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 2024  ottobre 31 Giovedì calendario

Stiamo diventando Totò e Peppino

Di certe persone si dice che dai un dito e ti prendono tutta la mano. Forse è quanto si può estendere anche alla scrittura, visto che la digitale sta sostituendo la manuale. Certo non del tutto, non per sempre, quindi non buttate via la stilografica bella. Tra l’altro ci sono ancora e chissà per quanto tempo ancora amministrazioni anche pubbliche che vogliono vedere il vostro inchiostro sulla carta. Ma detto questo di persone che scrivono a mano sembrano essercene sempre meno e non è che l’apparenza inganni proprio sempre.La questione riguarda soprattutto la scuola, poiché è proprio negli anni della formazione che è più prezioso il ruolo che la scrittura manuale svolge al di là del suo scopo comunicativo. La gamma delle funzioni comunicative della scrittura è ampia ed è per questo che la base necessaria da assicurare a ogni cittadino si chiama “Abc” e consiste innanzitutto nel saper scrivere e saper leggere. Ma non si impara a scrivere soltanto per chattare con gli amici o per vincere il Nobel della letteratura. Scrivendo si svolgono attività cognitive attraverso attività corporee, ciò che ha rapporti innanzitutto con la memoria, con l’apprendimento, con lo sviluppo del pensiero lento (“lento” qui è una virtù). Senza contare poi le attività in cui la scrittura manuale risulta più funzionale e anche veloce di quella elettronica: per esempio, nell’impiegare la collocazione spaziale delle parole sulla pagina come segno visivo di relazioni gerarchiche e causali, per esempio quando si prendono appunti e compongono diagrammi.Più in generale quella che eseguiamo tramite una tastiera o un touchpad più che scrittura è trascrizione e quindi la scrittura vede erodersi anche la sua autonomia, fenomeno di grande evidenza anche in letteratura. È necessariamente un male? È un fatto che non appena gli studenti possono, sostituiscono un dispositivo al quaderno o al bloc notes e anche per organizzare le proprie mappe concettuali si rivolgono a format già pronti e disponibili, guadagnando in inutile pulizia quello che perdono con progettazione ed esecuzione materiale: memoria, apprendimento, pensiero lento. È un altro fatto che questi tre ingredienti cominciano a scarseggiare anche nel panorama generale. Tra i due fatti ci sarà qualche relazione.Non parliamo poi della cura del testo. «Veniamo con questa mia addirvi»: quando si rivede, quella di Totò e Peppino oggi non appare più una scena schiettamente comica ma comincia a virare verso il grottesco. Viene però da obiettare che l’altra settimana era tutta colpa dei social network, non è possibile che adesso sia tutta colpa delle tastiere e della scrittura digitale. Però un’epoca in cui il panorama tecnologico si ridisegna in continuazione e interrogarsi sugli effetti dei cambiamenti allora non è insensato. Non lo si fece all’epoca dell’entusiasmo per l’amianto e ne abbiamo pagato conseguenze onerose ove non tragiche.