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 2024  novembre 01 Venerdì calendario

Arriva Squid Game 2

Le tutine rosa più feroci della storia della tv, quelle di Squid Game, stanno tornando. E hanno scelto Lucca Comics and Games, la grande convention di cultura pop in corso in questi giorni in Toscana, per il lancio mondiale del teaser della seconda stagione della serie coreana, in arrivo su Netflix il prossimo 26 dicembre.  Nei nuovi episodi, ha raccontato ieri il regista e creatore Hwang Dong-hyuk, ospite insieme ad alcuni membri del cast (gli attori Wi Ha-joon e Lee Jung-jae) di un affollato incontro con i fan, il protagonista Lee Jung (il concorrente numero 456) tornerà sull’isola dove, nella stagione precedente, ha partecipato a una serie di micidiali giochi di gruppo, al termine dei quali è tornato (o almeno così si lasciava intendere) alla sua vita normale. «Rivedrete alcuni posti già noti, come il dormitorio, le scale e lo spazio dei giochi. Ma abbiamo aggiunto nuovi elementi: tutto sembrerà familiare ma al tempo stesso nuovo. Come 456, che torna in un luogo che già conosce. Ma stavolta torna per distruggerlo». Una serie di culto, Squid Game, nota per la sua violenza (i giochi prevedono l’eliminazione fisica di chi perde), per il suo stile ultra-pop e anche per essere una feroce e lucidissima metafora del turbo capitalismo coreano. «Questa caratteristica rimarrà invariata», ha promesso il regista, «Squid Game è uno specchio della nostra società estremamente competitiva, e come sta facendo anche il K Pop ci aiuta a raccontarci all’estero. Non pretendiamo che una serie tv dia una risposta a un problema così grande, ma spero che dia almeno agli spettatori l’opportunità di riflettere e di chiedersi quale società stiamo creando e quale mondo stiamo costruendo. Temi che esploreremo nella nuova stagione». Più che per la sua intelligente satira del capitalismo, tuttavia, la serie è riuscita a entrare nell’immaginario collettivo per il geniale meccanismo del suo copione “a orologeria”, e per lo stile immediatamente riconoscibile degli ambienti e dei costumi, riprodotti nella città lucchese da un esercito di cosplayer travestiti da “guardie”. Il livello di aspettativa è alto – in città Netflix ha organizzato un gioco che permette ai fan di pernottare nel dormitorio di Squid Game, ricostruito in una delle piazze della città: ogni giorno 1200 persone si mettono in fila – e le rivelazioni sui nuovi episodi vengono concesse col contagocce: si sa che ci saranno «due canzoni italiane nella serie», concede il regista (si sentono le note di Nessun dorma dalla Turandot «nel primo episodio» e Con te partiró cantato da Andrea Bocelli) e che 456 cercherà di imporsi come leader fomentando (inutilmente) alla ribellione gli altri concorrenti. «Io questi giochi li ho già fatti», grida 456 alla folla nei pochi secondi di teaser trailer mostrati ieri in anteprima alla fiera. «E allora perché sei tornato?», gli chiedono i concorrenti, per nulla convinti dalle sue parole, mentre la temibile bambola gigante (protagonista del primo gioco mortale della prima stagione: tornerà nella seconda) sta per fulminarli con lo sguardo. Quanto alla possibilità di un adattamento americano della serie – era trapelata la notizia che a guidare il remake sarebbe stato David Fincher – il regista resta sul vago: «Non è ufficiale, quindi non posso dire molto. Amo Fincher e se dovesse fare un remake o uno spin off, mi andrebbe benissimo, sono un suo fan. Si tratterebbe di espandere il mio universo». Una prospettiva molto capitalista per una serie anticapitalista: «Squid Game critica il capitalismo, ma è esso stesso un prodotto del capitalismo. È naturale che Netflix prenda questa idea e la usi in modo creativo, con remake o sviluppando i reality tratti dalla serie, che peraltro ho visto e ho trovato piuttosto interessanti. Non credo che questo rovini il messaggio della serie. Anzi, ci dice che ogni cosa è fatta per generare profitto: più chiaro di così, non saprei come dirlo».