Corriere della Sera, 2 novembre 2024
In America va in scena la battaglia tra i sessi
Per la seconda volta una donna del partito democratico ha la possibilità di diventare la prima presidente degli Stati Uniti. Ma stavolta l’elezione avviene due anni dopo il rovesciamento di Roe v. Wade , la sentenza della Corte suprema che tutelava a livello nazionale il diritto all’aborto, diventato un tema elettorale centrale come non lo era nel 2016. Inoltre la campagna di Donald Trump è particolarmente «machista», punta ad attrarre elettori maschi, specialmente giovani e delle minoranze non tradizionalmente interessati alla politica. A questo si aggiungono sondaggi che mostrano che la Generazione Z, gli elettori più giovani, è la più ideologicamente divisa sulla base del genere, rispetto a quanto lo sia l’elettorato di ogni altra età. Un sondaggio di ottobre di New York Times/Siena Poll in sei Stati in bilico mostra Trump avanti tra i giovani dai 18 ai 29 anni di 13 punti, mentre il vantaggio di Harris tra le giovani donne è di 38 punti (un «gender gap» di 51 punti).
Il team di Harris cita spesso il «gender gap», cioè la differenza tra le percentuali di donne e di uomini che votano per un candidato, come un dato favorevole. Secondo la media dei sondaggi calcolata da Cook Report, complessivamente Trump è avanti di 10 punti (53% contro 43%) tra gli uomini, mentre Harris è avanti di 12 punti tra le donne (54% contro 42%). Il «gender gap» secondo questa stima è di 22 punti, non proprio storico, perché più ampio di quello di 13 punti nelle elezioni del 2020 (Trump vinse per 2 punti tra gli uomini, Biden per 11 tra le donne) ma è in linea con quello che accadde nel 2016, quando Trump vinse tra gli uomini di 11 punti e Hillary Clinton tra le donne di 15 (un gender gap di 26 punti). Quando guardiamo al genere insieme al colore della pelle, il calo di supporto tra elettori neri per Harris rispetto a Biden nel 2020 colpisce particolarmente: lei vince contro Trump tra le donne nere per 77 punti (13 in meno rispetto a Biden nel 2020) ed è dietro di 23 punti tra gli uomini afroamericani rispetto alla performance di Biden. Ma tra gli elettori bianchi il gap è meno pronunciato, con Trump sei punti avanti rispetto al suo risultato del 2020 tra gli uomini e due punti avanti tra le donne bianche.
I democratici credono di poter lavorare su questi numeri. Harris ha puntato moltissimo sulle zone suburbane di Philadelphia, Milwaukee e Detroit (le più grandi città dei tre Stati in bilico per lei cruciali) per convincere anche le donne laureate bianche che normalmente voterebbero per i repubblicani. Anche se i democratici sono preoccupati per la perdita di elettori neri e latinos, il manager della campagna di Harris (e già di Obama) David Plouffe sostiene che questa perdita verrà compensata dai numeri maggiori di donne e di elettori delle zone suburbane. E a tre giorni dal voto i democratici stanno mirando anche alle donne over-50 bianche non laureate, registrate con il partito repubblicano o indipendenti, che tendono a favorire Trump perché le loro priorità sono economia e immigrazione e credono che lui le gestirebbe meglio (in un sondaggio Pbs di settembre lui aveva 13 punti di vantaggio in questo gruppo, con il 55% contro il 42%). Il messaggio di Harris a questo gruppo è che non devono sentire la pressione a votare come i loro mariti. In uno spot, Julia Roberts dice: «Ricordate, ciò che accade alle urne resta alle urne».
Le donne bianche tendono a votare più degli uomini e si dicono molto motivate quest’anno. Costituiscono il 36% dell’elettorato, dice Jim Messina, altro ex stratega di Obama. «Tradizionalmente i repubblicani sono favoriti in questo gruppo, che spezzò il cuore di Hillary Clinton. Mitt Romney ci battè di 9 punti tra le donne bianche, Trump di 6 punti nel 2016 e di 7 nel 2020. In questo momento è un testa a testa: un cambiamento enorme. Harris va meglio tra le donne bianche di qualsiasi candidata presidenziale democratica di questo secolo». Alcuni democratici credono che questi potenziali elettori di Harris non siano contati in modo dovuto nei sondaggi, anche se nessuno sa quanti in effetti andranno a votare.
Inoltre gli under-45 negli Stati in bilico sembrano più preoccupati di ciò che farebbe Trump sull’aborto rispetto a come Harris gestirebbe l’economia e sono più quelli che pensano che Trump sia «troppo estremo» di quanti considerano Harris «radicale». Perciò Harris negli ultimi giorni ha puntato non solo sull’aborto ma sul definire il rivale fuori controllo.