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 2024  ottobre 31 Giovedì calendario

Un prete ricattato da due tossici

«Sei un prete pedofilo. So anche hai una relazione con un minorenne. Ho un video in cui si vedono dei dettagli. Dammi i soldi o ti denuncio». Per sette mesi consecutivi, da febbraio ad agosto del 2023, il prete di una chiesa del centro è stato ricattato da due ragazzi – dipendenti dal crack – che gli hanno estorto oltre tremila euro. Oltre a derubarlo di alcuni cellulari. Durante l’udienza preliminare, uno dei due imputati ha raccontato la sua versione dei fatti. Ammettendo ogni addebito, ed evocando presunti episodi che, secondo il sacerdote, parte offesa nel procedimento, sarebbero soltanto «calunnie». Il prete non ha voluto costituirsi parte civile. L’indagine è stata coordinata dal pm Paolo Cappelli. Dei due ragazzi indagati, uno è irreperibile. Il secondo, che ha 30 anni ed è difeso dall’avvocato Gianluca Visca, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. Il difensore ieri ha chiesto al gup che venisse sentito in aula il prete. Ma il giudice si è opposto.L’indagato deve rispondere di 15 episodi di estorsione, tentata o consumata. Ha ricattato il prete – ed ha ottenuto denaro da lui almeno una decina di volte – minacciandolo di rivelare presunti incontri sessuali con minorenni. In un’occasione, davanti al sacerdote, in chiesa, il giovane avrebbe fatto una telefonata, dicendo: «Devo fare denuncia contro un prete pedofilo. Vengo io a fare denuncia». E il don, in quel caso, gli avrebbe consegnato 150 euro. Due settimane prima, dopo che i due trentenni gli avevano detto che avrebbero divulgato presunti video erotici, il don aveva consegnato 300 euro. Altre volte i ragazzi, sempre in cerca di soldi per comprarsi le dosi di crack, avrebbero preso con la forza al sacerdote telefonini e mazzi di chiavi e aperto l’armadio della sacrestia portando via anche 900 euro in contanti. Gli ammanchi, nella chiesa, ammonterebbero a oltre 3mila euro. Ma, secondo quanto ha dichiarato l’unico imputato a processo, arrestato ad agosto, il prete avrebbe consegnato denaro ai due anche prima del febbraio del 2023.«Conosco quest’uomo tramite altri ragazzi che come me usano il crack», ha detto il trentenne finito in carcere tre mesi fa e tuttora recluso al Lorusso e Cutugno. «Siamo tutti tossicodipendenti, io e gli amici che ci rivolgevamo a lui. Non viviamo in centro ma andavamo da lui per i soldi. All’inizio mi avevano detto che lui dava a tutti 30 o 40 euro. E li dava anche a me. Siamo diventati molto amici. Poi a un certo punto, all’improvviso, nel febbraio del 2023, ha smesso di consegnarmi i soldi. Io sono venuto a sapere che gli piacciono i ragazzini e che aveva avuto dei rapporti con loro. E quindi ne ho approfittato. Così ho iniziato a ricattarlo, e a dirgli: o mi dai i soldi, o io ti denuncio. E lui me li ha sempre dati. Avevo anche un file audio in cui si sente dire dal prete a un ragazzino se voleva avere un rapporto. Me lo aveva dato un ragazzo, italiano, tossicodipendente come me. Anche lui aveva conosciuto il prete per il crack. Perché aveva sempre bisogno di soldi e aveva saputo che lui li dava. E dopo ho saputo che anche altri come me lo ricattavano. E che lui continuava a pagare». La prima volta il trentenne era entrato in chiesa e gli aveva detto: «Dammi 40 euro, se no non ti restituisco il telefono». Il prete oggi non ha più un legale perché non ha voluto costituirsi parte civile. Sentito dagli inquirenti, aveva detto: «Sono stremato da questa situazione. Vittima da troppi mesi»