero al riparo da pressioni di potentati economici o politici o anche da demagogiche campagne di opinione, è garanzia dell’eguaglianza di tutti di fronte alla legge. L’obbligatorietà dell’azione penale è un valore e insieme un problema aperto. Non può essere liquidata come «finzione» (così dice l’onorevole Zanettin), ma le Procure, di fronte alla massa di notizie di reato, che derivano anche da una pletorica legislazione, devono adottare criteri organizzativi che non lascino la sorte di ciascun fascicolo al caso o a scelte estemporanee del singolo pubblico ministero. I limiti di personale e di risorse tecniche impongono scelte nella distribuzione di magistrati, personale amministrativo, polizia giudiziaria, apparati tecnologici. In questo modo i procuratori hanno gestito il flusso dei procedimenti: gruppi specializzati, numero di magistrati assegnati a ciascuno di questi, come previsto nel «Progetto organizzativo». Anche i reati seriali o di minore gravità richiedono un’apposita struttura per evitare che siano trascurati: reati “minori” come le piccole truffe, tali non lo sono per le vittime e quando assumono rilievo sociale particolare, come le truffe contro gli anziani, meritano particolare attenzione.L’organizzazione della Procura deve essere coordinata con quella del Tribunale. Il Consiglio superiore della magistratura controlla e approva non solo il progetto organizzativo del Tribunale, ma anche quello della Procura. Con il Progetto organizzativo il Procuratore si assume la responsabilità e nello stesso tempo, con una adeguata pubblicità esterna (sito internet, Bilancio di responsabilità sociale) risponde con trasparenza alla esigenza di accountability.Un punto fermo sulle «priorità» è posto con una norma delle Leggi Cartabia del giugno 2022. Sono chiamati in causa il Parlamento, il Consiglio Superiore della Magistratura e il Procuratore della Repubblica. Si utilizza l’espressione «criteri di priorità», ma non è una formula magica: il Procuratore nel determinarli deve fare riferimento ai «criteri generali» fissati dal Parlamento e ai «principi generali» definiti dal Csm. Il Parlamento non dovrebbe individuare un catalogo di reati in ordine di priorità, ma enunciare parametri generali (per esempio fenomeni criminali specifici dei territori, situazione sociale ed economica, dati statistici) e anche procedure da adottare (confronto con il Tribunale e con l’avvocatura, consultazione con le autorità locali, nonché pubblicità come sito internet e Bilancio di responsabilità sociale).I «criteri generali» fissati dal Parlamento sarebbero punto di riferimento per le Procure che dovranno definire gli specifici «criteri di priorità». Rimane il principio di obbligatorietà, ove mai i criteri generali fissati dal Parlamento presentassero omissioni o strabismi poco compatibili con i valori tutelati dalla Costituzione.La proposta del senatore Zanettin (disegno di legge del Senato n.993) così definisce le priorità: «a)gravità dei fatti, anche in relazione alla specifica realtà criminale del territorio e alle esigenze di protezione della popolazione; b)tutela della persona offesa in situazioni di violenza domestica, o di genere e di minorata difesa; c) offensività in concreto del reato, da valutare anche in relazione alla condotta della persona offesa e al danno patrimoniale e/o non patrimoniale da essa ad essa arrecato, nonché alla mancata partecipazione da parte dell’indagato ha percorsi di giustizia riparativa delle indagini preliminari».Un mix eterogeneo con espressioni come «esigenze di protezione della popolazione» sono del tutto vaghe: protezione dalla mafia, dai terroristi, dai corrotti, dai bancarottieri o dalla microcriminalità dei reati di strada? Al punto c) la declinazione del criterio della offensività fa pensare che niente affatto prioritari sarebbero quei reati che non vedono una o più singole persone offese, ma offendono beni collettivi come la correttezza nella pubblica amministrazione, la tutela dell’ambiente, della salute pubblica etc. Nel disegno di legge Zanettin sono aggiunti come prioritari specifici reati: diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti; lesioni personali a un pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive, nonché a personale esercente una professione sanitaria o sociosanitaria e a chiunque svolga attività ausiliarie ad essa funzionali; costrizione o induzione al matrimonio». Facile prevedere che non mancheranno nel corso della trattazione parlamentare ulteriori aggiunte. Rincorrendo vicende delle cronache le priorità diventerebbero infinite, alimentate dalla bulimia legislativa per la quale il legislatore ogni giorno introduce un nuovo reato. Una linea specularmente opposta alla razionalità che imporrebbe drastiche depenalizzazioni per concentrare le risorse, pur sempre limitate, sui fatti più gravi.