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 2024  novembre 01 Venerdì calendario

L’ultimo saluto a Matilde Lorenzi

«Matilde ha voluto arrivare in fretta: in ospedale il 15 novembre 2004, l’ostetrica mi disse: “Ma Elena, cos’hai aspettato fino adesso?”. È nata subito dopo. Il 28 ottobre 2024 ha deciso di andarsene via, di fretta, come aveva fatto vent’anni prima per arrivare. Io voglio solo ringraziarti Matilde: abbiamo avuto la fortuna di essere stati scelti da te come tua mamma e tuo papà».Mamma Elena parla a singhiozzi, papà Adolfo le bacia una spalla. I fratelli Matteo, Giosuè e Lucrezia si tengono per mano per tutto il tempo. La nonna Rosina, accanto a loro, non li perde mai di vista. Veglia, con il volto coperto dalle lacrime, su tutti i nipoti, compresa la sua “Matildina”. «Il Signore – dice, mentre fissa la bara coperta di rose rosse e bianche – ci ha portato via una meraviglia».All’entrata della chiesa di San Lorenzo c’è una fotografia: ritrae di profilo una ragazza, che fra quindici giorni avrebbe compiuto vent’anni. È il giorno dell’ultimo saluto a Matilde Lorenzi. La promessa dello sci azzurro caduta lo scorso 28 ottobre durante un allenamento sul ghiacciaio della Val Senales. Stava facendo quello che amava. «Sciare – diceva “Mati” – si avvicina a dipingere perché si lascia sempre una traccia».Matilde ha lasciato un solco nel cuore di un’intera comunità. Ieri a Giaveno, un paese ai piedi delle montagne della Val Sangone, a cinquanta chilometri da Torino, sono arrivate persone da tutta Italia. Amici, compagni di scuola, colleghi di allenamento. E istituzioni: il ministro dello Sport, Andrea Abodi, la sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti, i sindaci di Giaveno, Valgioie e Sestriere (Stefano Olocco, Claudio Grosso, Gianni Poncet). Rappresentanti dell’Esercito, degli alpini, del mondo dello sci. La campionessa del mondo, Marta Bassino, porta davanti all’altare uno sci con il nome di Matilde. È una folla silenziosa, straziata dal dolore. «Mati – la ricorda lo Sci club Sestriere – era la bambina che faceva le formine con la neve prima di una gara e poi saliva sul podio. Siamo increduli, ma ci darai la forza per smuovere le montagne per rendere lo sci lo sport più bello del mondo e ancora più sicuro».Tra i banchi in prima fila c’è il fidanzato, Federico Tomasoni. Si guarda intorno, scuote il capo. In alcuni momenti sorride, poi torna a piangere. Stringe a sé la famiglia della sua Matilde. E lascia a loro fare lo stesso. La prima a parlare è la sorella Lucrezia, per tutti “Titti": «Ci hai lasciato un vuoto immenso, mi manca l’aria da lunedì. Sei speciale Mati e non lo sei stata solo per noi. È difficile, ma sentiamo che tu ci proteggi da lassù. Sono immensamente grata di averti avuto come sorella. Buona discesa libera, continua così che sei luce verde». Poi papà Adolfo: «Ringraziamo tutti e avremo bisogno di tutti. Matilde ci ha chiamato a un duro lavoro: verremo a bussare a tutte le porte e quelle porte si dovranno aprire in onore di Matilde. Il progetto che porteremo avanti a nome suo la terrà in vita con e per tutti noi».Mamma Elena ha un filo di voce. Il dolore è troppo. I figli Matteo e Giosuè non la lasciano sola un attimo. Lei trova la forza di parlare al microfono e ringraziare i presenti. Poi si rivolge alla figlia: «Matilde, ti ho detto tante volte: “sei grande, in tutti i sensi”. Ma tu facevi le spallucce perché eri riservata, ti aprivi con calma e l’hai fatto anche con noi. Però, ci hai donato tantissimo. Devi continuare a sciare lassù dove sei, portare un po’ al parco giochi Lorenzo e stare vicino ai nonni. Facci avere la tua presenza sempre vicino Mati, ti preghiamo».Il feretro lascia la chiesa seguito da un lungo applauso. La famiglia si abbraccia in piazza San Lorenzo, gremita da migliaia di persone. A spezzare il silenzio è ancora una volta mamma Elena: «Volevo dire una cosa a tutti i ragazzi: dovete volervi bene. Dovete voler bene a voi stessi per poter dare il bene più puro a tutti gli altri». «Come ha fatto lei», dice, sottovoce, nonna Rosina. Eccola, la lezione di Matilde. Prima del grido di un’intera comunità: «Ciao Mati»