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 2024  ottobre 31 Giovedì calendario

Carlo Petrini commenta la tragedia di Gaza

La situazione nella Striscia di Gaza sta diventando giorno dopo giorno più drammatica e la posizione di tutti coloro che auspicano una tregua, e la legittima condanna di tutte le violenze perpetrate sulla società civile, viene relegata come una testimonianza irrilevante rispetto allo stato delle cose. Ma al di là delle prospettive evolutive di questa situazione rimane, in questo momento, il disastro di migliaia di bambini senza cibo, senza medicinali, senza casa. Una catastrofe umanitaria che si consuma davanti ai nostri occhi e ci interroga sulla nostra totale ininfluenza, sulla impossibilità di porre fine a questa barbarie. In questo scenario sono poco influenti le Agenzie Internazionali e i movimenti umanitari per impossibilità di agire. La popolazione è allo sbando.Nella Striscia di Gaza il lavoro di un funzionario dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente (Unrwa) ha messo in funzione la produzione di cibo per la popolazione e la domanda di questo cibo cresce di giorno in giorno. Hani Almadhoun, il nome di questo funzionario. Gaza Soup Kitchen, il nome di questa iniziativa umanitaria che sta comprando alimenti direttamente da agricoltori locali con un impegno incredibile nel mettere in funzione questa basilare somministrazione di cibo. Questo lavoro è doppiamente meritevole perché è di pochi giorni fa la notizia che il governo israeliano ha messo fuori legge l’Agenzia Unrwa che assisteva e tutelava le popolazioni civili a Gaza.Le foto di una moltitudine di bambine e bambini che sporgono le loro casseruole vuote per portare a casa una o due mestolate di cibo sono scioccante. Altresì impressionanti sono le difficoltà degli anziani nel recuperare alimenti per la propria sopravvivenza. Hani Almadhoun chiede un aiuto concreto per implementare questo lavoro così importante per la sopravvivenza di questa gente. Per contro, le derrate alimentari di vari Paesi, Italia compresa, hanno tempi lunghi per essere efficaci. Il clima di disperazione porta molte persone ad assaltare quei pochi camion di alimenti che riescono a entrare nella Striscia.Penso che mandare subito un aiuto concreto a Hani Almadhoun per Gaza Soup Kitchen sia un segno di tangibile solidarietà di assoluta urgenza. Non perdiamo tempo, aiutiamo concretamente questa iniziativa, è un atto di umanità, è presa di posizione politica concreta. Chiedo questa testimonianza a tutti i soci di Slow Food, alle comunità di Terra Madre, alle Comunità Laudato Sì, ai tanti giovani che vivono con preoccupazione questa fase della storia e a tutti i cittadini sensibili.Da pochi giorni si è conclusa l’undicesima edizione di Terra Madre e tra i 3.000 delegati mancavano due straordinarie persone che credevano nella solidarietà, nella cura della Terra e nelle comunità del cibo, oltre ai membri della delegazione di Beirut che si trovavano sotto bombardamento. Il primo si chiamava Dror Or, produttore di formaggi rapito il 7 ottobre dello scorso anno nella sua fattoria dopo l’uccisione di sua moglie. Dopo alcune settimane i terroristi di Hamas rilasciarono i suoi due bambini e il suo corpo inanime perché ucciso in prigionia. L’altro delegato assente a Torino si chiamava Bilal Saleh, palestinese. Il 31 ottobre venne ucciso con un colpo di fucile da un colono israeliano mentre stava raccogliendo le olive sul suo campo, insieme alla sua famiglia. Anche nel loro nome diciamo basta con questa violenza.Un giorno qualcuno ci chiederà cosa abbiamo fatto noi di fronte alle sofferenze di questi bambini inermi e spaventati. Lo so che questo aiuto monetario per questa meritevole iniziativa è poca cosa, ma come dicevano i nostri vecchi: poco è poco, niente è troppo poco